Da Carboni a Caniato passando per Tabilo: diario di bordo dall’Olbia Challenger

Lapo Castrichella
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Alejandro Tabilo - Foto Yuri Serafini

Da Olbia, Lapo Castrichella. DAY 0 – SABATO. Il pomeriggio di sabato chiudo la valigia e lascio Livorno, direzione aeroporto di Pisa. Sono pronto e motivato per questa nuova esperienza, ho voglia di fare bene. Dunque, il volo per Olbia parte alle 16:15: è rapido, diretto, appena cinquanta minuti. Appena atterrato incontro Francesco, il ragazzo della transportation di MEF Tennis Events, l’organizzazione che cura il torneo. Sono qui insieme a mio padre che segue Maestrelli. Subito diretti al circolo, immerso nel Parco Fausto Noce, un polmone verde nel cuore di Olbia. Arrivo ancora vestito da viaggio, tuta sportiva, zaino, valigia ma non c’è tempo da perdere: alle 19 ci aspetta la cena del torneo con la presentazione ufficiale e il sorteggio del tabellone principale. Mi cambio al volo e in un’ora siamo pronti. L’atmosfera è elegante, ma rilassata: buffet d’antipasti, primo, secondo e un dolce per chiudere la serata. Finita la cena raggiungo l’hotel insieme ai miei colleghi: Pietro Corso, responsabile dell’ufficio stampa e dei social, e Yuri Serafini, fotografo ufficiale del torneo. Per arrivare all’hotel dobbiamo attraversare il parco, ma di notte molti ingressi sono chiusi; quindi passiamo dall’ingresso principale che ci allunga un po’ la strada ma finalmente arriviamo. Condivido la camera con Yuri, il letto come (quasi) sempre è un po’ corto per la mia altezza (due metri!) ma ormai inizio a esserci abituato. Vado a dormire per riposare ed essere pronto per il Day 1.

Lapo Castrichella - Foto Yuri Serafini
Lapo Castrichella – Foto Yuri Serafini

DAY 1 – DOMENICA. I match iniziano alle 10, quindi verso le 9:15 esco dall’hotel e in cinque minuti di cammino sono al Tc Terranova. È vicino, comodo, dentro il Parco Fausto Noce. Si parte con i primi match di qualificazione: alcuni con nomi sconosciuti, doppisti, o ragazzi un po’ più indietro in classifica. Ci sono Dalla Valle, Carboni e Ribecai che passano il primo turno di qualificazioni, e poi le wild card locali, che purtroppo perdono nettamente. È sempre bello vedere quando si dà la possibilità a ragazzi giovani locali di coronare il sogno di giocare in un palcoscenico così importante, tolto il risultato che è quasi sempre scontato, è comunque un’esperienza che vale tanto per loro. Io sono qui come social media manager dell’evento; quindi, la prospettiva è completamente diversa da quella che avevo in passato. Quando andavo ai tornei con mio padre, stavo dentro il team del giocatore: allenamenti, box, partite, tutto vissuto da dentro. Ora invece il lavoro è un altro, e anche l’occhio cambia. Da quando faccio questo mestiere, so che un giornalista o un addetto stampa deve essere il più neutrale possibile. Certo, puoi avere simpatie, ma non puoi sostenerle, né tifare a bordo campo. E soprattutto non hai più tempo di vedere tante partite: devi produrre contenuti, seguire il torneo, raccontarlo al mondo e fare in modo che chi viene qui si senta nel miglior posto possibile. Il primo giorno di quali finisce presto, non ci sono troppi match. Alcuni giocatori devono ancora arrivare, anche perché molti sono impegnati con la Serie A1 di tennis. Nel pomeriggio però c’è una bella parentesi: il torneo organizza un’uscita in barca per i giocatori, un’esperienza speciale per visitare Tavolara e Molara. Ci vado anche io, insieme a Francesco Maestrelli, Luca Pavlovic, i loro allenatori, il fotografo Yuri e un socio del circolo, Renzo, che mette a disposizione la barca. Due ore e mezza bellissime, mare limpido, sole, aria giusta: davvero una gran esperienza. Rientriamo al circolo, sistemiamo le ultime cose e poi, visto che è una delle ultime sere senza match serale, usciamo a cena con Maestrelli e Basile, insieme ai loro team. Cena tranquilla, si chiacchiera un po’ di tutto, poi gelato nel corso di Olbia e due foto alla ruota panoramica illuminata. Si chiude così la domenica, con quella sensazione bella di stanchezza ma di voglia di arrivare al giorno seguente per creare cose nuove.

