Rusedski riaccende il dibattito: chi è davvero il più grande senza Slam?

Daniele Testai
9 Min Read
Greg Rusedski - Foto Charlie Cowins (Creative Commons Attribution 2.0)

Le dichiarazioni rilasciate a Puntodebreak da Greg Rusedski, ex tennista canadese e naturalizzato britannico con un passato al n. 4 ATP, hanno riacceso uno dei grandi dibattiti del tennis: chi è stato il giocatore più forte a non avere mai vinto uno Slam in carriera?

Un tema tra i più discussi dell’era moderna, ma anche tra i più affascinanti, di cui non ci si stanca mai. Le candidature possibili sono tante e tutte difendibili, ma Greg Rusedski sembra avere le idee molto chiare. L’ex giocatore britannico ha condiviso la sua opinione, sostenendola con convinzione.

«Il talento di Marcelo Ríos era qualcosa che andava oltre ogni misura, semplicemente straordinario», afferma l’ex numero 4 del mondo.

«Non c’è stato un altro giocatore privo di titoli dello Slam che avesse le sue doti; possedeva tutto ciò che serviva per il gioco. Senza gli infortuni penso avrebbe vinto non uno, ma più di uno Slam. Me lo immagino trionfare a Parigi, anche se perse la finale in Australia. E non vedo perché non avrebbe potuto imporsi anche sul cemento di New York, quindi il vero ostacolo sarebbe stato Wimbledon. Negli altri tre tornei dello Slam, senza dubbio, avrebbe potuto vincere.»

La stessa domanda di Rusedski ce la siamo posta anche noi e abbiamo quindi provato a stilare una lista con gli altri grandi giocatori che avrebbero potuto vincere — e potrebbero ancora farlo — ma non ci sono riusciti.

Alexander Zverev – Il gigante che vuole ancora riscrivere il finale

  • Finali Slam: 2 (US Open 2020, Australian Open 2025)
  • Titoli vinti in carriera: 24
  • Masters 1000 vinti in carriera: 7

Zverev è probabilmente il miglior giocatore attualmente in attività senza Slam: due ATP Finals vinte, sette successi in tornei Masters 1000, ma nessun Major portato a casa. Quel vantaggio di due set a zero non sfruttato allo US Open 2020 contro l’austriaco Dominic Thiem pesa ancora come un macigno. Quest’anno nulla ha potuto nella finale persa all’Australian Open contro uno dei due dominatori del circuito, l’azzurro Jannik Sinner, contro cui si è arreso in tre set. Alexander Zverev ha rappresentato — e tuttora rappresenta — il più grande talento e la più grande speranza del tennis tedesco maschile per tornare a vincere un torneo dello Slam dopo il ritiro di Boris Becker, sei volte campione Slam.

David Nalbandian – Il talento totale che batteva chiunque… tranne il destino

  • Finali Slam: 1 (Wimbledon 2002)

Uno dei giocatori più tecnici degli anni 2000, capace di dominare Federer, Nadal e Djokovic nello stesso torneo, l’ATP Masters 1000 di Madrid. In finale a Wimbledon nel 2002 raccolse solo sei giochi contro l’allora numero 1 del mondo, l’australiano Lleyton Hewitt.
Un grande talento, quello dell’argentino, ma a cui è mancata la costanza nei momenti decisivi: quel qualcosa in più che aiuta a centrare il grande obiettivo, ovvero una vittoria Slam.

Alex Corretja – Il guerriero della terra battuta

  • Finali Slam: 2 (Roland Garros 1998 e 2001)

Un combattente vero, capace di raggiungere due finali a Parigi in un’epoca dominata da mostri come Kuerten. Campione delle ATP Finals 1998, un signore del tennis che ha sempre lottato oltre ogni limite. Nelle due finali Slam giocate strappò in totale solo un set al brasiliano Gustavo Kuerten, già detentore del titolo nel 1997 e nel 2000.

