US Open 2025, Djokovic al terzo turno: “Insoddisfatto del mio livello, non mi piace giocare male”

Antonio Sepe
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Novak Djokovic - Foto Mike Frey-Imagn Images/Sipa USA

Novak Djokovic è approdato al terzo turno dello US Open 2025 grazie al successo in quattro set ai danni di Zachary Svajda. Intervenuto in conferenza stampa, ha ammesso candidamente: “Non sono soddisfatto del mio livello di tennis, ma non posso giocare sempre al massimo. Ci sono giornate in cui non gioco al meglio, quindi ciò che ho fatto è riuscire a trovare un modo per vincere. Se sono qui a giocare è perché ho ancora voglia di competere con i giovani“. Quando gli è stato chiesto se, dopo tutto quello che ha vinto in carriera, abbia ancora qualcosa da dimostrare, Djokovic ha replicato: “C’è sempre qualcosa da dimostrare una volta che scendi in campo, ovvero se sei ancora in grado di vincere una partita di tennis. Penso che sia solo una questione di prospettiva“.

Le condizioni di gioco a New York

Il tennista serbo ha poi parlato delle condizioni di gioco: “La velocità del campo è la stessa da anni. Ciò che è cambiato sono le palline. Non so dire cosa sia diverso, ma qualcosa di differente c’è. Parlando con altri giocatori, però, mi è stato detto che sono le stesse palline usate nei tornei precedenti allo US Open. È bello sentirlo perché, con l’alto rischio infortuni, è importante assicurarsi che non ci siano grandi cambiamenti in termini di qualità delle palline“.

Il Career Grand Slam del 2016

Una delle domande è stata poi sul (vincere tutti e 4 gli Slam), completato nel 2016 a Parigi: “Quello che sognavo da bambino era di giocare e vincere Wimbledon. Tutto il resto, compresi i traguardi storici che ho raggiunto, mi sono venuti in mente come una possibilità, solo quando ero nel circuito già da diversi anni. Nel 2011 ho realizzato il mio sogno, vincendo Wimbledon e diventando numero 1. Ma avevo solo 23-24 anni, quindi ho voluto pormi nuovi obiettivi considerando che avrei giocato – speravo – ancora per 10-15 anni.

Quando finalmente sono riuscito a completare il Career Grand Slam, nel 2016, è stato soprattutto un sollievo. Sia per la tanta pressione che mi ero messo sia per le aspettative da parte delle persone intorno a me. In base alla mia esperienza, le due cose più importanti restano vincere il Career Grand – o Golden – Slam e rimanere numero uno per tanti anni. Onestamente sono stato fortunato a raggiungere queste grandi cose“.

Niente sorriso in campo

Infine, Nole ci ha tenuto a tranquillizzare tutti dopo che un giornalista aveva notato una mancanza di gioia nei suoi occhi in questi giorni: “Sono un po’ frustrato dal mio gioco e poi mi ritrovo a dover affrontare delle cose dentro di me, che sto attraversando e di cui non volete conoscere i dettagli. Cerco semplicemente di concentrarmi e di risolvere l’enigma in campo. Non è che non trovi gioia nel competere, ma non mi piace non giocare bene. Ecco perché metto ulteriore pressione su me stesso e sul mio team per migliorare. Se non mi avete visto entusiasta dopo un punto vinto è perché ho faticato a trovare il ritmo. Ma non preoccupatevi per me“.

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