Gianluca Mager si ritira: “Vi racconto la mia storia”

Ogni storia ha un inizio. Quello di Gianluca Mager è sicuramente stato un po’ fuori dalle righe. Come tanti bambini, inizia a giocare a 5 anni al Circolo Tennis Sanremo, proprio a fianco a casa e a due passi dalla scuola. Il tennis diventa improvvisamente il suo passatempo preferito e il suo talento si riconosce da subito.

A 12 anni si trasferisce a Genova ma a 15, quando il gioco si fa duro, il buio. Non vuole più giocare tornei, non si allena nemmeno.

Ho avuto un’adolescenza un po’ particolare. Fuori dalle righe rispetto a un classico sportivo. Uscivo e ne facevo passare tante, troppe, ai miei genitori. L’ultima cosa che pensavo era di diventare un giocatore di tennis. Ero un ribelle a cui non piacevano particolarmente le regole”.

Nonostante tutto c’è papà Sergio, che per fortuna non molla. Non importa che il figlio abbia preso una brutta strada. Sergio vuole dare un futuro a Gianluca: potrà fare il maestro di tennis. Allora lo iscrive ai tornei open vicino a casa e lo accompagna sempre.

Malgrado questo periodo di buio, il Park Tennis Club Genova non si dimentica di lui. Lo chiama il presidente Mauro Iguera: “Voglio vincere lo scudetto. Abbiamo una squadra di serie A1 importante. Ti vogliamo con noi come vivaio”. La proposta è vitto, alloggio e allenamenti gratis. Gianluca accetta e torna cosi a Genova, dove si renderà conto di voler diventare un giocatore di tennis. La spinta finale gliela darà Diego Nargiso, che dopo averlo visto giocare a un torneo open vicino a casa lo contatta. Inizia così un nuovo capitolo della vita di Mager.

Quando arrivò Diego feci una scelta importante e dissi ai miei genitori di voler diventare un tennista professionista. Ricordo ancora adesso lo scetticismo nei loro occhi. Da quel momento, per un anno, la mia vita funzionava così: autobus da Sanremo a Ventimiglia, treno da Ventimiglia a Montecarlo, camminata in salita di 2 km per raggiungere il circolo in cui mi allenavo. Un panino a pranzo, la sessione pomeridiana e via al contrario per tornare a casa. Un anno. Senza saltare mai un giorno, senza fare mai un ritardo. Per dimostrare a me stesso e alla mia famiglia, soprattutto, che ero cambiato e maturato”.

Ad accorgersene sarà anche la Federazione, che lo accompagnerà e sosterrà nelle sue scelte più importanti durante la sua carriera. Il rapporto con Diego durerà circa 3 anni. In seguito la scelta di Gianluca, dopo un anno al Centro Tecnico Federale di Tirrenia, di tornare a casa, nel suo circolo di sempre. Dal ritorno a Sanremo il suo percorso lo vedrà sempre al fianco di due figure permanenti: Matteo Civarolo e Valentine Confalonieri.

Gianluca Mager - Foto Marta Magni/MEF Tennis Events
Gianluca Mager – Foto Marta Magni/MEF Tennis Events

Mager inizia una carriera di ottimo livello che lo porterà sino al 62º posto del ranking mondiale, vincerà 6 titoli Challenger e 5 Futures, giocherà almeno una volta il tabellone principale di tutti gli Slam, indosserà (vincendo) la maglia della Nazionale in Coppa Davis, si prenderà le prime pagine arrivando in finale all’ATP 500 di Rio de Janeiro (febbraio 2020) battendo anche Dominic Thiem, ai tempi numero 4 del mondo. Insieme al Park vincerà due scudetti e sarà riconosciuto come il vivaio più forte d’Italia per diversi anni, senza mai cambiare squadra.

Chi non mancherà mai è Valentine, sempre lei, che a un certo punto cambierà veste e diventerà la sua metà. Sua moglie. La madre dei suoi figli. Il principale punto di riferimento di una vita sopra le righe che alla fine ha trovato molto più che un senso.

Ecco, tuttavia, la nota dolente.

Purtroppo non sono mai stato in grado di godermi il bello della mia carriera. Sarà sempre il mio più grande rimpianto. Per colpa mia e per quel che è successo dopo. È arrivato il Covid, i tornei erano vuoti, non c’era più niente. Triste. Una lotta furibonda per arrivare a quei livelli e poi quando realizzi finalmente un grande sogno, quando Capitan Corrado Barazzutti ti stupisce dicendoti ‘giochi te’, difendi il tricolore in Coppa Davis in uno stadio vuoto perché il giorno prima hanno chiuso tutto”.

Siamo a marzo 2020, il Tour si sposta a Indian Wells, nel deserto californiano. Ma non si giocherà. “Arrivai carico, mi ripetevano ‘stai giocando come un treno’. Feci un allenamento e annunciarono la cancellazione del torneo. Tornammo a casa e ci restammo 6 mesi. La ripresa non fu neanche pessima, riuscii a vivere un altro paio di stagioni di livello, affrontai Kyrgios al secondo turno di Wimbledon, Sinner al secondo turno del Roland Garros, battei De Minaur al Foro Italico, Fucsovics a Indian Wells. Collezionai diversi quarti di finale in vari ATP 250 battendo giocatori importanti. Quella contro Jannik la ricordo bene: persi 6-1 7-5 3-6 6-3 sciupando due set point nel secondo parziale”.

Tutto bello, apparentemente: “Ero sulla Margaret Court Arena di Melbourne contro Andrey Rublev. Australian Open 2022. Di fronte al numero 6 ATP. Dentro di me non vedevo l’ora di tornare a casa. Da lì, dico la verità, è iniziata una vera e propria battaglia interiore”.