David Ferrer – Il più grande “operaio del tennis”

  • Finali Slam: 1 (Roland Garros 2013)

Ha raggiunto una finale Slam al Roland Garros nel 2013, ma sulla sua strada si è ritrovato Rafael Nadal, che ha fatto la storia del torneo vincendolo 14 volte e la storia del tennis aggiudicandosi 22 titoli dello Slam.

Ferrer non aveva un colpo vincente alla Nadal, ma due fondamentali molto solidi da fondocampo, più tutto il resto: resistenza, disciplina, coraggio. Impantanato nell’era dei Big Four, ha raggiunto la top 3 in classifica e ottenuto un rispetto unanime da parte dei colleghi.

Una piccola curiosità legata al giocatore iberico sono le dichiarazioni della russa Ekaterina Bychkova, che senza giri di parole – ricordò in un’intervista a Eurosport – come non fosse esattamente uno sportivo modello: «Nadal, Djokovic, Federer e Murray sono sicuramente più forti di lui, ma lui fuma quasi un pacchetto di sigarette al giorno. Non so come faccia a correre così tanto…».

Nikolay Davydenko – Il robot perfetto dei colpi piatti

  • Semifinali Slam: 4 (Roland Garros 2005, 2007; US Open 2006, 2007)

Il giocatore più sottovalutato degli anni 2000: ritmo mostruoso, precisione chirurgica. Ha vinto le ATP Finals 2009 battendo Nadal e Federer, ma non è mai riuscito a compiere l’ultimo salto negli Slam.

Guillermo Coria – L’artista della terra

  • Finali Slam: 1 (Roland Garros 2004)

Chiamato El Mago, era il Nadal della terra prima di Nadal. La finale persa con Gaudio 8-6 al quinto set, dopo aver servito per il titolo e dopo essere stato in vantaggio di due set a zero, rimane una delle tragedie sportive più clamorose della storia del tennis.

Todd Martin – L’americano elegante fermato dai fuoriclasse

  • Finali Slam: 2 (Australian Open 1994, US Open 1999)

Solido, intelligente, completo. Ha avuto la sfortuna di trovarsi sempre un po’ meno esplosivo — soprattutto con le gambe — dei migliori della sua epoca: Pete Sampras, Andre Agassi e Jim Courier.

Miloslav Mečíř – Il “Gattone” che incantava con la fluidità

  • Finali Slam: 2 (US Open 1986, Australian Open 1989)

Un talento naturale assurdo, movimenti felini, un anticipo che sembrava di un’altra epoca. Infortuni e un carattere fin troppo tranquillo gli hanno impedito di dominare.

Robin Söderling – L’uomo che fece tremare Nadal

  • Finali Slam: 2 (Roland Garros 2009, 2010)

Uno dei tre uomini capaci di battere Nadal a Parigi (2009) e, con ogni probabilità, permettere a Roger Federer di vincere uno Slam sulla terra parigina. Sembrava destinato alla gloria, ma la mononucleosi lo ha tolto dal circuito troppo presto.

Matteo Berrettini – Il grande erbivoro Italiano

  • Finali Slam: 1 (Wimbledon 2021)

Servizio devastante, dritto tra i migliori del circuito. Il suo livello da top 10 è indiscutibile, ma infortuni e una generazione di fenomeni gli hanno sbarrato la strada.

Sull’erba di Wimbledon Matteo può ancora mettere in difficoltà molti giocatori del circuito: c’è da credere che possa avere delle chance per raggiungere almeno le fasi finali.

Tim Henman – La grande illusione britannica

  • Semifinali Slam: 6 (Wimbledon 1998, 1999, 2001, 2002; Roland Garros 2004; US Open 2004)

Prima di Murray c’era “Henmania”: serve & volley elegante, pubblico in delirio, ma a Wimbledon lo hanno fermato in troppi. È stato il simbolo del tennis britannico “quasi” per un’intera nazione.

I nomi sono tanti, le storie incredibili. Ma il tennis, si sa, è uno sport che sfugge alla logica e al talento assoluto: spesso a fare la differenza è la voglia, la dedizione, e quel pizzico di incoscienza che nei punti importanti accende il destino, lo piega e lo trasforma in un sogno che prova comunque a toccare il cielo.

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