Il Bicchiere è mezzo pieno?


di Sergio Pastena
E’ la solita vecchia domanda: il bicchiere è mezzo pieno o è mezzo vuoto? Ad onor del vero questa settimana viene spontaneo (ed in fondo è anche giusto) propendere per la prima ipotesi: due italiani in semifinale in un Atp 250 non sono cose che capitano spesso. Fognini, poi, ci è arrivato rimontando per ben due volte un set di vantaggio, nei quarti addirittura contro il detentore del trofeo Bellucci. Starace è stato invece bravo ad approfittare dell’autostrada che gli si è aperta davanti (Capdeville, Andujar, Zeballos). A Santiago, in semifinale entrambi i nostri rappresentanti si sono fermati, entrambi facendosi rimontare un set di vantaggio, così è finita che in finale ci sono andati il “solito” Tommy Robredo e la sorpresa Santiago Giraldo: il colombiano ha fatto penare l’avversario per tre set, ma alla fine ha ceduto il tie-break finale rimandando l’appuntamento con la prima vittoria.
Poco da dire, quindi, applausi per i nostri ragazzi, anche se resta la sottile rabbia di doversi accontentare degli elogi da quasi cinque anni a questa parte mentre le coppe le portano a casa gli altri. Come Kevin Anderson, che in Sudafrica (Johannesburg) ha sfruttato l’occasione di giocare in casa, per di più in un torneo dove già al secondo turno erano usciti tutti i nomi di richiamo. Anderson ha dovuto rimontare per ben tre volte un set di svantaggio: al primo turno contro Bohli, in semifinale contro Mannarino e in finale contro Somdev Devvarman, che dopo il primo set peraltro pareva favorito. In tabellone c’era anche il nostro Galvani (già bravo a superare le qualificazioni), che è andato a due punti della vittoria contro De Voest. Fuori subito Feliciano Lopez e Yen-Hsun Lu, le prime due teste di serie, per mano dei canadesi Dancevic e Raonic, fermatisi rispettivamente ai quarti e al secondo turno.

(Ivan Dodig)
A Zagabria, invece, vince un croato, e con Cilic e Ljubicic in tabellone questa non sarebbe una notizia, se non fosse per il fatto che non ha trionfato uno di loro bensì la sorpresissima Ivan Dodig. Già a Melbourne il ventiseienne di Medjugorie aveva dimostrato di essere in vena di miracoli, facendo sudare Djokovic per due parziali e portandogliene via uno, impresa non riuscita a tali Federer e Murray. Stavolta Dodig ha perso un solo set per strada, contro Garcia Lopez, mentre per il resto è stata una marcia trionfale culminata nella vittoria contro Berrer. Poco male per il tedesco: a Zagabria difendeva i punti della finale e rischiava un grosso balzo all’indietro in classifica, che non è avvenuto.
Questa settimana si alza il livello (obiettivamente in quella appena passata si sono giocato Challenger di lusso): a Rotterdam scendono in campo Soderling, Murray, Ferrer, Berdych, Melzer, Youzhny, Ljubicic e Tsonga. Un vero e proprio parterre de roi per il torneo olandese, ma anche gli altri appuntamenti non sono male. A San Josè la prima testa di serie è Fernando Verdasco, seguito da Monfils, ma non mancano i protagonisti interessanti (ad esempio Malisse ed Hewitt), mentre in Brasile c’è Costa do Sauipe, secondo torneo della Gira sudamericana. E “gira male” per i nostri, che hanno avuto un sorteggio complicato: Fabio Fognini ritrova subito Robredo per la rivincita della semifinale cilena, Filippo Volandri sfida Hanescu mentre Potito Starace è messo un po’ meglio, considerando che avrà Cuevas. Torna in campo anche la rivelazione degli Australian Open, Dolgopolov, ma la prima testa di serie spetterà a Nicolas Almagro. Speriamo in un altro buon risultato per i nostri atleti.

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