Rafael Nadal: “Rispetto e ammirazione tra me, Federer e Djokovic”

Donato Boccadifuoco
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Rafael Nadal - foto Ray Giubilo

“Non ho cattivi ricordi di quel periodo. Qualcuno, comprensibilmente, pensava avessi dovuto ritirarmi prima ma io no: bisogna assecondare ciò che si è. Un anno dopo l’ultima apparizione ufficiale in Coppa Davis, Rafael Nadal torna a riflettere sull’addio al tennis. Il maiorchino si è concesso in una lunga intervista a Jorge Valdano di Movistar+ in cui ha ripercorso alcune fasi della carriera e il rapporto che lui stesso definisce di rispetto e ammirazione con Roger Federer e Novak Djokovic.

LA DECISIONE DI APPENDERE LA RACCHETTA AL CHIODO

Una decisione molto sofferta quella del ventidue volte campione Slam di appendere la racchetta al chiodo, passata attraverso diverse fasi come racconta lui stesso.

Prima di ritirarmi avrei dovuto esaurire tutte le opzioni davanti a me e sono contento di aver agito in questa maniera. Non mi sono ritirato per mancanza di motivazioni ma perché il mio corpo non poteva sopportare oltre. C’è stato un momento in cui potevo competere ma non ai livelli di cui avevo bisogno per continuare. Mi sono sempre spinto al limite”.

Tutto cambia nella vita, bisogna rispettare la nuova realtà che la vita ti fa affrontare – afferma Nadal -. Non ho giocato a tennis solo per vent’anni durante la mia carriera da professionista, gioco a tennis da quando ne ho dieci. Lo sport e il tennis sono qualcosa a cui ho completamente dedicato la mia vita. Non poter competere più ai miei livelli è stato qualcosa che mi ha fatto accettare serenamente la decisione di ritirarmi.

RIVALITÀ E EREDITÀ

Rafael Nadal, Roger Federer e Novak Djokovic: i ‘Big 3’ che hanno segnato un’intera epoca tennistica. Parlando della carriera del campione maiorchino è impossibile non citare anche le altre due leggende di questo sport. Una rivalità che il quattordici volte campione del Roland Garros descrive così: “Venivamo da un’epoca in cui Pete Sampras riuscì a vincere quattordici titoli Slam, a quel tempo sembrava un traguardo impossibile da raggiungere, inoltre noi eravamo in tre. Non abbiamo mai smesso di spingerci a vicenda oltre il limite e non potevamo permetterci di gettare via occasioni durante i tornei: forse è stata proprio questa la grandezza della nostra era. Abbiamo combattuto per i titoli più importanti ma non abbiamo mai portato la nostra rivalità all’estremo. Le nostre relazioni personali sono state sempre basate su rispetto, ammirazione e anche una certa amicizia. Senza nulla togliere a Jannik Sinner e Carlos Alcarazcredo che io, Roger e Nole abbiamo aiutato le nuove generazioni a capire che si può competere senza essere rivali e avere un buon rapporto senza dover per fora essere amici. Credo che questa sia l’eredità che abbiamo lasciato.

QUESTIONE DI MENTALITÀ

La mentalità: una delle qualità universalmente riconosciute al nazionale spagnolo oltre naturalmente a un tennis stellare. A tal proposito, ecco come si descrive Nadal: “A volte la mia carriera è stata definita dal fatto che io fossi un combattente con una grande capacità di concentrazione. Mi lusinga ma puoi avere tutte le qualità fisiche del mondo ma se il tuo colpo non centra il campo… Per competere ad altissimi livelli è necessario avere grandi abilità tennistiche. Quello che ho sempre fatto in campo è stato non arrendermi mai, anche quando perdevo non smettevo di provarci. In quei momenti ho capito che lo sport è dare sempre il meglio anche quando sai che perderai”.

IL LEGAME INDISSOLUBILE CON IL ROLAND GARROS

Quattordici volte campione. Il record di titoli al Roland Garros di Rafa Nadal è uno di quei record destinati a durare, se non per sempre, quantomeno molto a lungo: “Le emozioni che ho provato al Roland Garros sono difficili da paragonare a qualcos’altro. La nostra è una storia iniziata nel 2005 ed è durata fino all’anno del mio ritiro. È il record più importante che ho e quando ci penso credo che il mio tennis migliore fosse su quella superficie ma penso anche che moltissimi altri fattori mi hanno permesso di raggiungerlo”.

PRESENTE E FUTURO

Il ritiro non ha impedito al campione maiorchino di proseguire la propria relazione con il tennis. Proprio di recente ha infatti intrapreso una sessione di allenamento con la numero cinquantadella classifica WTA, Alexandra Eala: “Ho giocato quarantacinque minuti con Eala – conclude Nadal – Mi ha chiesto di giocare e sono stato molto felice di poterlo fare. Attraverso l’accademia sono ancora coinvolto nel tennis. Non seguo tutti i match, seguo solo quelli che mi va di guardare”.

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