Renzo Furlan: “Il dominio di Sinner e Alcaraz durerà ancora per anni”

Lapo Castrichella
8 Min Read
Carlos Alcaraz e Jannik Sinner - Foto Felice Calabrò IPA

Nella lunga intervista rilasciata a Il Nord-Est, Renzo Furlan ha parlato di tanto tennis. Del 2025 che ha visto protagonista Jannik Sinner, del dualismo ormai totale con Carlos Alcaraz e del gruppo degli italiani che possono ancora crescere, migliorare e ambire a traguardi più alti. Un’analisi lucida, tra certezze e margini di sviluppo. Non manca, infine, uno sguardo al tennis femminile e a Jasmine Paolini: dopo un percorso insieme diventato storico, per Furlan il 2026 può essere un anno ancora più ricco di risultati per la toscana.

Sinner, il 2025 e un livello da numero uno

Le parole di Renzo Furlan partono inevitabilmente dal 2025 di Jannik Sinner, tra vittoria in Australia, tre mesi di squalifica, rientro a Roma, finale a Parigi e trionfo a Wimbledon: “Sono stati mesi di Sinner, tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, in cui aveva un livello che solo Alcaraz avrebbe potuto dargli fastidio”. La squalifica, secondo Furlan, non ha inciso realmente sul percorso dell’azzurro: “Non credo che quei tre mesi abbiano pesato. Conosco il ragazzo, so quanto è intelligente, so chi sono le persone che gli stanno vicino e quanto lo abbiano aiutato. Qualche dubbio poteva esserci al primo torneo, ma dopo Roma e per come ha giocato, non c’erano più dubbi sul livello che avrebbe potuto esprimere”. Sul tema della sospensione e del ranking, Furlan non ha particolari dubbi: “Senza quei tre mesi di stop probabilmente Jannik avrebbe chiuso il 2025 da numero uno. Ha saltato quattro Masters 1000, tra cui Indian Wells e Miami, e con quei mesi di gioco credo che sarebbe riuscito a farcela”. Guardando invece agli obiettivi futuri, Furlan individua due tornei più degli altri: “Nel 2026, al di là di tutti i tornei in cui cercherà sempre di ottenere il massimo, credo che al Roland Garros e al Foro Italico lo vedremo davvero con il coltello tra i denti, perché sono le uniche cose che non ha ancora mai vinto”. Interrogato poi sull’evoluzione tecnica di Jannik Sinner, Renzo sottolinea una presa di coscienza arrivata dopo lo US Open: “Si è reso conto che doveva diventare più imprevedibile. Più aggressivo, con più estro e più profondità, usando più spesso la smorzata e il back. Lo sta facendo, lo ha già fatto e lo abbiamo già visto fare. Continuerà sicuramente su questa strada”.

Il dualismo con Alcaraz e una mentalità fuori dal comune

Il discorso si allarga poi al binomio che sta segnando questa fase del tennis mondiale, quello con Carlos Alcaraz: “Sinner e Alcaraz hanno una mentalità che non si accontentano mai. Quando uno dei due perde, la partita dopo alza il livello per rincorrere l’altro”. Un dualismo continuo, fatto di rincorse e risposte immediate: “Dopo Wimbledon è toccato ad Alcaraz, dopo lo US Open a Jannik. C’è sempre questo scambio, questo binomio fa bene al tennis”.

Musetti e il salto verso l’élite

Passando agli altri italiani, Furlan si concentra su Lorenzo Musetti e sulla sua stagione sulla terra: “Sulla terra ha perso solo con Alcaraz e Draper. Il 2025 è stato un ottimo anno e credo che Lorenzo possa puntare a diventare numero tre del mondo, perché paradossalmente gioca meglio rispetto a Sinner e Alcaraz”. Sul tema Slam, però, Furlan è realistico: “Il potenziale c’è, ma vincere uno Slam dipende da tante circostanze, fisiche e mentali. In questo momento, per far sì che un terzo possa vincerne uno, serve che Sinner e Alcaraz inciampino prima, perché quando arrivano in semifinale dominano».

Cobolli, personalità e top ten

Il 2025 di Flavio Cobolli viene definito in forte crescita: “Ha iniziato con qualche difficoltà, ma poi è cresciuto tanto. Ha personalità per entrare nei primi dieci ed è migliorato molto dal punto di vista tecnico-tattico, soprattutto con il dritto”. La Coppa Davis come svolta: “È stato un grande boost di autostima. Non ha battuto giocatori straordinari, ma ha giocato da numero uno, reggendo la pressione e quell’ambiente. Nel 2026 può davvero puntare alla top ten”.

Berrettini e l’erba come occasione

Su Matteo Berrettini, Furlan è netto: “Se sta bene fisicamente, è motivato e non si scoraggia, può tornare nel ranking che gli compete”. E aggiunge: “Per me ha un potenziale da primi dieci, ma per riuscirci deve fare risultati importanti negli Slam. Sull’erba può fare molto bene, come abbiamo già visto”.

Sonego, Darderi, Nardi, Bellucci e Arnaldi

Furlan parla di Lorenzo Sonego come di un giocatore maturo: “È un giocatore fatto e finito, con grande esperienza e solidità fisica. Il suo gioco è basato su servizio e dritto, poi se la gioca. Deve migliorare ancora il rovescio per trovare più continuità nel 2026″. Su Luciano Darderi: “È numero 26 del mondo senza ancora continuità sul veloce. Questo mi fa pensare che abbia un potenziale davvero alto”. Il talento di Luca Nardi non è in discussione: “Ha uno dei migliori talenti in Italia insieme a Musetti, ma deve alzare i giri del motore. Serve più cattiveria, più voglia di mangiarsi il campo”. Su Mattia Bellucci: “È stato un anno di tante prime volte, top 100 e vittorie importanti. È esplosivo, sa fare tante cose, ma deve ancora trovare la sua identità di gioco e insistere su quella”. Renzo Furlan chiude il capitolo maschile parlando di Matteo Arnaldi: “Ha vissuto un 2025 difficile per l’infortunio al piede, ma pur giocando spesso male è rimasto nei primi 60. È un giocatore completo e se diventa più incisivo può salire molto”.

Paolini può fare bene nel 2026

Sul fronte femminile, inevitabile il riferimento a Jasmine Paolini: “Se è rimasta tra le prime è perché ha consistenza e mezzi notevoli. Ha colpi, fisico e mentalità. Il servizio è un limite legato alla statura. Sono sincerò; secondo me nel 2026 può fare ancora meglio rispetto al 2025. Rispetto allo scorso anno ha avuto più tempo da dedicare alla preparazione e da questo ne trarrà beneficio”.

Oltre Sinner–Alcaraz

Infine, uno sguardo al futuro del circuito: “Rune resta un potenziale top 3, Fonseca prima o poi arriverà, Mensik ha un grande potenziale. Ma credo che il dominio di Sinner e Alcaraz non durerà solo nel 2026, bensì altri due o tre anni”.

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