“Dove trovo le motivazioni dopo le vittorie con Nole e Jannik? Per passione. Oggi per me è come se fosse il primo giorno e Djokovic direbbe la stessa cosa. Per me è eccitante fare parte di un nuovo progetto: con Rune abbiamo appena iniziato.” Ex preparatore atletico di Jannik Sinner e Novak Djokovic, oggi Marco Panichi è nello staff di Holger Rune, una collaborazione nata durante la tournée nel Nord America. Il preparatore romano si è concesso a una lunga intervista al Corriere dello Sport dove ha parlato del caldo di Shanghai, della sfida di seguire il giovane danese e tanti altri temi.
COME SI FA A GIOCARE IN QUESTE CONDIZIONI?
Il clima di Shanghai è sicuramente uno degli argomenti più dibattuti, con diversi giocatori che sono stati costretti al ritiro e altri che hanno denunciato l’assenza di un heat protocol. “Acclimatarsi è importante. Con Holger abbiamo aumentato l’intensità gradualmente nei primi quattro giorni. Non si può partire a tutta sotto questo sole e con questa umidità pazzesca. Dopo di che un doppio check su idratazione, alimentazione e recupero. Non ci sono altre strade per farcela. I giorni di riposo sono importanti per fare una messa a punto della macchina umana.”
LA SFIDA CON RUNE
Il danese nell’estate del 2023 era arrivato numero 4 del mondo, poi i problemi alla schiena e la confusione in panchina hanno frenato la sua crescita e il livello mostrato a Parigi-Bercy nel 2022 rimane fino a ora indubbiamente il suo picco. “È un ragazzo meraviglioso, pronto ad ascoltare e condividere. Ci stiamo ancora conoscendo, abbiamo impostato i primi protocolli di lavoro, ma sarà un percorso a medio-lungo termine.
Ha un talento cristallino, ma c’è tanto da migliorare e ce ne passa per diventare un giocatore vero. Finora ha vinto dei tornei, ma poi magari in quelli importanti perde ai primi turni. Serve consistenza. Da sempre è un predestinato, ricordo che a New York vinse un set contro Nole in una delle prime esperienze Slam. Essere stato lì così presto può portare a un contraccolpo psicologico quando le cose non girano per il verso giusto. Siamo, però, sulla strada per accettare che delle volte non si vince o va fatto con più fatica.”
Panichi ha parlato poi anche del lavoro sul piano mentale: “Credo ci siano delle persone più portate, con un senso della competizione più spiccato e una gestione migliore delle emozioni. Con Holger siamo ancora sulle montagne russe: a volte c’è tanta eccitazione per delle cose buone, ma poi magari c’è un rebound negativo.”
QUATTRO SEMIFINALI SLAM PER NOLE NEL 2025
A 38 anni Novak Djokovic ha raggiunto le semifinali in tutti e quattro i tornei del Grande Slam: “Credo che sarà difficile replicare anche questo quando gli altri avranno la sua età. Al meglio dei tre set può avere più chance. Non allenandosi più come prima sia per l’età che per le motivazioni diventa più difficile gestire le energie, ma da Novak possiamo sempre aspettarci di tutto.”
NON SOLO RUNE
Per le mani Panichi non ha solo la stellina danese, ma anche un nuovo progetto. “Ho iniziato con degli amici a Roma, l’idea è di ridare indietro ciò che il tennis ci ha dato. Vogliamo dedicarci a dei ragazzi con la speranza che qualcuno di loro possa realizzare i propri sogni con il nostro sostegno. Con il mio socio Petr Losev abbiamo cominciato a mettere le basi per quest’accademia, con il supporto del Forum Sport Center.