Australian Open, Day 3: Seppi è spietato, Federer un treno

Roger Federer

di Federico Mariani

La calma dopo la tempesta. Se dovessimo dare un titolo al Day 3 dell’edizione 2016 degli Australian Open, questo potrebbe essere calzante. Dopo i fuochi d’artificio di ieri con l’uscita di scena di tre teste di serie (tutte tra le prime venti) e tra queste la prematura eliminazione di Rafa Nadal, la calma e l’ordine tornano ad imperare nel torneo maschile che vedeva oggi in campo la parta alta del tabellone, quella capeggiata dal sergente Djokovic.

Quattordici le teste di serie impegnate oggi, quattordici vittorie. Allargando il discorso includendo gli unici match privi di rappresentanti tra i primi trentadue, sia Delbonis che Herbert hanno mantenuto fede ai pronostici difendendo il proprio status di favorito per andare a comporre un illibato sedici su sedici a vantaggio dei favoriti.

Andreas Seppi fa il suo dovere come quasi sempre accade, specie nei Major, rimanendo l’unica speranza italiana nello Slam down under. Stupisce il ragazzo di Caldaro  non tanto per il blasone della vittoria in quanto Kudla è un giocatore inferiore praticamente in tutto all’azzurro, quanto per la freddezza e lo spietato cinismo mostrato da Andreas oggi. Due dati da rimarcare più e più volte: il numero due d’Italia sfrutta tre delle quattro palle break che lo statunitense gli offre in tre set, ed al contempo cancella tutte le otto chance avute da Kudla. Praticamente un chirurgo! Lucido tatticamente, ordinato al servizio, letale nei momenti-cardine, è così che Andy disegna il 7-5 6-4 6-4 finale con cui stacca il pass per il terzo turno dove in premio (si fa per dire…) troverà Novak Djokovic ed un incontro da vivere sulla Rod Laver Arena. Spacciato? Quasi certamente! Ma non lo era anche un anno fa?

Come detto in apertura, tutti i big avanzano senza patemi. Da sottolineare, fra le altre, la prestazione di Roger Federer che spazza via in tre set netti Alex Dolgopolov. Nel 6-3 7-5 6-1 carpito in un’ora e mezza di gioco lo svizzero cala 25 (sì, venticinque!) assi, pareggiando il record personale di ace serviti in tre set. Una giornata monstre, dunque, per lo svizzero alla battuta ma non solo. Roger continua a veleggiare leggero ed approda al terzo turno con un percorso netto che lo ha visto in campo meno di tre ore nei primi due incontri, preservando quindi energie preziosissime da custodire in vista di impegni più probanti.

Al terzo turno dovrebbe essere riservata la sessione serale per l’elvetico che troverà nuovamente sulla sua strada Grigor Dimitrov, già battuto in tre set nei quarti di finale a Brisbane. Sarà la quinta sfida tra i due col bulgaro che nelle precedenti ha racimolato appena un set, proprio nel 250 australiano. Dopo la prova incolore al primo turno con l’azzurro Lorenzi, il talento di Haskovo conferma lo stato di scarsa brillantezza vincendo oggi in quattro set col modesto Trungelliti.

Non hanno problemi Jo Tsonga e Kei Nishikori nel liquidare agevolmente rispettivamente la wildcard locale Omar Jasika, campione in carica del titolo juniores, e Austin Krajicek, mentre Nick Kyrgios rifila un netto tre a zero a Pablo Cuevas. Una vittoria, quella del classe ’95 greco-malese, che lo spedisce alla sfida con Tomas Berdych (6-4 6-0 6-3 oggi a Basic) in quello che è senz’altro l’incontro più atteso della prima settimana.

Nel match che chiude la giornata sulla Rod Laver Arena, il cinque volte campione e numero uno del mondo Novak Djokovic si sbarazza in tre set del diciannovenne Quentin Halys. Normale amministrazione per Nole nei primi due parziali incamerati con appena tre giochi lasciati al francese, mentre nel terzo set il defending champion viene costretto al tie break dalla giovane promessa transalpina che in soli due Major disputati in carriera ha già avuto il piacere di potersi misurare con Nadal a Parigi e con Djokovic a Melbourne.

Tre incontri si sono, invece, conclusi al quinto set: il successo di Federico Delbonis nel derby argentino con Olivo, quello di Gilles Simon con Donskoy e la rimonta di Roberto Bautista Agut ai danni di Lajovic.

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