Non abbiamo perso un numero uno del mondo: il falso mito di Nick Kyrgios

No, Nick Kyrgios non è un potenziale numero uno sottratto al mondo del tennis. Bellezza e sporadicità, questi due fattori permettono all’australiano di ingannare ciclicamente tutti, in primis se stesso. Quest’anno perde in quattro set con Daniil Medvedev, nel 2021 forza al quinto parziale Dominik Thiem e nel 2020 in ATP Cup batte Stefanos Tsitsipas. “Fa tutto questo senza allenamento, se giocasse costantemente dove potrebbe arrivare?”, il pensiero comune che porta al più classico dei “what if?”. In questo caso la risposta è più semplice del previsto: sarebbe più costante il ranking ma cambierebbe molto poco. In campo ci sarebbero da limare tanti aspetti, che negli anni sono costati queste sconfitte in volata, non è stata solo questione di condizione. Poi c’è tutto il contorno extra campo, che ai piani alti conta quanto saper colpire la palla. Nick non riesce e soprattutto non vuole più provare a gestire una vita logorante come quella dell’atleta.

Da ammirare l’ammissione fatta agli amici Alex Babanine e James Frawley durante il No Boundaries Podcast, da loro condotto. Quella vita non ha mai fatto e non fa più per lui: “Nessuno ci crederà ma ero ossessionato dal tennis. Se mi guardate adesso è chiaro che io non lo sia più, ma prima mi allenavo fino a sette ore al giorno e poi guardavo tantissimi video di tennis su Youtube. Sono andato avanti così per anni, se ci ripenso adesso mi chiedo cosa diavolo stessi facendo”. L’australiano adesso è sereno, questa è una notizia positiva, il modo in cui ha intrapreso il major di casa ne è la cartina torna sole. Lo stesso tennista di Canberra si è stufato di crogiolarsi in quella certezza infondata che facendo le cose un po’ meglio sarebbe stato il migliore. Il metro di valutazione che ha contribuito alle fondamenta di questa comfort zone, non è solo il caso di Nick, non è giustamente tarato. Saltare tornei e poi lottare con i grandi al suo ritorno è qualcosa che potrebbe fare anche Shapovalov (per dirne uno), ma poi i limiti sono limiti e tali rimangono.

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