Pico, A-Rod e Tommy: applausi a scena aperta

di Sergio Pastena

Standing ovation per chi vince e per chi perde. Entrambi i finalisti dell’Atp 500 di Amburgo, infatti, hanno realizzato qualcosa di notevole: da un lato Juan Monaco, vincendo il torneo, è entrato per la prima volta in carriera nella Top Ten a 28 anni suonati, dall’altro Tommy Haas a 34 anni si è portato non molto lontano dai primi trenta della classifica. Il successo dell’argentino, testa di serie numero 3 e sempre a suo agio sulla terra, non è tutto sommato una sorpresa, anche se non erano in molti a pronosticare il suo ingresso tra i primi dieci: assolutamente imprevisto, invece, l’exploit di di Haas, entrato con una wild card e capace di mettere in fila, in sequenza, Simon, Florian Mayer e Cilic prima di cedere a Monaco in un match comunque lottato, nel quale il tedesco si è trovato in vantaggio di un break in entrambi i set. Poca fortuna per i due italiani presenti in tabellone: Cipolla ha ceduto subito a Cilic mentre Fognini, dopo aver superato Ilhan, si è trovato in vantaggio nel primo set contro Kohlschreiber ma ha finito col cedere parziale e partita.

Anche ad Atlanta c’è un applauso da fare, rivolto ad Andy Roddick. Vero, non era certo il torneo più difficile del tour, considerando che l’americano ha beccato Russell nei quarti e in finale Muller, sempre insidioso su queste superfici ma certo non il peggior avversario possibile. In semifinale, però, A-Rod ha compiuto un’autentica impresa eliminando John Isner in tre set al termine di una maratona. Potrete ben capire come, dopo aver preso un 1-6 da Muller nel primo set della finale, pochi gli dessero chance: stanco, visibilmente in difficoltà in battuta, con una spalla dolorante e un avversario in fiducia che stava servendo alla perfezione. Roddick per ben tre volte è stato costretto a ricorrere ai vantaggi nel secondo, ha avuto quattro set point sul 6-5, in occasione dell’unico passaggio a vuoto di Muller alla battuta fino a quel momento, e poi ha disputato un tie-break inappuntabile. Il match si è chiuso lì, col lussemburghese (tornato in una finale Atp dopo sette anni) superato nettamente 6-2 al terzo. Fuori subito Lorenzi contro Anderson, anche Brian Baker ha rifiatato perdendo da Kunitsyn, così il ruolo di sorpresa è toccato a Jack Sock, arrivato ai quarti e quasi capace di strappare un set ad Isner. Benissimo Go Soeda, semifinalista, segnali di risveglio anche da Berankis, capace di far soffrire Nishikori. Mardy Fish, invece, è stato costretto al ritiro in vantaggio di un set contro il futuro finalista Muller.

Meno clamore a Gstaad, dove pure alla fine è arrivata la sorpresa maggiore con la vittoria di Thomaz Bellucci in finale su Tipsarevic: il brasiliano ha disputato un torneo eccellente sbattendo fuori Youzhny, Feliciano Lopez e Dimitrov in semifinale. Il serbo, dal canto suo, ha fermato i sogni di due “highlander” come Hernych e Mathieu, che pure aveva sbattuto fuori Wawrinka e Gulbis. Proprio contro il lettone è andato fuori subito Filippo Volandri, mentre Matteo Viola ha ceduto al terzo proprio ad Hernych.

Appuntamenti della settimana preolimpica: a Kitzbuhel il tabellone è dominato dai tedeschi, con Kohlschreiber e Florian Mayer a fare da battistrada. In tabellone Filippo Volandri, già al secondo turno dopo aver vinto il derby con Giannessi, e Simone Bolelli che al primo turno trova l’argentino Zeballos. Fuori al secondo turno di qualificazione Bellotti, che pure è stato bravo a far soffrire il rumeno Copil. Tabellone non proprio esaltante anche a Los Angeles, dove in campo c’è un solo top 50, il francese Paire: per il resto, se togliamo Querrey e Malisse, le altre teste di serie non assommano un torneo vinto in carriera. Le probabilità di vedere una “prima volta”, insomma, sembrano abbastanza elevate. Cipolla, all’esordio contro Sock, e Lorenzi impegnato contro un qualificato rappresenteranno la nostra nazione.

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