Diario di Bordo da Parigi (3)


(Steve Johnson intervistato a fine match)

da Parigi, Alessandro Nizegorodcew

Altra giornata di vento e pioggia a Parigi. Esco direttamente con l’obiettivo di arrivare alle 11.30 al Museo del Roland Garros per il sorteggio dei tabelloni principali. esco alle 10.45, perfettamente in orario, con l’idea di arrivare qualche minuto prima della compilazione del main draw. Ma…

Ma la Metro a metà strada tra Cardinal Lemoine (mio appartamento) e Porte d’Auteuil si ferma. “Si prega di scendere”, recita una voce in francese dagli altoparlanti della stazione Duroc. Scendiamo tutti e prendiamo il treno dopo, che però non parte. Riscendiamo. Prendiamo tutti il treno successivo che però non parte. Scendiamo tutti per la terza volta e decido di optare per un taxi, così da non perdermi il sorteggio.

Ma è arduo trovare un taxi libero sotto il diluvio. Chiedo ad un tassista in inglese dove posso trovare un parcheggio. Lui mi guarda sbigottito e mi segno che ha delle persone in macchina. E poi dicono che solo in Italia la gente non parla inglese…

Finalmente trovo un taxi e mi dirigo verso il circolo. Arrivo e corro con la borsa pesantissima sulle spalle (ho dentro anche gli Ace Cube di Spazio Tennis per Camila Giorgi da consegnare. Entro nel museo e, a proposito di Camila, vedo subito il suo nome su un piccolo schermo associata alla cinese Peng. Ecco gli altri sorteggi del femminile, alla presenza di Rafa Nadal: Knapp-Stephens, Pennetta-Flipkens, Errani-Rus, Schiavone-Czink, Vinci-Foretz. Interessante Wozniacki-Robson, ma semplicemente perché amo il tennis della britannica. Maria Sharapova sorteggia invece il tabellone maschile, accompagnata da una jazz band e dal Moet & Chandon che inizia a scorrere come un fiume nell’area buffet. I sorteggi maschili sono certamente buoni, considerando anche che lo scorso anno furono pessimi (Starace-Djokovic e Bolelli-Nadal per dirne due). Bolelli, che è sulla via di un “graduale recupero” per usare le parole di coach Rianna, affronterà Lu, Fognini se la vedrà con un qualificato con terzo turno eventuale con Rafa, Lorenzi avrà Kamke e Seppi sfiderà Leonardo Mayer.

Due chiacchiera in sala stampa con la collega giapponese (che parla italiano) Erika Tanaka e si parte…

E’ il momento, nonostante la pioggia, di seguire qualche match. Sono incuriosito da Steve Johnson (nella foto a sinistra al momento del match point). Me ne hanno parlato molto bene. Affronta Adrian Ungur e, prima di arrivare sul campo, mi sentirei di dare il romeno favorito. Mi ricredo subito però. Californiano, classe 1989, Johnson serve bene, è alto, possente, tira fortissimo con il diritto e il rovescio è buono sia coperto che in back spin. Tira forte quando è in fase offensiva, dimostra grande mano quando deve difendere. Alcuni pallonetti difensivi perfetti e altri addirittura vincenti da posizioni impossibili. Bravo anche a rete. Insomma, un giocatore completo con un buon futuro da professionista top-100 per parecchi anni.

Un’occhiata anche a Lajovic-Duckworth e a Dustov-Reister. Reister è veramente un treno, confermo il parere dei giorni scorsi. Dustov gioca la sua partita, cercando di prendere in mano lo scambio con servizio e diritto, ma Reister è in un momento di forma strepitoso. Si muove benissimo, corre, tira col diritto, tira col rovescio, tira col servizio, tira tutto e non sbaglia quasi mai, chiudendo anche alcuni bei punti a rete. Vince 6-1 6-4 e sarà uno dei più insidiosi qualificati nel main draw. Duckworth (nella foto a destra) invece non mi impressiona. Servizio devastante. Ho seguito due turni di servizio e ha messo a segno 3 ace e 3 servizi vincenti. Lajovic non in grande giornata c’è da dire. Dicevo di Duckworth che oltre al servizio non mi impressiona, colpi arrotati, non potentissimi. Un buon giocatore ma niente di eccezionale.

Intanto mi passa accanto il gigante Jerzy Janowicz insieme ad una ragazza che non riconosco (giocatrice o semplice amica/fidanzata?). Si siede in tribuna (nella foto qui sotto) a seguire il match della connazionale Kania che viene però asfaltata dalla Duque Marino in pochi minuti.

Passo la maggior parte del tempo in sala stampa, cosa che odio ma pioggia e maltempo la fanno da padrone. Le conferenze stampa di Roger e Nole, come di consueto prima di un grande torneo, sono piuttosto noiose e banali.

Sono le 16 e mi sono dimenticato di mangiare. Questa volta baguette con prosciutto cotto al baretto del Philippe Chatrier per i giornalisti e Pepsi. Questo volta però 4 euro e non 8! Giornalisti raccomandati!

E mentre diluvia davvero e sono bloccato in sala stampa, all’improvviso e senza un motivo apparente, entra Justin Sands, marito di Bethanie Mattek. Per capirci, un ex giocatore di football americano. Con la sua consueta maglia arancione (spero ne abbia varie tutte uguali che cambia ogni giorno e che non sia sempre la stessa!) si aggira tra computer e schermi sino a capire, probabilmente, di aver sbagliata sala.

Ah, in tutto ciò non sono riuscito a trovare Camila Giorgi, appuntamento con gli Ace Cube a questo punto domenica o lunedì. Nota finale: tutti gli italiani e quasi italiani (Dustov e Ungur) eliminati.

Intanto un tweet del collega Neil Harman del Times diventa una breaking news: Marin Cilic lascia Bob Brett. Attendiamo conferme anche se difficilmente Harman commette errori…

 

 

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