Alexandra Eala ha ormai confermato di non essere solo una promessa, ma un pezzo di rivoluzione per il tennis filippino. In una lunga intervista concessa a ClayTennis a San Paolo, la 20enne numero 61 del mondo ha parlato con chiarezza del presente, del passato che l’ha plasmata e degli obiettivi che la spingono avanti.
“Ci sono 115 milioni di filippini e io sono la prima tennista nella storia; è così pazzesco”, dice Alexandra con un misto di incredulità e orgoglio. Dopo essere diventata la prima filippina a vincere una partita in un Grande Slam, agli US Open, Eala confessa: “Sento che quest’anno è stato il migliore finora nella mia carriera. Ma il tennis ha tanti alti e bassi… Sono felice di come sto gestendo le situazioni difficili”.
Un punto fermo per lei è stato sempre il nonno: “È stato una parte fondamentale della mia vita e dell’infanzia. Con i miei genitori ovviamente, è stato uno dei grandi artefici di come mi comporto in campo, del mio mindset e della mia forza mentale”. La sua figura non era quella di un allenatore professionista, ma di un appassionato del club che trasmetteva amore per il gioco: “Voleva solo stare con me, familiarizzare, mi legava allo sport, mi dava routine”.
Cresciuta in un ambiente dove il tennis non è mai stato un modello professionale consolidato, Alexandra sottolinea come i modelli siano arrivati da fuori: “Forse non avevamo qualcuno al livello professionistico realmente internazionale, ma nella mia famiglia ho avuto molti riferimenti non solo nel tennis, ma nella vita in generale”. E spiega: “Mi ispiravo a Sharapova per l’aggressività, a Na Li perché asiatiche… insomma, puoi prendere ispirazione da chi vuoi”.
Riconoscere il proprio status nel suo Paese la emoziona: “Mi sento così benedetta adesso. A volte è difficile da capire che ci sono 115 milioni di persone che stanno guardando. Ma sono così felice di poter restituire al mio Paese in ogni modo possibile”.
Tra i momenti che le hanno dato più soddisfazione, Eala evidenzia il cammino a Miami, con vittorie su Ostapenko, Keys, Badosa e Swiatek: “Miami è stato storicamente importante, ma anche il match contro Tauson agli US Open è stato così emotivo”.
Quando le chiedono quale Slam vorrebbe vincere per primo, senza esitazione risponde: “Direi Wimbledon. Fin da piccola era il torneo che guardavo di più. Ma l’US Open è un forte secondo”.
Infine, non manca di dichiarare le sue ambizioni più grandi: “Sono molto ambiziosa. Tutti hanno grandi sogni nel tennis. Essere numero uno al mondo e vincere Slam è il mio sogno. Ma essere un’atleta professionista a questo livello è già qualcosa di cui sono orgogliosa”.