Undici anni. Una racchetta, un sogno e quei tornei Tennis Europe Under 12 che ne hanno visti passare tanti di bambini, diventati poi grandi giocatori. Jack Draper e Mattia Bellucci fanno parte di questa lunga lista. Ebbene sì, si conoscono da allora: da quando i genitori li accompagnavano in giro per l’Europa, da quando erano solo due ragazzini con le borse più grandi di loro, da quando Mattia aveva i capelli biondi.
“Mi ricordo di lui e di suo padre che giravano per i tornei – racconta Draper in conferenza stampa –. All’epoca aveva i capelli biondi, ora ha il codino. Tutti cambiamo.” Oggi si ritrovano uno di fronte all’altro al primo turno di uno Slam, sulla terra rossa del Roland Garros.
Per Mattia, questo debutto ha un sapore diverso: è il primo Major in cui entra direttamente nel tabellone principale grazie al proprio ranking, dopo aver sempre affrontato le qualificazioni negli Slam precedenti. Per Draper, invece, è il primo Slam da testa di serie in singola cifra. Reduce dal trionfo a Indian Wells, il britannico arrivava sulla terra con qualche interrogativo. Interrogativi che ha spazzato via: finale al Masters 1000 di Madrid, quarti al Foro Italico. In entrambi i casi è stato fermato dai futuri vincitori, Ruud e Alcaraz.

Entrambi mancini, entrambi classe 2001, entrambi più a loro agio su superfici veloci come il cemento e l’erba, ma con strade e stili diversi. Draper ha costruito il suo tennis sulla potenza e su una solidità che ormai regge ovunque. Bellucci ha più variazioni, gioca d’anticipo, e si sta ancora affinando per trovare quella costanza che può portarlo più in alto. Mattia ha raggiunto i quarti a Marrakech e battuto Cameron Norrie a Monte Carlo, ma nelle ultime quattro uscite la vittoria è mancata. A Parigi va a caccia del colpo giusto. “L’ho visto giocare davvero un bel tennis – ha detto Draper –. L’ultima volta che ci siamo affrontati, a Tokyo, è stata tosta. Ho dovuto giocare davvero bene per batterlo. Ho molto rispetto per lui.”
Sarà una sfida affascinante. Il ranking dice Draper, ma il tennis – si sa – è sempre pronto a regalarci sorprese. L’italiano ha tutto da guadagnare, e può giocare senza nulla da perdere, contro un vecchio “compagno di viaggio”. Chissà se, al momento del sorteggio, ci hanno pensato. A quei tornei Under 12, alle partite senza giudici di linea, alle trasferte con mamma e papà. Ora c’è Parigi, la folla e il Roland Garros. Ma in fondo sono ancora lì, due ragazzi che si inseguono da sempre. E che adesso, finalmente, si sfidano da grandi.
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