Jannik Sinner dominante, in campo e fuori. L’altoatesino, numero 1 del tennis mondiale, è in testa (per distacco) alla ‘Top Champion Reputation’, la classifica stilata da Reputation Manager spa (clicca QUI per visionarla) che analizza decine di migliaia di articoli, opinioni, post social di 160 soggetti dello sport in Italia. Sinner ha ottenuto un clamoroso punteggio di 94, staccando in maniera siderale il secondo classificato Lewis Hamilton (43,41) e il terzo Charles Leclerc (43,40). Il primo calciatore (Paulo Dybala) è solamente al settimo posto, con Lautaro Martinez alla posizione numero 11. “La premessa fondamentale è che non si tratta in alcun modo di un sondaggio – spiega Andrea Barchiesi, CEO di Reputation Manager -. Abbiamo raccolto tutto ciò che viene scritto sui protagonisti dello sport in un’analisi molto sofisticata. Non parliamo di centinaia di opinioni, ma di decine di migliaia di contenuti. Ovviamente ogni scritto viene ponderato in base a chi lo pubblica: se uno sconosciuto sui social dà il proprio parere su Jannik, questo avrà un impatto di gran lunga inferiore rispetto a una frase di Adriano Panatta”. C’è un dato che fa capire, più di altri, la superiorità reputazionale di Sinner. “L’aspetto clamoroso è che l’analisi si basa su tutto ciò che è accaduto nel 2025, ma si ferma ai giorni che hanno preceduto Wimbledon. La reputazione di Sinner era già stellare, quindi, ben prima del trionfo all’All England Club. Il dato ci ha francamente stupito per la sua dimensione, perché 94 è un dato eccezionale. Un numero che, per spiegarlo in termini ancor più comprensibili, è una sorta di sintesi algebrica tra elementi positivi e negativi in merito a Sinner. L’altro aspetto da sottolineare è che chi ha provato ad andare, in maniera più o meno diretta, contro Jannik, ne ha pagato le conseguenze in termini di reputazione. È il caso, ad esempio, di Federica Pellegrini: le parole su Sinner le si sono ritorte contro”.
LA CONTRO-FASE. Eppure Jannik Sinner è passato attraverso la vicenda della positività al doping, al patteggiamento con la WADA, alle polemiche sulla residenza a Montecarlo. “Vi è ovviamente anche un lato negativo riguardante la reputazione di Sinner: anche le persone perfette, oltre un certo grado di popolarità generano energia negativa. Neanche il Papa potrebbe avere una reputazione del tutto positiva, così come, al contrario, si troveranno opinioni pro-Hitler. Verso Sinner si è scatenata qualche tempesta, spesso supportata dall’invidia, ma gli aspetti positivi sono stati così tanto superiori da rendere le opinioni contrarie sostanzialmente ininfluenti”. Barchiesi è molto chiaro sul punto. Reputation Manager non dà mai giudizi, registra cosa viene scritto e lo analizza senza pregiudizi. L’idea è quella di misurare la temperatura, la percezione che un atleta dà alla gente. “Lo stato di iper reputazione di Sinner è dato anche dagli attacchi che vengono mossi nei suoi confronti, che scatenano delle contro-forze molto importanti in sua difesa. La mia opinione personale è che Jannik Sinner sia ciò di cui l’Italia ha bisogno, un segnale di mutamento dei tempi. Arriviamo da un ventennio di tv urlata, di politica qualunquista. Jannik è una sorta di ritorno a una diversa mentalità. Quando tutti urlano, il segno distintivo diventa tacere. Credo che Sinner abbia incontrato un grande favore popolare perché la nostra società sta entrando in una contro-fase. A livello sociologico qualcosa sta cambiando, questo ranking racconta di fatto la società civile e ci porta a capire lo spirito del tempo in cui viviamo. Un’elevata reputazione inoltre porta a un valore economico importante. Alcune aziende, però, sbagliano approccio e confondono la notorietà con il valore percettivo”. Scegliere un brand ambassador per il numero di followers non è, dunque, la scelta più corretta, anzi. La reputazione del testimonial deve essere un carattere distintivo affinché le sue opinioni vengano considerate e, in seconda battuta, seguite dal consumatore.
IL TENNIS VOLA. Nella classifica, oltre al campione di Sesto, nessuno ha saputo superare quota 50. “Non ci sono altri personaggi distintivi. Per usare una metafora ciclistica potremmo dire che Jannik Sinner è in fuga e che, dietro di lui, ci sia un gruppone molto folto e anche decisamente distante”. L’altoatesino ha permesso, trascinandoli, anche ad altri tennisti di ottenere un punteggio piuttosto alto nel ranking. Nella Top 10 della ‘Top Champion Reputation’ troviamo infatti Jasmine Paolini al sesto posto, Lorenzo Musetti al decimo e Matteo Berrettini in dodicesima piazza. “Il romano è complementare a Sinner, ogni eroe ha bisogno di una spalla e di un antagonista: la spalla di Sinner è Berrettini, l’antagonista ovviamente è Alcaraz”.
FUTURO. Il prossimo studio uscirà ad ottobre, in piena Serie A e post mercato. Ma è proprio il calcio la nota dolente dello studio in questione. “È lo sport che più di tutti dovrebbe preoccuparsi della responsabilità sociale di cui è portatore – chiosa Branchiesi -. Il calcio ha bisogno di pulizia, di nuovi protagonisti sia dentro che fuori dal campo. Sinner è dedizione, carattere, genuinità. Jannik ha effetto sulla società in generale. Si sente la necessità, al giorno d’oggi, di un Sinner del calcio. La sensazione è che il momento sia propizio”.
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