Nel frattempo Gianluca sta per diventare padre: “Durante tutta la mia carriera ho vissuto emozioni contrastanti, alcune sicuramente belle e positive che mi hanno spinto a inseguire un piccolo sogno, altre invece hanno costantemente messo alla prova quella che in fondo è la mia natura. Come tanti dicono ‘questo sport non è per tutti’. M sono sempre ritrovato in questa espressione. Il tennis per me è stato una battaglia contro me stesso. Fino alla fine. Le mie lotte personali mi hanno aiutato a superare tante volte i miei limiti, paure e insicurezze, portandomi via tante energie che lentamente mi hanno logorato. Negli ultimi anni il fuoco che mi ha animato per tanto tempo si è lentamente spento. Le priorità sono cambiate e oggi, all’età di 30 anni, ho deciso di fare i conti con me stesso e di essere veramente chi sono”.

Oggi Mager può finalmente dire ciò che da giocatore non potresti mai ammettere a te stesso, ma neanche agli altri: “È strano da dire, ma quando è nata la mia prima figlia qualcosa dentro di me è cambiato. Sono emersi tutti i limiti contro cui ho sempre lottato. Sono una persona che ama la stabilità, sono molto legato alla mia famiglia e ho sempre patito il continuo viaggiare. La vita di un giocatore di tennis è in continuo movimento, le valigie non vengono mai disfatte del tutto, si prendono aerei in continuazione e mentre lo fai devi elaborare l’ennesima sconfitta. In giornate in cui magari vorresti essere semplicemente a casa tua a festeggiare un normale giorno di Natale. Bisogna essere forti a saper gestire la pressione. Se non vinci non guadagni, se non salvi i punti dell’anno precedente perdi classifica e se non ne fai abbastanza rischi di non giocare gli Slam e le tue tasche lo soffrirebbero. I ritmi sono alti e costanti, non hai tempo per fermarti e provare a resettare tutto. Se lo fai, poi rimetterti in carreggiata non è semplice. La fiducia è il Santo Graal, quando te ne impossessi senti che improvvisamente tutto fluisce nel verso giusto e sei capace di fare grandi cose. Quando la perdi, invece, devi ripartire da zero e per riuscire sempre a rialzarti il tennis deve venire prima di tutto”.

Parallelamente alla carriera, Gianluca consolida il suo legame con Matteo Civarolo. Sono 15 anni, ormai, che il Circolo Tennis Sanremo è come una seconda casa nella quale entrambi sono cresciuti: uno come giocatore, allenato sempre dal suo fedele amico ‘Civa’, e l’altro come coach che oggi segue Matteo Arnaldi. Proprio in quest’ultimo periodo insieme sviluppano l’idea di trasformare tutto il loro trascorso tennistico in un progetto di grande ambizione. Da ottobre, infatti, gestiranno l’intera scuola tennis del prestigioso Circolo Tennis Sanremo con l’augurio di poter trasmettere tutta la loro passione ai prossimi futuri giovani tennisti.

E ogni storia ha una fine. Quello di Gianluca è sicuramente un finale di grande consapevolezza e felicità.

Le sue certezze derivano dalle battaglie vinte sul campo e fuori. Guardandosi indietro mai avrebbe pensato che quel bambino e adolescente così ribelle e anticonvenzionale avrebbe un giorno avuto l’occasione di calpestare i campi da tennis più importanti del mondo. A 18 anni la sua vita è cambiata: fu molto coraggioso a sfruttare l’occasione che gli è stata concessa. A volte, per qualcuno, il ‘non è mai troppo tardi’ funziona. Allo stesso tempo è stata proprio quell’adolescenza a fargli saltare passaggi fondamentali per restare a lungo nell’élite del tennis mondiale.

Un giovanissimo Mager con Rafael Nadal a Montecarlo
Un giovanissimo Mager con Rafael Nadal a Montecarlo

Questo sport ormai non perdona più niente, i tempi sono cambiati e la necessità di essere dei professionisti arriva sin dalla giovane età. Oggi giorno bisogna saper sfruttare a pieno le competenze derivanti da una serie di figure necessarie per sostenere la crescita di uno sportivo. Mi rendo conto solo adesso che le basi per la formazione di un professionista si pongano in età quasi prematura. È importante trasmettere un metodo di lavoro, una certa dedizione e disciplina fin da subito. Infatti è nato in me il forte desiderio di voler insegnare ai giovani ragazzi, soprattutto nella fascia di età dai 12 anni in su, a comprendere l’importanza di cosa significa essere un giocatore di tennis, dunque a non commettere i miei stessi errori perché la carriera non dura per sempre”.

In conclusione: “A conti fatti il tennis mi ha dato molto più di quello che mi ha tolto: mi ha permesso di prendere la giusta via, di crescere e conoscere pienamente me stesso. Mi ha insegnato il valore del sacrificio per ottenere qualcosa di importante. Mi ha dato la possibilità di girare il mondo e di avere una bellissima famiglia: sempre a ottobre diventerò per padre la terza volta. Ho conosciuto tante persone che tutt’ora fanno parte della mia vita. Persone a cui devo tanto a livello affettivo perché mi hanno accompagnato nel mio percorso e so che mi sosterranno anche in futuro. Oggi sono soddisfatto del percorso che ho fatto e sento dentro di me di avere delle nuove energie da dover indirizzare in un nuovo capitolo. Domani ci sarà un nuovo inizio e sono grato di poterlo condividere con tutti voi!”.

Mager a Wimbledon
Mager a Wimbledon

Leggi anche: