di Federico Mariani
Con una prestazione mostruosa Grigor Dimitrov spazza via dal campo un abulico Murray, padrone di casa e defending champion, e conquista per la prima volta la semifinale in un torneo dello Slam.
Ha impiegato due ore di gioco il talento bulgaro per piegare le deboli resistenze di Andy Murray e consacrarsi forse in modo definitivo nel tennis che conta davvero. Questa vittoria puĂ² segnare la svolta nella carriera di Dimitrov che sta finalmente iniziando a decollare, forse con qualche anno di ritardo se consideriamo l’immenso talento di cui Madre Natura lo ha dotato. Molto deludente, invece, la sconfitta di Murray, forse la piĂ¹ deludente ai Championships, il suo regno dove è in grado di trasformarsi e dare il meglio di sé e dove non perdeva prima delle semifinali da cinque anni con una vittoria ed una finale nelle ultime due edizioni (piĂ¹ l’oro olimpico del 2012).
Dal punto di vista di Dimitrov, invece, questo non puĂ² che essere un nuovo inizio, ora il bulgaro è chiamato a fare davvero sul serio. Con Rasheed seduto al suo angolo, il giocatore di Haskovo ha acquistato soliditĂ nello scambio ed una tenuta atletica straripante, i risultati ora sono palesi e sotto gli occhi di tutti. Ad inizio torneo, guardando il sorteggio, era immaginabile la permanenza del bulgaro oltre la prima settimana e magari l’approdo ai quarti di finale, ma neanche il suo piĂ¹ sfegatato ed ottimista sostenitore si sarebbe mai immaginato una vittoria contro Andy Murray, soprattutto per come si è configurata. Per quanto lo scozzese fosse chiaramente in una giornata no, vincere tre set a zero sui prati di Church Road è incredibile. Guardando il match si è avuta sempre la sensazione che il bulgaro fosse in assoluto controllo: quasi mai in difficoltĂ col servizio, pochissimi errori gratuiti ed un sorprendente dominio pressochĂ© totale quando lo scambio si prolungava oltre i dieci colpi.
Il modo col quale Dimitrov è riuscito a contenere il ritorno di Murray nel secondo set, vincendo poi il tie break, è lo specchio degli enormi passi avanti fatti dal bulgaro che lo stanno portando dall’essere uno che gioca divinamente a tennis all’essere un giocatore vero con l’ambizione di diventare campione.
Dopo la sconfitta di ieri di Rafa Nadal, è arrivato oggi un altro scossone al torneo con la dipartita di Murray. Le due vittorie, profondamente diverse sia chiaro, possono rappresentare un primo passo del tanto agognato ricambio generazionale. Affianco a questi due interpreti vanno doverosamente citati sia Raonic che Nishikori, giocatori in costante crescita e a meno di un passo dalla top ten, una top ten che già da lunedì si arricchirà proprio dei nomi di Raonic e Dimitrov.
La rivoluzione puĂ² dirsi iniziata e non c’è posto migliore al mondo che il Tempio del tennis per lanciare un segnale importante. I giovani sono pronti, Dimitrov in testa.
