Diario di Bordo da Napoli (3)

da Napoli, Mattia Capone

Diario di Bordo

Giorno 3

Quest’oggi primo maggio, festa dei lavoratori, anche io, che lavoratore non sono, me la prendo comoda e arrivo tardi al circolo. A dire il vero oggi ho dei compagni di viaggio, dei miei vecchi compagni di squadra in una favolosa d3 di qualche anno fa, ovvero mio padre e alcuni suoi cari amici. Purtroppo, la scelta di andare a Napoli con la macchina non si dimostra essere così azzeccata visto il traffico e la difficoltà di trovare parcheggio, in ogni caso riesco ad arrivare proprio sul finire dell’attesissimo match di Gianluigi Quinzi contro la testa di serie numero 1, il top 100 Blaz Kavcic. Da quello che posso vedere e soprattutto sentire, nel dopo partita, lo sloveno è ancora troppo forte per il giovanissimo italiano, ed è proprio lui a spiegare il perché. Difatti ascoltando le sue parole durante un’intervista, in sala stampa, è proprio lui a sottolineare che quello che gli manca per arrivare a questi livelli non è tanto la potenza di palla, che sente di avere, ma la parità di qualità nelle due fasi di gioco ovvero quella difensiva e quella offensiva. Quello che si capisce di Gianluigi appena lo si vede in campo, sia in allenamento che in partita, è che ha davvero tanta voglia di fare e imparare, io mi auguro solo che continui a lavorare sodo senza alcun tipo di pressione e che lui stesso si dia tempo senza voler fare tutto e subito, come qualcuno tra i suoi ammiratori vorrebbe. Dopo la partita di Quinzi, mi sposto immediatamente sul campo 1 dove si gioca, per i miei gusti, il match più bello della giornata, quello tra Golubev ed Eremin. Ahimè, dopo un primo set giocato a ritmi altissimi concluso solo 7-6 per il kazako, Edoardo sente un risentimento ed è costretto a chiamare prima il medico e poi a ritirarsi dall’incontro. Al di là di questo, la buona impressione avuta dell’italiano nei giorni scorsi mi viene ulteriormente confermata in questo primo set giocato molto bene da Eremin. I due giocatori sono molto simili nello stile e nelle caratteristiche tecniche e la partita è un continuo scambio di bellissime accelerazioni di diritto da ogni dove e servizi potentissimi davvero complicati da prendere in risposta. Dispiaciuto per la conclusione anticipata del match, mi faccio un giro per il circolo, quest’oggi ancora più vivo vista la giornata di festa, e proprio verso l’uscita secondaria trovo Eremin che sta andando a prendere la macchina per tornare in albergo e mi fermo a chiedergli a cosa è dovuto il ritiro e se c’è da preoccuparsi. Queste le sue parole: “E’ già qualche giorno che mi porto dietro una contrattura all’addome e il giocarci sopra mi ha provocato un risentimento alla schiena, ho provato a mettere il voltaren per un paio di giorni ma oggi il dolore si è fatto più forte e ho dovuto ritirarmi, domani farò l’ecografia e capiremo l’entità dell’infortunio” ovviamente, l’augurio è quello di rientrare al più presto e che l’infortunio non ne rallenti la crescita professionistica. A seguito di un pranzo di un certo livello (frittata di maccheroni degna della migliore gita fuori porta), gentile concessione di uno dei miei compagni di viaggio, raggiungo il campo centrale per assistere al secondo set tra Vagnozzi e Lajovic. Il giocatore serbo ha già vinto il primo per 6-1 e anche nel secondo set dimostra una maggiore capacità tecnica e fisica. Detto questo, il mio parere positivo su Vagnozzi resta invariato, è un giocatore solido, di certo non di quelli divertentissimi da vedere, ma sempre in grado di capire la situazione e cercare contromisure da adottare. Terminato anche il secondo set per 6-3 in favore di Lajovic, vado a vedere un po’ di sano doppio, a scontrarsi sono le coppie formate da Kerr e Sa contro il duo francese Guez Texeira. I due transalpini non possono nulla contro la maggiore attitudine a questa specialità dei due avversari, che con un ottimo gioco a volo distruggono gli avversari e fanno divertire buona parte del pubblico. Proprio durante questo match, l’evento più divertente della giornata: una signora, molto arrabbiata non so con chi, si arrampica sul tettuccio della porta degli spogliatoi che danno proprio sul campo dove si sta giocando il doppio di cui prima, e decide di guardare gli incontri da li e di non volersi muovere per alcun motivo, il tutto sotto gli occhi increduli di tutti i giocatori usciti dalla vicina player lounge e degli appassionati accorsi qui oggi. Il teatrino, degno della migliore commedia napoletana, diverte tutti i presenti fatta eccezione per gli organizzatori e i vigilanti che dopo diversi inviti a scendere, dalla posizione prescelta dalla signora, sono costretti con la forza a tirarla giù e a portarla fuori dalla tribunetta. Superato anche questo momento goliardico posso tornare a concentrarmi sul tennis giocato e vado ad assistere insieme a quasi tutti i visitatori del circolo al match di Potito Starace contro il francese Marc Gicquel. Probabilmente anche a causa della partita di quasi 3 ore conclusa nella serata di ieri, Gicquel non è per nulla in forma e dopo una resistenza iniziale si lascia andare in balia dei diritti ficcanti e travolgenti di un Potito ritrovato. Oggi, infatti, il giocatore campano è apparso in grande spolvero, un’altissima percentuale di prime e giocate degne dei suoi giorni migliori lo hanno portato a concludere l’incontro in 49 minuti esatti con il risultato di 6-1 6-2. Non mi resta che assistere all’ultimo singolare della giornata prima di congedarmi dal torneo. È il turno di Volandri e Naso, anche loro giocatori, a mio modo di vedere, molto simili fra loro, entrambi dotati di un rovescio ad una mano molto bello e potente una grande solidità da fondo e un’ammirevole sensibilità. L’inizio per il siculo è tremendo, subito sotto 3 a 0. Troppo più concentrato e regolare il livornese, che sembra volersi riscattare dopo la brutta prova di lunedi, non concedendo nulla all’avversario odierno. Il set scorre via veloce 6-1 per Volandri, questo lo score. Nel secondo set Naso capisce che deve fare qualcosa in più se vuole avere una chance e inizia subito a spingere dal primo 15 portandosi avanti di un break. Da qui in avanti la partita si infiamma e diventa realmente piacevole, con continui rovesciamenti di fronte e scambi lunghi e intensi che entusiasmano il pubblico. Gianluca però non concretizza un vantaggio di 5-3 e si fa prima rimontare e poi superare. Sul 6-5 Volandri, il game più bello della partita concluso dallo stesso livornese con l’ennesima palla corta vincente. 6-1 7-5 questo il risultato finale che premia un Volandri che è apparso molto più convinto e concentrato e che si candida come possibile vincitore del torneo napoletano. Terminato anche l’ultimo singolare, resto ancora un po’ per guardare il doppio che vede impegnato il duo Motti/Vagnozzi contro Golubev/Giannessi, partita molto divertente conclusasi solo al super tie-break a favore della coppia Golubev/Giannessi, che ancora una volta mi ha dato conferma del fatto che il doppio, soprattutto se giocato bene, può rivelarsi un’attrattiva di non poco conto per il nostro sport.

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