Da Bergamo, Edoardo Viglione.
Appena apro gli occhi capisco già che sarà un’altra giornata stupenda, e non solo per il tennis. Dalle 6 del mattino ha cominciato a nevicare, e vedere appena sveglio la neve ricoprire la ChorusLife di Bergamo è poetico e affascinante allo stesso tempo. Mi preparo e intorno alle 8:30 scendo a fare colazione, dove trovo già molti tennisti seduti ai tavoli. Dietro di me c’è Francesco Passaro, che poche ore dopo scenderà in campo contro Marko Topo; alla sua sinistra siede Stefano Napolitano e, dopo pochi minuti, alla sua destra arriva anche Stefano Travaglia. Insomma, tanta Italia.

Da lontano vedo comparire anche Mark Lajal, il grande assente della sera prima a causa di un problema fisico. Ma il momento più bello della colazione non tarda ad arrivare: a breve distanza l’uno dall’altro spuntano Marcus Willis e Marko Topo. Entrambi ricordano l’intervista del giorno precedente e mi salutano sorridenti e gentili. È bello constatare che il giocatore tedesco di origini serbe non ce l’abbia con me per aver nominato la Stella Rossa in sua presenza. Scorgo anche Andrea Guerrieri, tennista solido ma, prima di tutto, ragazzo fantastico: mi saluta affettuosamente e scambiamo due chiacchiere.
A causa della fitta nevicata sono pochissimi i giocatori che vanno a fare warm-up al circolo tennis Città dei Mille, il luogo dove sono allestiti i campi da allenamento e che dista circa sette-otto minuti in macchina dallo smart district di Bergamo. Grazie al pass stampa non devo aspettare l’apertura dei cancelli e posso osservare con calma, quasi in solitudine, tutti i giocatori impegnati nella giornata mentre si riscaldano sui due campi. I doppisti palleggiano tra loro: Napolitano con Passaro, Topo con il suo allenatore, Maestrelli con Travaglia e Justin Engel con Arnaboldi. Non so come sia fatto il Paradiso, ma non deve essere troppo lontano da questa visione.
Alle 11 comincia il programma: sul Centrale la coppia francese Arribage/Olivetti sfida quella britannica Willis/Paris e, a sorpresa, perde. Gli inglesi continuano la rincorsa al loro primo titolo Challenger insieme ed è davvero bello vedere Willis giocare. Ha il modo di fare di uno che sembra in un villaggio turistico: sorride e scherza con tutti, anche in campo. Serve a una media di 160 km/h con la prima, non ha colpi potenti o una grande pesantezza di palla, ma tecnica e sensibilità nel braccio fanno invidia a tanti giocatori anche dentro la top 30 ATP. Vedere per credere.
Arriva l’ora dei singolari. Il mio pupillo Marko Topo sfida Francesco Passaro. Sì, non è italiano, ma il tifo è irrazionale. Avrò sempre un debole per il classe 2003: è uno di quei sentimenti che non riesci a spiegare, ma da media, ovviamente, non devo e non posso schierarmi. Passaro commette qualche doppio fallo di troppo nei momenti decisivi e, nonostante un paio di indecisioni nel finale, Topo porta a casa il match, qualificandosi per la sua seconda semifinale a livello Challenger in questo 2025. Lo intercetto nel back: mi saluta, mi stringe la mano, sorridente e felice per il risultato appena ottenuto. Gli chiedo come si sente e quanto questo traguardo possa dargli fiducia in vista del 2026. È contento, dice di sentirsi già pronto per la nuova stagione, ma ora vuole chiudere Bergamo nel migliore dei modi, cercando quella finale Challenger che ancora gli manca.
Quando vedo Stefano Travaglia provo una grande ammirazione. È un giocatore che ha dovuto fronteggiare molti, troppi problemi fisici. Nonostante tutto, però, non ha mai perso la voglia di lottare e la passione per il tennis. Ricordo che al liceo avevo fatto un tema su di lui, prendendo spunto da un articolo uscito su “Il Tennis Italiano” intitolato “Fight Club: Stefano Travaglia”. Steto vince e prosegue nel migliore dei modi questa sua seconda metà magica del 2025: vittoria a Modena, finale a Todi e semifinali a Genova, Lisbona, Helsinki e ora Bergamo. Glielo faccio notare quando mi concede gentilmente una rapida intervista post match. Sorride: sa anche lui quanto sta giocando bene.
La serata è magica: la stellina tedesca Justin Engel sfida il qualificato azzurro Andrea Guerrieri. La differenza di classifica c’è, di hype pure, ma non di cuore. Il ragazzo di Correggio non parte battuto e vende cara la pelle, arrendendosi soltanto al tie-break del terzo set. Questa partita è la prova che la sua classifica — numero 573 del mondo — è falsa. Merita di più, molto di più.
Chiudiamo questa seconda giornata orobica con la vittoria di Francesco Maestrelli su Stefano Napolitano. Al pisano posso finalmente fare la domanda che tenevo dentro da qualche giorno: “A Francavilla hai battuto Valentin Vacherot: cosa hai provato nel vederlo vincere a Shanghai qualche mese dopo?”. Maestrelli risponde che ha sempre visto in lui ottime qualità, che nel tennis di oggi può succedere di tutto e che anche fuori dalla top 100 ci sono giocatori incredibili. Non potrei essere più d’accordo.
Vado a letto con parecchio sonno, ma felice e grato di aver potuto scambiare qualche parola con ragazzi splendidi che vedo ogni giorno giocare, e curioso di scoprire cosa mi regalerà Bergamo domani. Alle 16 la finale di doppio, poi Italia-Germania: nella parte alta del tabellone si sfidano Stefano Travaglia e Marko Topo, in quella bassa Francesco Maestrelli e Justin Engel!