WTA meglio dell’ATP: l’eredità di Stacey Allaster

stacey allaster
di Giulio Gasparin e Giulia Rossi

Quando nel 2006 Stacey Allaster divenne presidente della WTA, il tennis femminile cominciò una campagna sistematica e continua per la promozione dello sport e con lungimiranza, la canadese intraprese una partnership con l’UNESCO perché il tennis femminile si facesse ambasciatore dell’equità di genere, promuovendo le capacità di leadership del sesso femminile. Seppur il ruolo di CEO sarebbe stato assegnato alla Allaster solo nel 2009, il segno della sua presenza in WTA non passò inosservato sotto molti aspetti: mentre il tennis maschile si arroccava nella sua rivalità al vertice tra Federer e Nadal, il tennis femminile si arricchiva di addetti alla promozione provenienti da sport di successo come il Basket NBA, sfruttando la diversità delle sue migliori giocatrici per una promozione a 360°.

Nel 2007 il circuito optò per una rivoluzione netta del sistema di organizzazione stagionale dei tornei, un’idea nota come Roadmap circuit reform, che mirava ad una stagione più corta, ma con aree geografiche più compatte nella distribuzione dei tornei e soprattutto ad un aumento del montepremi totale del 40% a partire dal 2009. Nello stesso anno anche il Roland Garros e Wimbledon accettarono di equiparare il montepremi del torneo femminile a quello maschile, segnando una svolta epocale. La stagione successiva vide la promozione della campagna “Looking for a Hero?”, la più imponente della storia del tennis femminile, in concomitanza con il 35° anniversario della fondazione della WTA per mano di Billie Jean King.

Lo spostamento di molti tornei verso il mercato asiatico, seppur largamente contestato dai luoghi di tradizione tennistica, portò ad un sensibile incremento del montepremi, grazie all’arrivo di sponsor sempre maggiori dall’est, mentre la profondità del circuito femminile si faceva sempre più palese: nel solo 2009 ci furono 34 vincitrici diverse in 54 tornei da calendario, tra cui 13 alla prima affermazione. Le scelte di apertura verso nuovi mercati e le massicce campagne di promozione hanno reso il tennis femminile uno sport sempre più internazionale, arrivando negli ultimi anni ad avere 10 nazioni diverse rappresentate tra le prime 10 giocatrici del mondo in più occasioni.

Nel 2011, con il trasloco del torneo di fine stagione ad Istanbul, la WTA ha lanciato la nuova campagna di promozione “Strong is Beautiful”, che puntava all’affermazione della bellezza del gesto sportivo: 40 giocatrici ne presero parte, coprendo oltre 80 mercati internazionali, mentre Rolex si impegnò definitivamente anche nel circuito femminile, divenendo sponsor ufficiale delle finali, che segnarono un debutto positivo nella città più fiorente del Bosforo con 70.000 spettatori.

Il 2013 fu segnato dalla campagna “40 Love” e dalla celebrazione dei 40 anni di WTA, raggiungendo un montepremi stagionale di 118 milioni di dollari, lanciando iniziative di promozione dei propri talenti e delle proprie “Rising stars”, assicurandosi così un continuum del loro progetto.

All’inizio di questa stagione era poi arrivato il più grande accordo mediatico nella storia dello sport femminile: con la ditta PERFORM la WTA si è assicurata, a partire dal 2017, la copertura integrale di tutti i match di tabellone principale di ciascun evento del calendario, avvicinandosi alle richieste del numero sempre maggiore di fan. Proprio per avvicinarsi a questi, la Allaster ha voluto implementare la diffusione di informazioni provenienti da dentro e fuori il campo, creando un contatto quasi diretto tra giocatrici e fan tramite Twitter e i WTA Live All Access, oltre alla creazione di canali di diffusione social specifici, come il recente WTA Insider su Twitter.

La scelta di ritirarsi per motivi personali, che diverrà effettiva dal 2 ottobre, sarà l’ultimo atto di una donna forte, votata da Forbes come una delle più potenti dello sport mondiale, che ha saputo creare una macchina mediatica altrettanto determinata e proiettata al successo. Le sue scelte hanno spesso fatto discutere, ma si può oggi affermare con certezza che la crescita di popolarità del tennis femminile non sarebbe stata altrettanto netta senza il contributo della canadese, che pur liberando il proprio posto ad altri, si lascia alle spalle un’eredità degna del proprio contributo. Il grande merito della Allaster è stato quello di saper guardare al di là del “qui e oggi”, tanto che il futuro del tennis femminile sembra già essere realtà: la promozione delle Rising Star ha fatto conoscere ai fan le giocatrici del domani per il loro gioco e le loro personalità.

Quando Serena Williams lascerà il tennis, Petra Kvitova, Simona Halep, Eugenie Bouchard, Elina Svitolina e Belinda Bencic saranno già star globali, rimpiazzando in fretta la fortissima americana, tra i maschi dietro ad un Nadal in calo e il trio di testa molto è lasciato nelle mani di Milos Raonic…forse anche l’ATP dovrebbe sbirciare quanto fanno dal circuito in gonnella.

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