“Questo risultato significa tutto per me. Questa vittoria è semplicemente incredibile. Provo così tante emozioni pensando a tutti i momenti difficili che ho vissuto lo scorso anno: è uno dei periodi più belli della mia vita.” Per raccontare la favola di Valentin Vacherot nella cornice calda e sorprendente di Shanghai, non c’è modo migliore che partire dalle sue dichiarazioni post gara.
Il monegasco ha battuto Tallon Griekspoor e ha strappato il pass per i quarti di finale del Masters 1000 della megalopoli cinese. Quanto ha ottenuto in questi pochi giorni è incredibile, ma soprattutto è la prova di quanto il tennis sia uno sport che ti può togliere tanto, ma anche darti tutto in pochissimo tempo. Vacherot si gode il momento e ai quarti di finale sfiderà Holger Rune in un match che non solo può regalargli una clamorosa semifinale, ma anche l’accesso nella top100 ATP.
I RECORD BATTUTI, LE ANALOGIE E UNA FAMIGLIA DI TENNISTI
Vacherot è entrato nel main draw tramite le qualificazioni, dove ha eliminato in tre set il giovanissimo americano Nishesh Basavareddy e Liam Draxl. Contro il canadese, nell’ottavo game del parziale decisivo, si è anche trovato a fronteggiare una palla break delicatissima che avrebbe mandato l’avversario a servire per il match e per un posto nel tabellone principale. Vacherot l’ha annullata e ha strappato il servizio a Draxl nel gioco successivo per poi chiudere 6-4. Da quella vittoria sofferta il classe 1998 di Monte Carlo ha eliminato Laslo Djere, Alexander Bublik, Tomas Machac e Tallon Griekspoor. Che bella cosa, le sliding doors.
Non solo ha guadagnato ben 74 posizioni nel ranking, diventando il giocatore con la classifica più bassa a centrare i quarti di finale a Shanghai, ma è anche il primo monegasco nella storia ad aver raggiunto questo piazzamento in un ATP Masters 1000. Prima di lui il miglior risultato di un tennista del Principato era il terzo turno ottenuto da Benjamin Balleret a Monte Carlo nel 2006 quando, dopo aver superato il labirinto delle qualificazioni eliminando Christophe Rocus e Sébastien Grosjean, si arrese a un certo Roger Federer.
Oggi non solo tale Benjamin Balleret è il suo fratellastro, ma è anche il suo coach. Un’analogia dal tratto molto poetico riguarda, invece, il ranking ATP: Balleret come best ranking nella sua carriera ha il 204º posto, raggiunto proprio nel 2006, ma sapete in quale posizione si trovava Vacherot all’inizio di questa magica settimana? Esattamente, proprio il 204º. Balleret comunque non è nemmeno l’unico sportivo della sua famiglia dal momento che anche suo cugino è un tennista professionista. Si tratta del francese Arthur Rinderknech e, ironia della sorte, anche lui si è spinto fino ai quarti a Shanghai.
GLI STATI UNITI, LE WILD CARD E I CHALLENGER
Al centro della sua formazione tennistica, e non, ci sono gli Stati Uniti d’America, dove Vacherot ha passato quattro anni dal 2016 al 2020. Ha accettato una borsa di studio alla Texas A&M University, con la quale ha giocato nei tornei universitari NCAA e si è anche laureato. Una volta tornato in Europa ha continuato a giocare a livello ITF e iniziato a fare anche qualche esperienza a livello Challenger, vincendo il primo nell’estate del 2022 a Nonthaburi, in Thailandia, contro il tennista vietnamita Ly Hoàng Nam.
Ha assaggiato per la prima volta il circuito maggiore nel 2023 grazie alla wildcard ottenuta a Monte Carlo dove ha perso con un doppio 7-5 al primo turno contro il tennista azzurro Luca Nardi. I primi mesi del 2024 erano stati, fino a Shanghai, il suo momento migliore in carriera. Il sud-est asiatico gli aveva portato di nuovo bene, tanto da collezionare nelle prime due settimane ben due titoli a livello Challenger: entrambi di nuovo a Nonthaburi, proprio dove aveva vinto il primo.
A fine febbraio aveva inoltre centrato il suo quarto trofeo Challenger a Pune, in India, battendo Adam Walton per poi a giugno superare le qualificazioni del Roland Garros conquistando per la prima volta il main draw di un Grande Slam. All’esordio assoluto a Parigi aveva incrociato la racchetta con Alejandro Davidovich Fokina, ma dopo aver vinto il primo set aveva subito la rimonta dello spagnolo, lasciando la capitale francese comunque ricco di una meravigliosa esperienza.
UN TENNIS SPUMEGGIANTE
Il finale di 2024 non è stato sicuramente dei migliori, come ha riconosciuto lui stesso dopo la vittoria contro Griekspoor. La sua carriera è stata ricca di alti e bassi, ma per un giocatore con quel tipo di tennis, purtroppo, è normale. Vacherot ha un gioco spumeggiante, molto estroso.
Gli piace attaccare, variare e non ha paura di prendere la rete. Ha un tennis molto bello, ma anche dispendioso e con un margine di errore molto basso. Il monegasco ha spesso bisogno di essere al suo 80-90% per mettere in mostra le sue qualità. È un giocatore che se è in giornata può giocarsela alla pari con molti, come ha dimostrato a Shanghai o anche quest’anno a Monte Carlo con Grigor Dimitrov, contro il quale era andato avanti di un set. Quando non funziona, però, può tranquillamente regalare il match e incappare in brutte sconfitte.
La settimana nella megalopoli cinese può svoltargli la carriera e donargli la fiducia necessaria per affrontare al meglio gli ultimi mesi del 2025. I quarti di finale contro Holger Rune sono un palcoscenico incredibile e con una vittoria potrebbe agguantare non solo una semifinale magica, ma anche la top100 – potrebbe consentirgli un posto nel main draw a Melbourne.
Se l’ingresso tra i primi cento giocatori del mondo non dovesse arrivare a Shanghai, Vacherot potrebbe ottenerlo nelle prossime settimane partendo dalla 130º posizione: è infatti iscritto ai Challenger di Shenzhen e Suzhou in Cina e a quello di Seul in Corea del Sud. Chissà se gli sia anche solo balenato per la testa il pensiero della top100 e della semifinale a Shanghai quando affrontava la palla break contro Liam Draxl sotto 4-3 nel terzo set. Al 99% crediamo di no, ma chi siamo noi per dirlo.