Davis, si spengono le speranze azzurre

Bolelli

di Federico Mariani

Al termine della prima giornata di competizioni in un Palexpo di Ginevra stracolmo di 18000 persone, la Svizzera chiude 2-0 mettendo una seria ipoteca sul passaggio del turno e l’approdo in finale. Si spengono, quindi, con la sconfitta di Fognini le già flebili speranze azzurre che erano inevitabilmente legate al suo eventuale successo su Wawrinka.

Gli svizzeri fanno appieno il loro dovere conquistando sei set su sei e perdendo la miseria di un turno di servizio in due incontri. Dati che testimoniano un predominio pressoché totale di quelli che comunque erano i grandi favoriti per l’accesso in finale. Umori contrastanti per gli azzurri scesi in campo: se da una parte, infatti, Bolelli ha fatto anche più di quello che si poteva preventivare giocandosela quasi alla pari con Federer, Fognini dal canto suo ha deluso le attese racimolando la miseria di sei giochi con Wawrinka in quello che era, tra i due, il match più abbordabile.

Qualificazione, quindi, più che ipotecata per i rossocrociati che, qualora non dovessero chiudere i conti col doppio di domani, non dovrebbero avere particolari problemi a conquistare il terzo e decisivo punto nella giornata di domenica.

FEDERER B. BOLELLI 7-6(5) 6-4 6-4

Sotto gli occhi di mamma Lynette, papà Robert e la Svizzera tutta, Roger Federer batte in tre set Simone Bolelli e consegna ai rossocrociati il primo punto della sfida compiendo un passo verso la tanto agognata finale.

Nonostante sia mancato un po’ di pathos, dato che è stato quasi sempre palese il controllo dello svizzero sull’incontro, il match è risultato godibile e divertente, a tratti spumeggiante. Merito sicuramente di Simone Bolelli, autore di una partita di altissimo livello che finalmente ne consacra il ritorno definitivo, come dallo stesso Simone ammesso a fine match.

Il talento di Budrio ha servito in maniera impeccabile, specie nel primo set. Un primo set deciso solo al tie break e caratterizzato dal totale dominio dei servizi (neanche l’ombra di una palla break). Al tie break è salito in cattedra Federer giocando (e servendo) da campione quale è: sei prime su sei in campo e zero chance per Simone alla risposta. Vinto il primo parziale, Roger ha sciolto ancora di più il braccio ed ha piazzato il decisivo allungo nel settimo gioco, chiudendo poi il set al decimo. Stesso identico punteggio anche nel terzo set con il break arrivato prima (al terzo gioco) grazie ad un beffardo nastro rossocrociato sulla palla break. L’ex numero uno ha comunque sempre dato l’impressione di poter controllare l’incontro ed alzare il livello a suo piacimento quando più serviva come ad esempio al tie break della prima frazione.

Guardando in casa-Italia c’è poco da dire perché obiettivamente in questo primo incontro c’era poco da fare. Difficile, anzi impossibile anche soltanto chiedere a Bolelli di battere Federer. Giusto comunque schierarlo da parte di Barazzutti perché Simone è al momento più valido e pronto di Seppi. Non si tratta di mancanza di gratitudine nei confronti dell’altoatesino, ma semplicemente il capitano azzurro doveva mettere in campo i migliori uomini a disposizione in quel momento, come del resto ogni allenatore dovrebbe fare.

Di vitale importanza ora per gli azzurri è il secondo match, sulla carta molto più aperto, tra Stan Wawrinka e Fabio Fognini che potrebbe regalare il fondamentale punto del pareggio per restare aggrappati al sogno-finale.

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WAWRINKA B. FOGNINI 6-2 6-3 6-1

Era il match che poteva fare la differenza per i colori azzurri. Era l’unica chance per l’Italia di rimanere aggrappata ai rivali, perlomeno fino a domani, per poi provare magari a far giocare sottopressione gli svizzeri in doppio. Era, sarebbe potuto essere, ma non è stato. La realtà dei fatti è diametralmente opposta perché Fabio Fognini, il nostro più forte giocatore, è stato spazzato via da una prestazione super di Stan Wawrinka che ha quasi scherzato l’azzurro sul rettangolo di gioco, sicuramente lo ha fatto nel punteggio.

Un severissimo 6-2 6-3 6-1 che lascia poco spazio a commenti. Scorre tutto veloce, troppo veloce per Fabio. I quindici, i game, i set, così come il tennis di Wawrinka: potente, centrato, pesante, veloce. E’ francamente pleonastico parlare di numeri, palle break e ace di fronte ad una superiorità totale in un match mai in discussione.

Peccato, perché Fognini aveva già dimostrato in passato di sapersi esaltare contro i primissimi della classe, specialmente in questa strana e stupenda competizione come la Coppa Davis che, spesso e volentieri, è in grado di limare le differenze tecniche e rendere tutto molto più equilibrato. Non è stato così oggi. Stan ha messo in campo tutto il suo repertorio e la maggiore velocità e pesantezza di palla dello svizzero hanno deciso le sorti della disputa. Dal punto di vista dello svizzero, questo è un ottimo segnale dopo le critiche (giuste) ricevute per la deficitaria prestazione contro Golubev nei quarti di finale.

Il doppio di domani, che resta un 50-50,può prolungare la sfida e “costringere” Federer a scendere in campo anche domenica contro Fognini. Magari deresponsabilizzato Fabio potrebbe sfoggiare una buona prestazione per far dimenticare quella odierna.

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