- Prestazione mostruosa, per attenzione, solidità al servizio e acume tattico di Matteo Berrettini. Il match contro Pablo Carreno Busta si presentava complicato, ma ‘Berretto’ lo ha fatto diventare quasi semplice. Impressionante alla battuta con 28 ace e il 77% di prime in campo (che peraltro lo spagnolo non ha mai letto o quasi) e l’87% di punti vinti con la prima; 57 i vincenti e 34% di punti vinti in risposta, un’enormità per il tennis di Matteo e considerando l’avversario. È vero, mi sono dilungato e non si può più parlare di pillola, ma ne valeva la pena
- Nei quarti per Matteo sarà sfida a Gael Monfils, in forma strepitosa. Nulla da fare per Kecmanovic, che pure stava giocando molto bene
- Rafa Nadal c’è… e si inizia a vedere. Qualcuno comincia anche a parlarne
- Alexander Zverev era il mio favorito, ma è arrivato a Melbourne troppo carico di aspettative e pressione (che si è messo addosso soprattutto da solo). Detto ciò, la speranza è che Denis Shapovalov sia finalmente esploso del tutto. La sfida a Rafa si preannuncia clamorosa
- Bolelli e Fognini formato deluxe

- Se è vero che Paula Badosa non era al meglio, va segnalata una Madison Keys in versione US Open 2017. Impressionante prova di potenza e precisione: 26 vincenti in 16 game, 7 risposte vincenti e la palla che prendeva letteralmente fuoco ad ogni accelerazione
- Ash Barty vola, ma gli Australian Open per lei rappresentano lo Slam mentalmente più arduo. Curiosità per il prossimo (i prossimi?) match
- Barbora Krejcikova è stata considerata da alcuni un ‘fuoco di paglia’ dopo Parigi. Speri si siano nascosti su un’isola deserta
- Jessica Pegula picchia bene e picchia forte
Leggi anche:
-
Vasamì, Pellegrino, Carboni, Travaglia, Gigante. Impressioni dal Tennis Club Garden
-
Cinà, Vasamì, Basile e De Marchi: il tennis italiano del futuro è in buone mani
-
Martina Trevisan, l’apripista che merita una nuova opportunità
-
Quirino Cipolla e ‘Le ombre degli angeli’: il 20 marzo il vernissage al Museo Garum