Il cuore iberico di Masha

Maria Sharapova

di Giovanni Cola

Ormai è diventata una vecchia volpe, davvero complicata da sorprendere, sulla terra battuta. Una caratteristica impensabile ad inizio carriera. Ma Maria Sharapova ha saputo migliorarsi nel corso degli anni e fare della versatilità un suo punto di forza. Ed è proprio grazie a queste qualità che la russa ha potuto aggiudicarsi  (1-6 6-2 6-3) il Premier Mandatory di Madrid su una Simona Halep che ha finito la benzina troppo presto, incapace di imprimere il necessario cambio di marcia al match quando serviva realmente.

Ha infatti più di qualcosa da recriminare la rumena perchè nel primo set era parsa in un assoluto stato di grazia. Masha ha impiegato più di mezz’ora per mettere in campo le giuste contromisure. Da parte di Simona, vincenti tirati a pochi centimetri dalla riga, accelerazioni fulminanti, cambi di ritmo che hanno lasciato sulle gambe la Sharapova, molto fallosa in special modo al servizio.

Quando l’inerzia della sfida sembrava tutta dalla parte della Halep, la siberiana ha però improvvisamente innalzato il suo livello di gioco. Ha conquistato un break fondamentale in apertura di seconda partita e la sua avversaria ha subito incassato il colpo, cominciando ad essere improvvisamente meno lucida nelle soluzioni di rimbalzo e dando la sensazione di arrivare sulla palla troppo spesso con un attimo eccessivo di ritardo. Velleitario poi il tentativo di rimonta di Simona nel set decisivo. Masha, da lì in avanti, è stata praticamente sempre in controllo sia del punteggio che negli scambi. Pur non essendo nella sua miglior giornata, ha tuttavia conquistato il suo 31esimo titolo in carriera e può così issarsi fino alla posizione numero 7 della nuova classifica Wta.

Standing ovation comunque per la settimana della Halep che aggiorna il suo best ranking da domani al n.5. Un progresso impressionante, se pensiamo che l’anno scorso qui alla Caja Magica era entrata in tabellone solamente grazie ad una wild card gentilmente offertale da Ion Tiriac. Significativo anche il fatto che finora non avesse ancora perso una finale a livello Wta. Sarà un’autentica mina vagante al Roland Garros.

“Che bel successo – ha dichiarato Masha a margine della premiazione – l’anno scorso c’ero andata molto vicina fermandomi solamente all’atto conclusivo. Stavolta volevo fare di più e ci sono riuscita. Simona l’avevo già battuta un paio di volte ma ora è decisamente più temibile e, dopo il primo set, sono stata costretta a cambiare qualcosa anche tatticamente. Non potevo pretendere di fare partita pari con lei solo sotto l’aspetto atletico”.

Non do mai nessun titolo per scontato – ha aggiunto la russa – ci tenevo tanto a vincere a Madrid e sapevo che non avrei alzato bandiera bianca fino all’ultimo punto”.

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