Un anno dopo la vittoria a livello di round robin alle Atp Finals di Torino, Taylor Fritz deve cedere il passo ad Alex de Minaur. Dodici mesi fa l’americano si era imposto in tre set (5-7, 6-4, 6-3), ma stavolta il copione è stato diverso: l’australiano ha giocato un tennis aggressivo e continuo, conquistando il successo in due parziali (7-6, 6-3) e – a meno di un’impresa di Lorenzo Musetti contro Carlos Alcaraz – anche il pass per le semifinali.
Nelle prime parole in conferenza stampa, Fritz non ha nascosto l’amarezza per una sconfitta che lo estromette dai migliori quattro del torneo: “Non è mai stato il mio avversario preferito – ha ammesso – si muove benissimo e contro di me gioca in modo molto offensivo. La sua palla resta piatta e bassa, e se non sono al meglio col diritto, diventa difficile attaccare”.
Un avversario “scomodo”, insomma, che lo statunitense conosce bene. “Nei match che ho vinto mi sentivo bene in attacco. In quelli che ho perso non sono riuscito a colpire quel diritto su una palla così piatta e bassa. Si muove in modo incredibile, ma non posso limitarmi a palleggiare: è anche capace di prendere la palla presto e fare male”.
Il ginocchio fa ancora male, ma niente scuse
Fritz ha confermato di avvertire ancora fastidi al ginocchio, anche se meno intensi rispetto alla partita con Alcaraz. “Non sarebbe giusto usarlo come scusa. Non è stato così male. Quando riesco ad avere un giorno leggero di allenamento o di riposo, di solito recupero bene. Oggi non è stato quello il problema”.
Eliminato dalle Finals, il numero 6 del mondo potrà finalmente dedicarsi alla riabilitazione e prepararsi per il 2026: “Il piano è continuare con la fisioterapia. È difficile, perché ci gioco sopra da mesi. Ma adesso avrò un po’ di tempo libero, e sono felice: è la prima off-season da tre o quattro anni che durerà più di tre settimane”.
Riposo, riabilitazione e allenamento saranno le parole chiave del suo prossimo mese, con l’obiettivo di risolvere definitivamente il problema fisico che ha condizionato gran parte del 2025. “Uno dei miei problemi è che, quando non giocavo tornei, non riuscivo a lavorare sugli aspetti tecnici che volevo migliorare. Ora voglio sfruttare queste settimane per guarire, allenarmi e arrivare pronto alla prossima stagione”.
Bilancio amaro ma non tutto da buttare
Il cammino di Fritz alle ATP Finals 2025 si ferma prima del previsto, dopo la finale raggiunta lo scorso anno. Una vittoria, quella all’esordio contro Musetti, seguita dalle sconfitte con Alcaraz e de Minaur. “Penso di aver giocato molto bene le prime due partite. Oggi invece non è stata la mia miglior prestazione. Alex ha servito e risposto in modo eccellente, indovinando spesso la direzione del mio servizio”.
Nonostante la delusione, Fritz trova comunque spunti positivi: “Le prime due partite le ho giocate bene, ho servito e risposto meglio del solito. Ci sono cose buone da portare via, anche se ora mi sento piuttosto amareggiato”.
Il dibattito sui Masters 1000
Nel giorno della sua eliminazione, il tema della programmazione è tornato d’attualità. Il presidente ATP Andrea Gaudenzi ha parlato del malcontento di alcuni top player per la durata dei Masters 1000, ora su dodici giorni. Fritz ha espresso un’opinione equilibrata: “Capisco le critiche, ma lasciare ai giocatori la scelta di entrare più avanti nel tabellone creerebbe solo confusione. Darebbe troppo vantaggio ai top: basterebbero due vittorie per essere ai quarti”.
Allo stesso tempo, lo statunitense riconosce che il formato più lungo gli ha permesso di gestire meglio il ginocchio: “Quest’anno non mi sono dispiaciuti i tornei di due settimane, perché a volte avevo bisogno di un giorno libero per recuperare. A Toronto, per esempio, non sarei arrivato in semifinale giocando ogni giorno”.
Tuttavia, la sua preferenza resta per i tornei più brevi: “Preferirei Masters di una settimana, ma solo se questo servisse a creare più pause nel calendario. Se poi aggiungiamo un altro torneo subito dopo, non ha senso”.
“Sinner e Alcaraz? Posso competere con loro”
Nonostante l’eliminazione e i problemi fisici, Fritz resta fiducioso. È convinto di poter colmare il divario con i due dominatori del circuito, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz: “Se gioco bene, posso tenere testa a Carlos, come si è visto. Loro due sono davanti a tutti, ma quando uno manca il tabellone si apre un po’, come a Shanghai. Devo solo continuare a migliorare”.
I “Big Two” sembrano giocare un altro sport: solidi, costanti, sempre in fondo ai tornei. Ma Fritz ha dimostrato di potersi inserire: ha battuto Alcaraz alla Laver Cup e lo ha messo in difficoltà anche qui a Torino: “Devo continuare a migliorare, loro sono davanti a tutti. Il mio obiettivo è restare in salute, allenarmi e ridurre il divario. Per vincere un grande torneo, devi battere uno di loro, o entrambi”.
Ora per Taylor Fritz è tempo di staccare la spina e resettare. Il 2026 potrebbe essere l’anno giusto per tornare al top — e, chissà, dare finalmente l’assalto al titolo più importante della sua carriera.