Enrico Dalla Valle: “Da Piatti per una nuova sfida. Vecchio a 21 anni? Il bello viene ora”

“A Tirrenia ho trascorso sette anni fantastici e non smetterò mai di ringraziare tutti coloro che mi sono stati accanto. Ora è il momento di una nuova sfida. Il team di Riccardo Piatti vive il tennis in modo speciale”.

Un bel respiro. Profondo. Fermarsi, riflettere e capire di aver bisogno di qualcosa di nuovo. Dopo oltre sette anni al Centro Tecnico Federale di Tirrenia, Enrico Dalla Valle ha capito che era il momento di voltare pagina, senza dimenticare la maturità raggiunta in un periodo così importante della sua vita. Da maggio il classe 1998 è approdato a Bordighera, dove insieme al team di Riccardo Piatti sta cercando di mettere ordine, ritrovando gioco e fiducia. In meno di tre mesi sono arrivati ben tre titoli, i primi in carriera, in altrettanti $15.000: prima Alkmaar, quindi i due consecutivi sulla terra rossa di Tabarka.

“La scelta di cambiare è arrivata quest’anno”, ci racconta Enrico. “C’è stato un momento, all’inizio della stagione, in cui non riuscivo a raccogliere i risultati sperati e soprattutto non mi sentivo bene in campo. Ho capito che era il caso di prendermi un periodo per riflettere e ho deciso di cambiare. A Tirrenia sono stato sette anni e mezzo, un periodo molto lungo della mia vita, e non smetterò mai di ringraziare tutte le persone con cui ho lavorato e che mi sono state accanto. La Federazione mi ha dato un supporto incredibile, contribuendo in modo determinante a creare il giocatore che sono adesso. Prendere questa decisione è stato molto difficile ma ho sentito il bisogno di trovare nuovi stimoli e nuove sfide. Dopo tutti questi anni è stato come lasciare una famiglia, però era il momento giusto per dividere le nostre strade e lo abbiamo fatto di comune accordo”.

Una scelta ponderata, frutto di un intenso periodo di riflessioni. “Dopo aver resettato e ritrovato un po’ di calma sono andato a provare a Bordighera da Riccardo Piatti e Massimo Sartori, per i quali non occorre alcuna presentazione. Conoscevo bene anche Andrea Volpini (in passato accanto a Gian Marco Moroni, ora con Jannik Sinner, ndr) e ho capito subito che tipo di ambiente fosse. Il Piatti Tennis Center funziona alla grande e mi sono sentito in un attimo a mio agio. Dal punto di vista professionale si ha l’occasione di poter lavorare con chi ha forgiato talenti rimasti per anni all’apice del successo, belle persone oltre che tennisti straordinari, e che continua a farlo anche con ragazzi giovani. Qui si vive il tennis in un modo unico, questo è l’aspetto che mi ha colpito in modo particolare. Nei tornei, quando è possibile, mi seguono sia Andrea Volpini che Cristian Brandi, due ragazzi straordinari”.

E i risultati? “Sono molto contento di come stiano andando le cose”, prosegue Enrico. “Mi sono allenato duramente a Bordighera per tre settimane consecutive, ritrovando serenità e sistemando diversi aspetti del mio gioco. Sapevo che, recuperando un po’ di fiducia nei miei mezzi, sarei riuscito a raccogliere i frutti del lavoro degli ultimi anni. Le sensazioni erano positive già dal Challenger di Parma, nonostante sia stato costretto a ritirarmi nel match con Giulio Zeppieri. Nelle settimane successive sono riuscito ad alzare il livello, vincendo tre dei quattro tornei che ho disputato. Sto cercando di trovare la giusta continuità, soprattutto a livello mentale. Il lavoro fatto con Lorenzo Beltrame ed altri psicologi dello sport mi sta aiutando in modo determinante a mettermi meno pressione. Devo giocare e continuare ad allenarmi, senza fare calcoli particolari in termini di ranking. Fare punti è importante, senza dubbio, ma per crescere c’è bisogno di tanti fattori”.

Come un treno in corsa. L’arrivo a metà stagione di Dalla Valle al Piatti Tennis Center ha comportato una preparazione mirata ma con uno sguardo inevitabile al 2020. “Sono arrivato a Bordighera nel bel mezzo della stagione”, sottolinea il tennista azzurro. “Stiamo facendo un lavoro a 360°, senza soffermarci su nulla in particolare. Durante la preparazione invernale avremo modo di curare molti dettagli, mentre ora facciamo attenzione alla gestione dei punti e delle fasi chiave dei match più che sul lato tecnico. Ora giocherò il $25.000 +H di Pontedera grazie ad una wild card della FIT, poi spero di riuscire ad entrare in uno dei Challenger a Sopot, Segovia o Liberec la settimana successiva. Mi auguro di iniziare a confrontarmi sempre di più con il mondo Challenger. So di avere le carte in regola per farcela e per potermi togliere delle belle soddisfazioni”.

Il ravennate conclude con un pensiero sul presente e sul futuro, con le idee piuttosto chiare. “Voglio godermi al massimo questo momento e mettermi in gioco. Tanti ragazzi giovanissimi stanno ottenendo risultati fantastici e sono molto contento per loro e per il movimento. Non c’è un’età giusta per esplodere o meno, ciascuno ha il proprio percorso ed io sono del tutto convinto del mio. A 21 anni non mi sento una speranza persa, anzi. Il bello comincia adesso”.

 

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