Carlos Alcaraz ha parlato alla Gazzetta dello Sport con il consueto entusiasmo e un obiettivo chiaro: riconquistare la vetta del ranking mondiale. Dopo la finale persa a Wimbledon contro Jannik Sinner, lo spagnolo ha ricaricato le energie a Murcia con la famiglia e ora punta forte sulla tournée americana, dove dovrà difendere molti meno punti rispetto al rivale azzurro.
“Da ora in poi non avrò tanto da difendere – ha spiegato Alcaraz – e farò di tutto per raccogliere il maggior numero possibile di punti. Sinner? È un grande lottatore, gioca sempre per vincere. Ma io sono pronto per la sfida: il mio obiettivo è tornare al numero 1”.
Parole di stima che confermano il grande rispetto tra i due protagonisti del nuovo duello che accende il tennis mondiale. “È bello avere una rivalità così, spinge entrambi a superare i propri limiti – continua Carlitos – e fa bene al movimento. Le nostre partite sono sempre molto attese, fanno crescere l’interesse per il tennis”.
Alcaraz non nasconde di aver vissuto momenti complicati nella prima parte del 2025, soprattutto durante l’assenza di Sinner. Poi, sulla terra, è esploso: tre titoli su quattro tornei e una sola sconfitta in 23 incontri. Il punto più alto? “La finale del Roland Garros. Ancora oggi mi chiedo come abbia fatto a ribaltare quella partita. La chiave è stata crederci fino alla fine”.
A Wimbledon, invece, ha ammesso candidamente un’inferiorità. “Durante la finale mi sono girato verso il mio box e ho detto che Sinner da fondo era migliore. E lo pensavo davvero. Ho dato tutto, ma lui è stato straordinario”.
Sul piano mentale, Alcaraz ha ormai da cinque anni una mental coach che lo aiuta a gestire lo stress e le aspettative. “Mi ha insegnato come affrontare i momenti di pressione. Ora, quando entro in campo, penso solo che sto realizzando il sogno che ho fin da bambino. Questo mi basta”.
Anche le critiche, soprattutto quelle ricevute in Spagna dopo la sconfitta a Londra, oggi lo toccano meno. “In passato mi lasciavo influenzare, ora no. L’importante è migliorare ogni giorno, non serve essere fenomeni sempre”.
Alcaraz e Sinner, avversari in campo e amici fuori. Due mondi diversi, due talenti straordinari. E una rivalità che, stagione dopo stagione, sta diventando leggenda.
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