Jannik Sinner e Riccardo Piatti ai titoli di coda, ma è un fulmine a ciel sereno?

Jannik Sinner e Riccardo Piatti sono vicinissimi al divorzio. Il ventenne altoatesino e il super coach italiano, come ha riportato in anteprima Sky Sport, stanno per interrompere il loro più che vincente connubio professionale. All’apparenza sembrerebbe il classico fulmine a ciel sereno, ma è proprio così?

Ricorderete forse che a Melbourne, durante gli Australian Open, Sinner e Piatti avevano avuto qualche battibecco durante il match con Taro Daniel. “Uso la testa, ma tu devi stare calmo. Tu devi stare calmo, cazzo!”, così si era rivolto Sinner verso il box dove era presente Riccardo Piatti. Cose di campo, tensione assolutamente comprensibile. Il match con Tsitsipas, nel quale Jannik era dato favorito da tutti i bookmakers, può aver aperto una grande falla nella testa di Jannik. A ragione o a torto non importa, ma anche lì qualcosa potrebbe essersi incrinato.

Vi era stata poi la rivelazione di Sinner, in conferenza stampa, sull’ingresso di un super coach nel team. L’annuncio doveva essere imminente ma non è mai arrivato. Nelle ultime settimane è giunta la positività al covid-19 a far sparire Jannik dalle cronache, anche se è possibile che Rotterdam e Marsiglia non fossero più comunque nelle programmazione del numero 10 del mondo.

In merito alle conferenze stampa, è bene tornare un momento indietro anche al post ottavo di finale contro De Minaur. Il ‘nostro’ Lorenzo Ercoli aveva chiesto a Jannik: “Ad inizio torneo avete parlato della nuova collaborazione che inizierà prossimamente. Naturalmente si sono fatti vari nomi, io però voglio chiederti, quali sono le aree dove tu e Riccardo pensate di poter trarre beneficio da questa aggiunta al team?“. La risposta fu solamente: “Quando sarà fuori il nome, parliamo dopo. Così non entro proprio“.

Si era parlato di John McEnroe (che nei fatti si è offerto a Sinner), qualcuno aveva fatto i nomi di Ivan Ljubicic (che aveva smentito) e Boris Becker, ma non si è saputo più nulla. Che la scelta del super coach possa aver acuito qualche frizione già presente tra Sinner e Piatti? La certezza è che il circuito professionistico porta a una quasi istantanea maturazione. Un ventenne che vive da tre anni nel ‘circus’ ATP non è un ventenne qualunque, soprattutto se possiede la personalità e l’ambizione di Jannik.

Jannik Sinner è cambiato, è un giovane uomo, non è più il ragazzo che si affida totalmente senza porre domande, senza dire la propria. E, in questo sport, è sempre il giocatore a prendere l’ultima decisione. È come se fosse sia giocatore che presidente di una società calcistica; il tennista, lo ripeto sempre, è azienda di se stesso.

Un’altra certezza, che non va mai dimenticata, rappresenta il percorso. Il lavoro svolto su Sinner da Piatti e tutto il suo staff (Brandi, Volpini, Sirola, Zimaglia e tutti gli altri) è stato straordinario; Jannik ha un talento naturale strepitoso, ma oggi è numero 10 grazie a una strada intrapresa anni fa e studiata nei minimi dettagli. Questo, a prescindere da come andrà, non va dimenticato. Per Piatti sfumerebbe, così, una grande opportunità di conquistare uno Slam da coach, traguardo ad oggi mai raggiunto.

Cosa accadrà di preciso lo sapremo abbastanza presto. Non credo sia una scelta puramente tecnica, perché la preparazione tennistica di Riccardo Piatti non è in discussione e anche perché, di solito, scelte tecniche di questo tipo avvengono più avanti in una carriera. Sinner, peraltro, negli ultimi mesi ha palesato una serie di migliorie davvero ragguardevoli che cozzano con una decisione del genere. L’impressione è che si possa essere rotto il rapporto per qualche decisione non condivisa: super coach? Un altro allenatore di buon livello che potesse girare maggiormente con Jannik in assenza di Piatti?

La notizia è quindi un fulmine a ciel sereno, ma fino a un certo punto. Se si fossero uniti i puntini con attenzione forse, oggi, non useremmo la parola ‘sorpresa’.

 

 

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