Alcaraz esce allo scoperto: “Preferirei vincere l’Australian Open piuttosto che altri due Slam nel 2026″

Francesco Petrucci
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Carlos Alcaraz - Riccardo Giordano/IPA / IPA - Torino, NITTO ATP finals Blu Carpet

Sei Slam vinti a 22 anni è un traguardo che pochi tennisti possono vantarsi di aver raggiunto. Carlos Alcaraz è uno di questi, ma per il 2026 l’obiettivo non è la quantità bensì la qualità. “Preferirei vincere un solo Slam, l’Australian Open, piuttosto che due di quelli che ho già vinto” ha ammesso in un’intervista a “El Partidazo de Cope. Il motivo è semplice: qualora dovesse conquistare il titolo a Melbourne, completerebbe il Career Grand Slam diventando il più giovane nella storia a vincere tutti e quattro i Major.

Nonostante la giovane età e le enormi potenzialità, lo spagnolo rimane con i piedi per terra quando si parla del record di Slam: “Firmerei all’istante per finire la carriera con 23 Slam. Devo essere realista. Ovviamente vorrei superare i 24 di Djokovic, ma 23 sono tanti”. Alcaraz ha poi aggiunto: “Sedere al tavolo dei più forti di sempre è un mio obiettivo, dimostrare alle persone che posso farlo. Se pensassi di non esserne capace, non avrei l’ambizione”.

Numero 1? Sì, ma alla sua maniera

Il 2025 ha portato con sé solo ulteriori certezze per Alcaraz, capace di conquistare due Slam, tre Masters 1000 e tre ATP 500. Senza dimenticare le ATP Finals in corso, la Coppa Davis ancora da giocare e la certezza del numero 1 del ranking alla fine dell’anno. Lo spagnolo non può quindi che essere soddisfatto per gli obiettivi raggiunti. A maggior ragione perché “ci sono molti giocatori forti che possono vincere tornei”.

Il tutto assume ancora più rilevanza se si riesce a trovare un equilibrio dentro e fuori dal campo, così da poter dare il meglio di sé: “Questa è una delle cose di cui vado più fiero. Sto gestendo le cose alla mia maniera, sia che vadano bene che male. Senza che nessuno mi costringa a fare ciò che non voglio. Voglio essere Carlos Alcaraz a tutto tondo”.

Il rapporto con Nadal

Non poteva poi mancare una domanda su Rafa Nadal. Il doppio giocato alle Olimpiadi di Parigi del 2024 ha dato un’ulteriore conferma del legame speciale tra Alcaraz e l’eterno campione di Manacor, che sta diventando sempre più un mentore: “Parlo con lui per avere consigli su diversi temi. La verità è che, per un ragazzo di ventidue anni, avere una persona come Rafa che ti dà una mano quando ne hai bisogno vale molto. Per questo io e il mio team lo ringrazieremo sempre. Con il passare del tempo ci siamo avvicinati e ora gli posso parlare come fosse un amico”.

Sprazzi di vita

Come tutti i tennisti a tempo pieno, il murciano non passa molto tempo nella sua città d’origine e questo può avere un peso sulle sue scelte personali: “Visto che trascorro molti giorni fuori, mia madre vuole che stia il più possibile a casa con la famiglia. Credo di aver ancora qualche anno prima di diventare indipendente e andare a vivere da solo“.

Infine, Alcaraz ha raccontato qualche interessante aneddoto. Uno riguarda una giornata vissuta a Basilea: “Ero con tre amici sulla riva di un fiume, la musica a tutto volume e un tempo splendido. “Questa è vita” dissi. Vivere momenti come quello è ciò che da valore alla vita stessa, le piccole cose, e viverle con le persone a cui vuoi bene”.

Come spesso capita a campioni di questo calibro, le più grandi sfide non sono quelle sportive: “Ero nervosissimo durante l’esame per la patente: ci tenevo molto. Ho iniziato con un piccolo errore, non mettendo la freccia per uscire dal parcheggio, quindi ero un po’ nervoso, ma è andata bene”.

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