A Tu per Tu con… Livio D’Alessandro


(Livio D’Alessandro con Silvia Farina)

di Piero Zucca

Spazio Tennis prosegue la serie di interviste ai giornalisti specializzati di tennis, dai più ai meno famosi. Oggi è il turno di Livio D’Alessandro di SuperTennis, l’unica rete in Italia che si occupa totalmente del nostro sport preferito.

Come ti sei avvicinato al Tennis?
“Mi sono avvicinato al tennis da bambino. Il mio idolo era Ivan Lendl. Era un’epoca d’oro per questo sport. Ci si entusiasmava facilmente.”

 Quali sono stati i tuoi percorsi di studio fino a diventare giornalista?
“Ho frequentato il Liceo Classico Giulio Cesare a Roma e poi mi sono laureato in lettere a Roma3. Fin da liceale ho sempre scritto per qualche giornale e ho anche fatto diverse esperienze radiofoniche. Tutto a livello amatoriale. Poi ho cominciato a lavorare per un’agenzia di stampa e la passione è cominciata a diventare un mestiere.”

Ti piace il tuo lavoro?
“Mi piace da matti il mio lavoro. Quella del giornalista sportivo è la professione che ho sempre avuto in mente.”

Come miglioreresti SuperTennis?
“SuperTennis ha innanzitutto una grande risorsa. La redazione è composta da persone che lavorano l’una per l’altra e che mettono l’obiettivo generale ampiamente davanti a quello personale. Siamo molto uniti e questo è fondamentale per far crescere il canale. Poi contano naturalmente anche altre cose. In questi 3 anni e mezzo siamo cresciuti moltissimo. Praticamente quasi tutte le settimane dell’anno proponiamo dirette di tornei e siamo sulla strada per implementare la nostra offerta. Il live è ciò su cui il canale sta puntando di più e gli spettatori sembrano gradire.”

Cosa pensi dell’avvento di SuperTennis in Italia?
“L’avvento di SuperTennis ha dato al tennis una visibilità incredibile. Secondo me è stata una trovata geniale da parte della Federazione. Il grande pubblico televisivo stava praticamente perdendo contatto con il nostro sport e SuperTennis ha restituito a tutti gli appassionati la possibilità di seguire tornei, notizie, di vedere competizioni che in Italia nessuno aveva mai proposto. Inoltre SuperTennis ha stuzzicato la concorrenza e da quando esistiamo noi anche gli altri canali hanno cominciato a mostrare tennis con più frequenza.

Sono passate poche settimane dalla fine degli internazionali d’Italia. Cosa significa per te questo torneo? Hai qualcosa da dire sulla cornice di questo evento?
“Gli Internazionali mi ricordano l’infanzia. Era l’unico momento in cui da piccolo potevo vedere dal vivo i grandi campioni. Aspettavo con ansia il torneo, era un momento magico. Sulla cornice ho ben poco da dire, parla da sé.” 

Qual è il tuo torneo preferito?
“A parte il Foro, il mio torneo preferito è Wimbledon. E’ quello a cui lego i maggiori ricordi e le emozioni più intense.”

Secondo te quali sono le qualità migliori che dovrebbe avere un buon giornalista?
Il mestiere del giornalista è molto cambiato negli ultimi anni ed è peraltro in continua evoluzione. Tra l’altro è molto diverso lavorare per la carta stampata, per la televisione o, ancora, per una radio. Credo che non si possa rispondere a questa domanda con una o due qualità specifiche. E’ l’insieme che fa la differenza secondo me.”

 Dovessi fare l’intervista della vita. Quale tennista o quale addetto ai lavori sceglieresti?
In campo tennistico l’intervista della vita ho avuto la fortuna di farla l’anno scorso al Foro Italico con Federer. Dopo che hai intervistato Federer per dieci minuti, per fare un’intervista più indimenticabile può solo capitarti di intervistare Federer  per venti minuti.

Hai qualche sogno nel cassetto? Se si quale?
“Beh non ho un solo sogno nel cassetto, tutta la mia vita è fatta di sogni.”

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