Bastad 2001: l’ultimo sigillo di Andrea Gaudenzi

Gaudenzi Bastad
di Alessandro Mastroluca

Avrebbe voluto la rivincita contro Magnus Norman, Andrea Gaudenzi. Avrebbe voluto ritrovare sulla spiaggia di Bastad l’avversario della finale di Davis di tre anni prima, del tendine sacrificato alla patria e della carriera a rischio. Avrebbe sperato nel riscatto in uno dei più antichi tornei europei sulla terra rossa ora che si era fatto, con Gianluca Pozzi, capopopolo e leader di un ammutinamento contro la nazionale, con l’invito alla non convocazione per il match di aprile contro la Finlandia. Non sarà accontentato, ma in quella calda estate del 2001 si prenderà comunque l’ultimo titolo ATP della sua carriera.

Non è iniziato certo bene il suo 2001. Gaudenzi supera solo un turno nei primi sette tornei della stagione. “Vedendolo arrancare, tre metri fuor dal campo, pesante, sempre in difesa” scrive Gianni Clerici su Repubblica, “mi ero chiesto io stesso se non fosse giunto il tempo di concludere quegli studi universitari che, isolatissimo tra i tennisti, Andrea ha sempre onorato”. Ma nella Mittleuropa, nella terra austriaca dell’amico Muster, lo scenario cambia. A St.Polten annulla il fattore campo contro Markus Hipfl, 23 anni, che è seguito dal suo stesso manager, Leitgeib e da cui ha appena perso nelle qualificazioni di Montecarlo. L’azzurro, che arriva in finale battendo tra gli altri Rios e Gustafsson, chiude 60 75 e si prende una bella rivincita con se stesso: “Cercavo qualcosa o qualcuno che mi motivasse ad andare avanti, a tentare di giocare ad alto livello per altri due-tre anni. L’ ho trovato”.

Prima di Bastad, si prende anche il sempre ben frequentato challenger di Braunschweig: batte Squillari, prima testa di serie e ultimo mancino ad aver battuto Federer prima dell’arrivo di Nadal, Diaz, Calleri, El Aynaoui. Anche il debutto in Svezia non sembra dei più facili. Vero, ha battuto Galo Blanco tre volte su quattro, ma ha perso l’ultimo confronto diretto, due anni prima a San Marino. E soprattutto lo spagnolo ha appena battuto Sampras al Roland Garros, al secondo turno. “Sapevo cosa avrei dovuto fare, ma oggi ha giocato meglio di me. È molto frustrante” commenta Sampras, che su una terra rossa fradicia di pioggia si impantanerà proprio contro Gaudenzi nella sua ultima, triste recita nell’unico Slam che gli è sempre restato straniero. Ma non c’è partita, l’azzurro gli lascia quattro game: 63 61.

Non si presenta comodo nemmeno il secondo turno contro Andreas Vinciguerra, da piccolo attaccante quando giocava a calcio, figlio di un cuoco di Taormina, Giuseppe, in quel 2001 ai fornelli del ristorante «Strandgarden» di Beddingestrand, 40 chilometri da Malmo. Svedese atipico, ha appena raggiunto a vent’anni la semifinale agli Internazionali d’Italia al Foro Italico, dove non era mai entrato nemmeno in tabellone, e ha giocato due finali nelle ultime tre edizioni a Bastad. La partenza non potrebbe essere migliore, 4-0 in 11 minuti. Ma spreca un set point sul 5-2 e due sul 5-3. La sua partita praticamente finisce qui, Gaudenzi domina il secondo set 75 61

Nei quarti, in un giorno di sudore e di pioggia, piega 75 46 63 Tommy Robredo, che avrebbe vinto di lì a due settimane il primo titolo in carriera a Sopot e sarebbe diventato il secondo giocatore più giovane, dopo Roddick, a 19 anni, 8 mesi a chiudere l’anno in top 30. Affronterà in semifinale Younes El Aynaoui, che supera la rivelazione del torneo, il ceco Michal Tabara, che grazie a quel risultato ha toccato il suo best ranking di numero 47 del mondo. Nell’altra semifinale il campione in carica e testa di serie numero 1, Magnus Norman, sfida Bohdan Uhlirach. Lo svedese ha attraversato due interruzioni per la pioggia, e il secondo scroscio l’ha di fatto salvato. Il gioco si interrompe con il belga Christophe Rochus avanti 5-4 nel terzo set. Alla ripresa, il belga non vincerà più un game e Norman completerà la rimonta 36 63 75. Il ceco, finalista quattro anni prima a Indian Wells, elimina la testa di serie numero 3, Albert Portas, 62 36 76.

E continua la serie delle sorprese con il 62 46 61 a Norman, che gli vale un posto nella seconda finale stagionale, dopo quella persa con Marcelo Rios a Doha. La quinta testa di serie ha messo in crisi Norman con i pronunciati top spin di dritto e un gioco di volo che l’hanno costretto troppo spesso sulla difensiva. “Sono molto migliorato sulle volée” ha commentato, “ma ho giocato bene anche tutti gli altri colpi. Credo che Magnus fosse un po’ nervoso”. Il giocatore di casa, fermo per oltre un mese per un infortunio all’anca, al primo torneo dopo l’eliminazione al primo turno per il Roland Garrosdi fronte a un pubblico rumoroso e deluso, ha anche servito male per tutto l’incontro. “Lui ha giocato bene” ha ammesso, “è stato un match mentalmente difficile. Mi ha messo costantemente sotto pressione. Ho giocato con la giusta profondità nel secondo set, ma dopo cinque mesi di stop mi è mancata la forza per riuscirci anche nel terzo”.

Complicata anche la semifinale di Gaudenzi, che salva nove set point contro Younes El Aynaoui prima di chiudere 62 76(1). Non parte certo favorito l’azzurro, alla terza finale negli ultimi quattro tornei giocati, che ha una classifica peggiore del ceco e ha perso tutti i quattro precedenti confronti diretti, due sul duro e altrettanti sulla terra rossa.

Ma il vento spariglia destini e fortune. Gaudenzi inchioda Ulihrach ben dietro la riga, gioca un tennis evoluto, sempre prevalentemente d’attesa ma non attendista. Aggredisce il ceco, lo attacca sul dritto e comanda gli scambi. Il match non è mai davvero in discussione, fino al meritato 75 63. “Ha

giocato molto bene, meglio di me. È giusto che abbia vinto lui” commenta Uhlirach. “Ho perso cinque finali consecutive prima di riuscire a vincere il primo titolo” ha detto Gaudenzi. “Per me, è sempre fantastico vincere una finale, ancora meglio quando lo stadio è pienissimo come oggi. Mi sento un uomo nuovo”.

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