“Negli ultimi due anni ho sempre detto la mia e confermo quello che penso: quella attuale non è la vera Coppa Davis. È, in un certo senso, un torneo di esibizione che si chiama Coppa Davis”.
Con queste parole molto dure, nella conferenza stampa dopo la sconfitta contro Felix Auger-Aliassime alle ATP Finals, Alexander Zverev non va per il sottile e critica ampiamente il formato attuale della Davis.
Dopo che Jannik Sinner e Carlos Alcaraz si erano espressi contro il format attuale, anche Zverev rincara la dose: “La vera Coppa Davis è quella con le partite in casa e in trasferta. Se la Germania è in finale di Coppa Davis sono più che felice di giocare un’altra settimana dopo le ATP Finals. Ma giocare quarti, semifinali e finale non mi rende molto felice perché può essere una perdita di tempo”.
Zverev ci tiene infine a rimarcare che è l’ambiente a fare la differenza: “La vera Coppa Davis è l’atmosfera. Giocare contro l’Italia in Italia è completamente diverso rispetto a quando abbiamo giocato contro l’Italia in Spagna. Ho giocato contro Nadal in una plaza de toros. Quella per me è la vera Coppa Davis“.
Annata non soddisfacente
Nel corso della conferenza, Zverev ha fatto anche un bilancio del 2025, che non ricorderà con piacere. Pochi spunti positivi e picchi di gioco raramente mostrati sul campo: troppo poco per un giocatore del suo livello. “Per me è stata una stagione incredibilmente insoddisfacente. La stagione tennistica è lunga, ci sono molti alti e bassi. Nel mio caso non ci sono stati molti alti ad eccezione della finale raggiunta all’Australian Open e il titolo a Monaco di Baviera. Per tutto il resto sono molto insoddisfatto” ha dichiarato.
Prospettive 2026
Il prossimo anno potrebbe essere indicativo sulle reali possibilità per Zverev di avvicinarsi realmente a Sinner e Alcaraz. Tutto ciò dipenderà anche dalla sua condizione fisica: “Rimanere in forma è la mia priorità numero uno. Per quanto riguarda il mio tennis, invece, l’impressione è che nell’ultimo mese il livello fosse migliorato. Ma contro Auger-Aliassime non ero neanche lontanamente vicino”.