Protagonisti del VI torneo internazionale di Roma: Marco Bertoncini

Bertoncini
di Luca Fiorino (@LucaFiorino24)

Il protagonista indiscusso di ieri presso i campi dell’All Round di Roma, è stato senza ombra di dubbio Marco Bertoncini. Una vittoria, quella del giocatore romano classe 1969, a dir poco inaspettata poiché arrivata contro la testa di serie numero 1 del VI torneo internazionale di Roma, il serbo Dejan Dubajic, attualmente numero 32 del ranking nella categoria over 40. A destare tanto clamore non è stato tanto il successo contro un avversario di ottimo livello, quanto il fatto che Marco fosse al suo primo torneo Itf della sua vita e che si alleni proprio presso il circolo sportivo ove si sta tenendo questa settimana la manifestazione senior. Lo abbiamo intervistato curiosi di sapere la sua storia e le sue sensazioni dopo questo piccolo exploit.

Come inizia la tua storia col tennis? Di cosa ti occupi nella vita?

“Ho impugnato la mia prima racchetta all’età di 7 anni anche se poi a dire il vero non sono mai diventato un gran tennista, sono stato una C. Più avanti ho insegnato per una decina d’anni insieme al mio maestro Coppo e debbo dire che ho avuto più soddisfazione come collaboratore che non come giocatore. Nella vita sono sposato, ho un bambino di 5 anni e sono un responsabile commerciale. Tra l’altro neanche li avevo avvisati, ho pensato che giocando con la testa di serie numero uno sarebbe stato meglio evitare figuracce (ride, ndr).  Avevo detto che sarei andato a giocare al circolo ma non mi ero spinto oltre, è stato un’ulteriore sorpresa per loro anche questa vittoria e sono davvero felice di come ho giocato”.

Potresti descrivere il tuo gioco?

“Ritengo di avere un buon dritto, anche l’avversario a fine match molto sportivamente mi ha fatto i complimenti, un servizio discreto, anzi oggi sono molto soddisfatto poiché ho commesso un solo doppio fallo, ed un rovescio ad una mano con cui faccio pochissimi vincenti, mi trovo di certo più sicuro col diritto. Mi piace attaccare, servizio e dritto e come va va (ride ndr). Sono il classico giocatore che meno pensa e meglio è, odio il gioco troppo difensivo”.

Come mai ti sei iscritto al torneo nonostante non avessi mai partecipato a nessun torneo Itf?

“Ho ripreso a giocare da qualche settimana dopo che un infortunio al polso mi ha tenuto fermo per circa 7 mesi. Il 18 marzo che era l’ultima data utile per l’iscrizione ancora non servivo, dopodiché ho chiesto se fosse possibile ottenere una wild card ed il direttore del torneo, Simone Mingoli, me l’ha gentilmente concessa. Per cui se la manifestazione si fosse disputata anche solo due settimane fa non avrei preso parte al torneo. Da quando ho ripreso l’attività tennistica mi sono reso conto che stavo giocando discretamente, atleticamente stavo abbastanza bene anche perché ho potuto fare un po’ di preparazione fisica durante l’inverno e ciò mi ha consentito di rimettermi in forma in breve tempo. Mi sono detto dunque: perché non provarci?”.

Da quanto tempo frequenti il circolo All Round? Quanto tempo dedichi al tennis?

“Gioco all’All Round da circa 5 anni, quando iniziai a fare le competizioni a squadre con il circolo. Iniziai con un gruppo di amici con cui ci divertivamo a fare le competizioni a squadre, poi si trasferì all’All Round un amico che conosco da quando eravamo piccoli e mi ha coinvolto subito. Col senno di poi devo ammettere che non avrei potuto fare scelta migliore. Un aggettivo per il circolo? Direi stupendo, a partire dalla disponibilità e dall’organizzazione, davvero eccellenti. Solitamente dedico 2 o 3 giorni alla settimana al tennis, mentre durante i mesi più freddi cerco di alternare tennis e palestra contemporaneamente”.

Quali sono state le sensazioni post match? Ti ritieni soddisfatto del livello di gioco espresso?

“Sensazioni buone perché è da poco tempo che gioco con una racchetta nuova visto e considerato che l’infortunio che mi sono procurato mesi fa è figlio della racchetta precedente. L’avversario era ottimo, si muoveva molto bene in campo e tendeva spesso a giocarmi il back di rovescio. Io però essendo mancino non soffrivo troppo questa palla e gli giocavo spesso sul rovescio. Nel corso del primo parziale sono stato sotto un paio di volte ma sono sempre riuscito a rimontarlo fino a spuntarla al tie-break.  Nel secondo set sono stato avanti 4-1 fino a quando lui non ha innalzato il livello giocando due ottimi game e spingendo un pochino di più. Sul 4-3 a mio favore mi è bastato tenere la battuta ed ho portato a casa il match. La soddisfazione deriva non tanto dal risultato in sé quanto dalla prestazione. Un enorme piacere per me stesso ma anche per il nome del circolo, sono stato in grado di contraccambiare la fiducia datami onorando al meglio la wild card”.

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