DAY 2 – LUNEDÌ. Solita routine: sveglia alle 9 e un quarto, colazione veloce e in cinque minuti a piedi sono al circolo. I match iniziano alle 10: prima le ultime partite di qualificazione, poi i primi incontri del tabellone principale. Dalla Valle perde contro Glinka, ma viene ripescato come lucky loserCarboni invece gioca un match incredibile contro un doppista semisconosciuto, ma che oggi sembrava giocare molto bene. Da sotto 5-2 nel terzo set lo ribalta e vince 7-6. È una partita bellissima, una di quelle che ti fanno venire voglia di crederci fino all’ultimo punto. Sul campo 2 Michele Ribecai supera Negritu ed accede per la prima volta nel main draw di un Challenger. Poi tocca a Grenier, che rimonta Basavareddy, americano classe 2005, uno che gioca bene, davvero bene. Stavolta però si ferma al primo turno. Butvilas invece sconfigge Moez Echargui, che quest’anno ha fatto un salto enorme: da 500 del mondo a 140, e a gennaio giocherà per la prima volta una qualificazione Slam in Australia. Sono quelle storie che ti riempiono il cuore, uno che per dieci anni gioca nei tornei piccoli, si fa il mazzo, e poi all’improvviso trova l’anno buono. Ti fa pensare a quanto il percorso di un tennista (ma anche di uno sportivo, in generale) sia lungo, pieno di salite, e quanto la fiducia nel processo conti più di tutto. Magari la gioia non arriva a 23 o 25 anni ma arriva a 33. Nel pomeriggio organizziamo il Kids Day: tanti bambini in campo, che fanno domande e palleggiano per pochi minuti con alcuni giocatori, documento tutto questo frangente di pomeriggio, e poco dopo monto un reel. Rivedo Carlo Alberto Caniato dopo un po’ di tempo. È cresciuto tanto, e si vede che i risultati positivi degli ultimi mesi gli hanno dato fiducia. C’è un momento che mi resta impresso: Carboni vince e a vederlo c’è tutta la sua famiglia. Lui è di Alghero, quindi non proprio “di casa”, ma comunque sardo. Si percepisce quella felicità semplice, genuina: quella di un figlio che sente di aver reso orgogliosi i propri genitori, e di genitori che vivono la gioia attraverso i suoi occhi. Sono le cose più belle dei tornei Challenger. Momenti che nei tornei grandi restano nascosti, qui invece li vedi da vicino: il raccattapalle che chiede la foto, il bambino che aspetta l’autografo, il giocatore che si ferma a parlare. C’è umanità, ed è quello che mi piace di più. L’ultimo match di giornata è Stefano Travaglia contro Luca Van Assche, un match tirato, chiuso dal francese 6-3 al terzo che passa al secondo turno dopo una grande lotta. Noi finiamo il lavoro, sistemiamo le ultime cose e torniamo in hotel. Ma non contenti, decidiamo di uscire di nuovo: posiamo la roba, ci vestiamo più pesanti (perché di sera qui rinfresca parecchio) e andiamo in centro a prenderci un gelato.

Lapo Castrichella - Foto Yuri Serafini
Lapo Castrichella – Foto Yuri Serafini

DAY 3 – MARTEDÌ. Mi aspetta una giornata intensa, il cielo è un po’ coperto, il meteo minaccia pioggia nel tardo pomeriggio. Ci sono sei match in programma sulla Cloto Arena, altrettanti nei campi secondari. Si parte con Carlo Alberto Caniato, che vince un gran match contro Added giocando un tennis molto solido. Si nota la crescita degli ultimi mesi, e vederlo così dà soddisfazione. Spesso si parla di ragazzi di vent’anni o poco più come se fossero “indietro” solo perché non sono ancora nel giro fisso dei Challenger, ma in realtà ognuno ha i suoi tempi. Il tennis è uno sport che offre spazio a tutti, ogni settimana è un’occasione per fare un passo avanti, per sorprendere. Poi tocca a Maestrelli, che purtroppo si ferma dopo un match molto lottato. Recupera più volte, va avanti anche nel terzo set, ma si fa rimontare da Gombos, che accede al secondo turno dove affronterà Grenier. Alle 13:30 arriva uno dei momenti più belli della giornata: l’intervista con Alejandro Tabilo. Pietro conduce, io sto dietro alla camera. Sarà il nuovo episodio del nostro nuovo format di Youtube. Vi invito a guardare gli altri episodi di TennisVibes sul canale di Spazio tennis. Il pomeriggio continua con altre partite: Dalla Valle perde con Kopriva, giocando comunque un buon match, a seguire Forti si arrende a Gojo, in una partita equilibrata dove avrebbe forse meritato qualcosa in più. Poi scendono in campo Carboni e Tabilo. Sulla carta sembra un match chiuso, ma il tennis è bello proprio per questo: può sempre sorprenderti. Lorenzo gioca un primo set perfetto, aggressivo, coraggioso, e lo porta a casa.
Nel secondo sale Tabilo, Carboni si disunisce un po’ e il cileno chiude il parziale. Nel terzo si gioca punto su punto, break e contro break, fino a quando Carboni, spinto dal pubblico sardo e da un’atmosfera bellissima alla Cloto Arena, tira fuori il meglio di sé. Fa punti da highlights veri, di quelli che poi rivedi su YouTube. Alla fine si arrende, ma a testa altissima, dopo una partita di grande livello. Verso le 19:30 inizia il penultimo match di giornata, Landaluce – Engel, una sfida tra due giovanissimi, tra due “rising stars”: Landaluce è classe 2006, Engel 2007. Ma alla metà primo set scende la pioggia. Prima leggera, poi sempre più forte. Il match viene sospeso, e tutto rimandato a domani. Torniamo in hotel, stanchi ma soddisfatti. Finiamo di lavorare, tra computer, chiacchiere e qualche risata. Si chiude così il nostro martedì sardo.

DAY 4 – MERCOLEDÌ. Vengo svegliato da una forte pioggia. Il programma viene aggiornato varie volte fino al rinvio a giovedì, sono qui ormai in hotel che scrivo il mio diario di bordo, un diario di bordo un po’ bagnato ma purtroppo questa è stata la giornata di Olbia. Vi saluto, sperando che la prossima sia una giornata migliore,

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