Jannik Sinner è tornato: “Felice per come ho gestito tutto, vincere a Roma non è il mio obiettivo”

L’attesa è finita. Jannik Sinner è tornato a parlare in conferenza stampa agli Internazionali BNL d’Italia, il torneo che sancirà il suo rientro al tennis giocato dopo i tre mesi di sospensione. Nel media day a lui dedicato, il numero uno del mondo ha risposto alle domande dei giornalisti presenti in sala stampa, commentando il periodo di stop e gli aspetti che saranno più decisivi una volta che tornerà a mettere piede all’interno del Campo Centrale del Foro Italico.

Sono molto felice di essere tornato qui dopo questi mesi lunghi – ha esordito l’azzurro prima delle domande della stampa -. È stato bello condividere dei momenti eccezionali con la famiglia e gli amici, ma mi sono anche allenato molto prima in palestra e poi in campo. Non ho una relazione, anche se ho scattato alcune foto

Una sospensione senza saltare Slam
Per me è una buona notizia non aver saltato nessun torneo dello Slam. Sapete che all’inizio avrei preferito non concludere nessun accordo e attendere la sentenza, ma alcune volte devi fare di necessità virtù ed è quello che abbiamo fatto. Sono contento di essere tornato”.

Le attività durante la sospensione
La parte più difficile è stata non poter guardare nessun tipo di sport all’inizio. Non so se qualcuno di voi lo sa, ma a causa della sospensione non potevo frequentare nessun luogo dove avvenissero incontri ufficiali di nessuna disciplina. Comunque è andato tutto bene, l’ho accettato e ne ho approfittato per stare più tempo con la famiglia

Gli ultimi due anni
Lo scorso anno è stato difficile. Avevo tanta pressione a livello personale, non potevo parlare a molte persone di quello che stava succedendo fuori dal campo. Poi ho sofferto abbastanza anche all’inizio degli Australian Open. Alla fine, una piccola pausa mi ha fatto bene. Nonostante questo, ammetto che il mio corpo si sta aggiustando piano piano dopo un periodo senza giocare. Vediamo come starò fisicamente”.

Restare numero uno del mondo
Non ho praticamente guardato tennis, magari ho visto qualche risultato. Ho ripreso a vederlo adesso con il torneo di Madrid, magari dando un’occhiata ai giocatori che pensavo fossero più interessanti. Per me la cosa più importante è la Race to Turin, che dà un po’ il quadro generale di come stanno andando le cose. Su tutto il resto non potevo controllare niente”.

Sostegno da parte dei colleghi
Il tennis è uno sport talmente individuale che ognuno ha le sue persone intorno e tante cose da gestire. Non mi sono sentito praticamente con nessuno a parte Jack Draper e Lorenzo Sonego, che si sono allenati con me nelle scorse settimane. All’inizio della sospensione ho ricevuto messaggi inattesi da persone inaspettate, ma al tempo stesso da qualcuno magari mi aspettavo qualcosa di più e non ho ricevuto nulla. Per il resto non ci sono state videochiamate o gesti particolari, ora spero solo di ritrovare me stesso in campo e mettermi tutto alle spalle”.

Aspetti facili e difficili da gestire
La cosa più bella sarà rientrare di nuovo in un campo e vedere la gente. Dall’altra parte poi ci sono alcuni dubbi e la pressione, ma è giusto così. Non ho paura di rientrare, sono solamente felice di esserci e vedremo cosa succederà, per ora sono solo domande che attendono una risposta. Abbiamo fatto il massimo in questi mesi per arrivare qui al top della forma”.

Sinner-mania: da cosa nasce?
Non lo so. Onestamente credo di essere un ragazzo di 23 anni molto semplice. Sono bravo a giocare a tennis ma questo non cambia e non vuoldire nulla. Mi piace quel che faccio, ma alla fine è uno sport. Mi ricordo sempre che arrivo da un paesino di 2.000 persone in montagna; ritrovarmi qui a Roma a giocare davanti a tante persone è bellissimo. Credo che la mia onestà e il non essere finto fa un po’ la differenza e viene apprezzato”.

Obiettivo attuale
L’obiettivo è il Roland Garros. Sono qua per vedere a che livello mi trovo, non battere chiunque. Proverò a passare il primo turno e poi vediamo che cosa succede. È difficile ritrovare il ritmo, ma intanto siamo riposati, tranquilli e stiamo bene. Penso che questo possa fare la differenza anche da qui alla fine”.

Gli allenamenti durante la sospensione
Sono contento di come sono andati questi mesi. Ero molto piccolo l’ultima volta che sono stato così tanto senza toccare la racchetta. Abbiamo iniziato piano, poi sono arrivate le vesciche sulle mani appena abbiamo spinto. Non abbiamo mai avuto la fretta di fare le cose, un giorno non cambia la vita. Sono felice di come l’abbiamo gestita”.

Reazioni del corpo inaspettate
Sono successe delle cose non semplici fuori dal campo, delle quali non voglio parlare. Ho capito di essere una persona importante, con tanta attenzione mediatica intorno. Ora so che anche una foto, magari senza saperne il contesto, può creare un po’ di confusione o fraintendimenti. All’inizio della sospensione ero un po’ confuso, non sapevo bene cosa fare. Il periodo mi è servito per capire cosa fosse importante per me. Dopo tanti anni dove non ho fatto altro che allenarmi, ho avuto bisogno di tempo per capire le priorità oltre il tennis. Ma nulla di tutto questo sarebbe stato possibile senza le persone che si trovano al mio fianco”.

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