Il Sapore della Vittoria


(Thomas Fabbiano – Foto Nizegorodcew)

di Thomas Fabbiano

Non è uno di quei posti che ti lascia l’acquolina in bocca per la bellezza del paesaggio o la grandezza del tennis club, ma la settimana al challenger di Lermontov la ricorderò con un bel sorriso sulle labbra.

Sono arrivato il sabato sera con la tensione che non mi venissero a prendere. Non mi avevano dato la conferma per e-mail che sarebbero venuti. Sai, io ho un po’ di paura dei russi. Hanno quel vocione e quel modo di fare un po’ severo/arrogante che non mi da sicurezza.

E poi ero nel sud della Russia, a 2000 km da Mosca, molto vicino alla Cecenia (una delle zone più pericolose). E non parliamo dell’inglese: non lo parla nessuno ma questi non lo capiscono neanche a gesti e non ne vogliono sapere di provare a capirti.

Comunque tutto tranquillo; mi alleno il giorno successivo con buone sensazioni. Il circolo… mmm…non credo possa definirlo un circolo: 4 campi in terra rossa con una percentuale di rimbalzi strani vicini all’80%. Uno spogliatoio con doccia rigorosamente fredda che era utilizzata anche come players lounge. Sorvoliamo 🙂

Ho vinto il primo turno 64 al terzo contro un croato e il secondo turno 64 62 contro un bosniaco. In quest’ultima in particolare ero veramente in giornata con il diritto e quasi ogni palla che toccavo era un vincente. Ancora una volta quindi mi trovo ai quarti di finale in un challenger. Riuscirò a raggiungere la mia prima semifinale?

Aspettavo il vincente tra Marcan e Kuznetzov. Con il primo avrei avuto buone chance di vincere, con il secondo invece dovevo fare una grande partita per sperare di portarla a casa. Con questo russo ci avevo perso 2 settimane fa a Todi e lì mi aveva letteralmente preso a palate. Questo gioca veramente bene. Come volevasi dimostrare ha poi vinto il challenger di Todi, quello di Trnava la settimana successiva e adesso anche Lermontov. Ben 15 partita di fila. Vince i quarti di finale contro questo Marcan 67 64 76 andando molto vicino alla sconfitta, ma senza mai dare l’impressione di poter perdere la partita.

Il mio avversario il giorno seguente era quindi Andrey Kuznetzov, fresco numero 91 del mondo. Per la cronaca ho perso 76 76 giocando una gran partita!

E’ vero che ero sempre indietro nel punteggio, o meglio mai in vantaggio, ma ho espresso proprio un bel tennis. Servizio, scambi da fondo, tocco, diritti in corsa, passanti in allungo; una grande varietà di soluzioni hanno dato vita ad una partita molto intensa. Non sono sicuro che avrei potuto fare di meglio in questa partita. In fondo ho dato tutto, giocato un gran match con coraggio e determinazione. L’unica cosa che è mancata è stata quella piccola parolina così bella e solare: la VITTORIA.

Termina così questa settimana russa. Torno a casa con 3 partite nelle gambe, una buona dose di fiducia e l’esperienza in un posto dove non c’è tanto da lamentarsi e discutere, ma semplicemente giocare a tennis.

Alla prossima

Fabs

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