Medvedev a Bolshe: “Addio Cervara? Dovevo provare qualcosa di nuovo”

Donato Boccadifuoco
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Daniil Medvedev - Photo Courtesy of China Open

Nel match contro Bonzi ho attraversato uno dei momenti più difficili della mia carriera”. Così Danil Medvedev racconta ai microfoni di Bolshe le complesse emozioni provate in un 2025 ricco di cambiamenti e i momenti difficili vissuti dentro e fuori dal campo da tennis passando però anche da quella che sembra una ritrovata fiducia nel suo gioco. Il russo ha chiuso in crescendo una stagione complicata, chiusa fuori dalla top 10, ma che gli ha comunque permesso, a poco più di due anni di distanza dal successo nel Masters 1000 di Roma 2023, di tornare a conquistare un titolo ATP nel 250 di Almaty.

“WHAT DID REILLY OPELKA SAID”?

Un match point da fronteggiare, un fotografo che entra in campo tra una prima e una seconda di servizio, la decisione di un giudice di sedia di far ripetere quella prima di servizio e quelle singolari parole rivolte da Medvedev all’umpire Greg Allensworth (“What did Reilly Opelka Said”?). Questa la sintesi estrema di quanto fuori dall’ordinario è accaduto nel match tra il tennista russo e Benjamin Bonzi valido per il primo turno degli US Open 2025, match che ha visto trionfare al quinto set il nazionale francese (6-3 7-5 6(5)-7 0-6 6-4) dopo il tentativo di rimonta del moscovita iniziato proprio a seguito di quell’episodio.

Dopo averlo indicato come uno dei momenti più difficili attraversati in carriera, Medvedev descrive così quanto accaduto: “Non ho più rivisto quell’incontro contro Bonzi e non intendo farlo. Non ho capito subito che la mia reazione avrebbe suscitato tanto clamore sui social e sui media perché quando sono in campo penso solo al campo. Mi sentivo malissimo in campo e probabilmente è successo tutto per questo motivo. Però ammetto che quella partita mi ha aiutato a capire che dovevo necessariamente cambiare qualcosa sia in me stesso sia intorno a me. Vincerla non avrebbe fatto alcuna differenza, anzi mi sarei dispiaciuto perché non mi sono comportato in maniera ideale. Continuo a pensare, senza voler criticare nessuno, che quello non era il momento per dare la prima di servizio ma sono contento di non aver vinto quella partita perché sarebbe stato scorretto nei suoi confronti. Poi, ovviamente, ero in campo e quando sono in campo cerco sempre di vincere”.

A seguito di quell’episodio, l’ex numero 1 del mondo rivela di essersi scusato per il suo comportamento: “Mi sono scusato con le persone con cui sentivo di doverlo fare anche se non dirò chi. Non sono una di quelle persone che si sente in dovere di scusarsi col mondo intero anche se viviamo in un mondo dove qualsiasi cosa tu faccia, anche buona, viene vista da tutti”.

NUOVO COACH E NUOVO ‘VECCHIO’ MEDVEDEV?

Ancora gli US Open dunque a rappresentare una tappa fondamentale nella carriera di Daniil Medvedev: nel 2021 con il primo, e unico, titolo Slam con la vittoria in finale su Novak Djokovic (6-4 6-4 6-4) che impedì al serbo di completare il Grande Slam; nel 2025 con la decisione di separarsi ufficialmente dallo storico coach Gilles Cervara e di affidarsi alla coppia formata dall’ex numero 8 del mondo Thomas Johansson e da Rohan Goetzke: “Era già da un po’ di tempo che pensavo di prendere quella decisione ma per un po’ è rimasta dentro di me a livello inconscio – afferma il moscovita – Sono diventato cosciente di quella decisione proprio al termine degli US Open, era arrivato il momento per me di dover provare qualcosa di nuovo. Ne abbiamo parlato con Cervara e la nostra è stata una discussione tra adulti che si sono capiti. Sono molto contento di tutti i traguardi che abbiamo raggiunto insieme (20 titoli sul circuito maggiore ndr) e penso che resteremo sempre in ottimi rapporti”.

FIDUCIA RITROVATA

Nuovo titolo da aggiungere in bacheca, nuovi coach, nuove consapevolezze e una ritrovata voglia di tornare ai massimi vertici del tennis mondiale attraverso la fiducia nel proprio gioco. Il numero 13 del mondo tiene a sottolineare quanto sia la fiducia nei propri mezzi e nel proprio gioco a poter fare la differenza: “Se penso a come ho giocato a Cincinnati, Washington e Toronto, penso che i miei colpi fossero buoni ma non riuscissi a ritrovare il mio gioco – conclude MedvedevContro Zverev a Pechino non solo sentivo di star giocando bene ma anche di aver ritrovato il mio tennis cosa che sono riuscito a fare anche a Shanghai. La fiducia nel proprio gioco è fondamentale. Se ce l’hai, anche dall’esterno sembra che tu sappia cosa fare”.

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