Eremin in rampa di lancio

di Marta Polidori

Tra i tanti talenti italiani di cui sentiamo parlare, troppo poco si leggono notizie su Edoardo Eremin.

Per fortuna ha giocato il torneo 15.000 $ di Vercelli, cosa che mi ha permesso di vederlo da vicino, e ancora più fortuna per me il fatto che sia un ragazzo così disponibile e che quando gli ho chiesto se potessi fargli due domande abbia accettato di buon grado.

Nato il 5 ottobre del 1993 ad Acqui Terme, in provincia di Alessandria, decide di raccontarsi a SpazioTennis.

Quando hai cominciato a giocare, dove e con chi?

“Ho cominciato a giocare a 5 anni con mio padre Igor, mio maestro tuttora, in un paese di nome Cassine.

Di questo sport non so esattamente cosa mi affascini; ho provato a giocare a calcio, uno sport che mi piace tantissimo, ma in cui non ho avuto la possibilità di provarci seriamente.”

Quando hai deciso di provarci seriamente con il tennis?

“Ho deciso di fare sul serio quando avevo 12 anni, il mio allenatore e’ mio padre Igor, russo di origine ma che vive in Italia da ormai 22 anni. Al momento sto lavorando per la maggior parte sull’aspetto mentale, perchè tecnicamente c’e’ davvero poco da migliorare.”

Quanto ti alleni tra tennis ed atletica?

“Mi alleno dal lunedi al venerdi più o meno cinque ore al giorno, atletica compresa, poi dipende da che tipo di lavori faccio, ma di solito è così.”

Che tornei hai in programma dopo Vercelli? Ti senti in forma?

“Farò Padova, Vicenza, Sanremo, e poi andrò da qualche parte a fare le qualificazioni di challenger per fare un po’ di esperienza. Sto iniziando a sentirmi bene e piano piano si va avanti…”

Su cosa ti senti sicuro e cosa potresti migliorare?

“Io sono uno che va a giornate,  posso sentirmi bene un giorno di diritto e un altro male. Non mi sono mai sentito sicuro su un colpo fisso, devo lavorare tecnicamente su servizio e diritto.”

Cosa caratterizza un buon giocatore e cosa lo svantaggia?

“Per me un giocatore che punta ad arrivare in alto deve avere voglia di lavorare, saper accettare le sconfitte, possedere la forza di volontà e soprattutto l’umiltà, cosa che in molti non hanno… Quello che impedisce ad un giocatore di scalare la vetta possono essere molti fattori che insieme creano problemi…”

Mi dici un tuo ricordo tennistico particolarmente piacevole e uno triste?

“Il più bello è stato quando ho vinto i campionati italiani ad Albinea nel 2009, allora ero accompagnato da Mauro Balestra, tuttora mio grande amico e di cui ho grande stima, mia madre Paola e mia sorella Eleonora, e con tutti loro, soprattutto con ‘Maurone’, ho avuto un momento davvero speciale…

Un momento triste è stato quando persi la mia seconda finale futures in Serbia, l’anno scorso in settembre, ero davvero sconsolato.”

Ti ispiri a qualche giocatore in particolare?

“Il giocatore che mi piace è Marat Safin, ma io non mi ispiro a nessuno… Cerco sempre di essere il più spontaneo possibile.”

Altezza, peso e che racchetta usi (perdonami ma non ci ho fatto caso l’altro giorno).

“Sono alto 1 e 86, peso 90 kg e gioco con la wilson k-blade 98.”

Con l’augurio che tutti i  suoi sogni si realizzino, spero di avere presto sue buone notizie e gli faccio un grande in bocca al lupo per tutto.

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