Jannik Sinner verso lo US Open: “Sto bene, anche se non ancora al 100%. Ferrara? Siamo concentrati sul lavoro”

Redazione
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2024 AUSTRALIAN OPEN Mens Final Jannik Sinner (ITA) defeated Daniil Medvedev (RUS) 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3 to win the 2024 Australian Open and first Grand Slam title. Photo © Ray Giubilo

Jannik Sinner è tornato a parlare con la stampa alla vigilia dello US Open, ultimo Slam della stagione che lo vedrà tra i grandi protagonisti nel tentativo di difesa del titolo. Dopo il ritiro nella finale di Cincinnati contro Carlos Alcaraz, causato da un virus che ha colpito anche altri giocatori del circuito, il numero uno azzurro ha voluto rassicurare sul proprio stato fisico: “Sto bene, ho recuperato quasi completamente, non sono ancora al 100%, ma l’obiettivo è esserlo tra qualche giorno. Dovrei essere a posto per il torneo”.

LA RIVALITÀ CON ALCARAZ

Sinner si è poi soffermato sulla rivalità con lo spagnolo Carlos Alcaraz: “Se non continuiamo a migliorarci, gli altri ci raggiungeranno. È solo questione di tempo. Il nostro compito è capire dove possiamo crescere. Le rivalità fanno bene al tennis e anche a noi stessi: ci spingono ad allenarci meglio, a simulare in allenamento situazioni che poi ritroviamo in partita. In questo momento io e Carlos ci stiamo dividendo i trofei più importanti, ma le cose possono sempre cambiare. Ci sono tanti giocatori forti in circolazione e arrivare in finale in uno Slam non è mai semplice”.

A chi gli chiedeva cosa renda speciale il suo duello con Alcaraz, Jannik ha risposto con lucidità: “Siamo due giocatori diversi. Lui è velocissimo, riesce a recuperare palle che altri non arriverebbero nemmeno a toccare. Questo allunga gli scambi, li rende più tattici. Prepariamo le partite in modo differente rispetto al passato, anche perché ormai ci conosciamo molto bene. Siamo diversi anche nel modo di stare in campo e fuori. L’unica cosa che abbiamo in comune è il fatto che ci alleniamo duramente. Abbiamo fatto del tennis la nostra priorità. In questo sport i dettagli fanno la differenza”.

IL RITORNO DI FERRARA NEL TEEAM

Non è mancato un riferimento al ritorno nel team di Umberto Ferrara, già suo preparatore atletico in passato e rientrato dopo una parentesi complicata: “L’anno scorso, di questi tempi, la situazione era molto più stressante, anche per via della tempistica, a ridosso dello US Open. È stato difficile da gestire. Ma oggi mi sento diverso, più sereno. Su Umberto abbiamo già detto tutto nel comunicato, non ho altro da aggiungere. Stiamo lavorando duramente e ci stiamo concentrando su quello che conta: diventare un atleta migliore”. “Se Ferrara è di nuovo il responsabile per il mio programma antidoping? È un discorso interno al team e lo abbiamo sotto controllo”

“OLTRE TUTTO QUELLO CHE POTEVO IMMAGINARE”

Tra le domande più curiose, anche quella su cosa cambierebbe del circuito: “Ci sono molte cose che cambierei… ma non ve le dico”, ha risposto sorridendo. Infine, un ricordo personale legato ai sogni da bambino diventati realtà: “Quando ho lasciato casa ho detto ai miei genitori che se a 23 o 24 anni non fossi stato almeno tra i primi 200 al mondo, avrei smesso. Non potevamo permetterci economicamente di continuare, il tennis è uno sport costoso. Fortunatamente già a 18 anni ho iniziato a guadagnare qualcosa e ho trovato una mia stabilità. Quando ero più piccolo dicevo di voler diventare numero uno o vincere uno Slam, ma erano sogni lontanissimi. Essere dove sono oggi va oltre tutto quello che potevo immaginare. Ora però so qual è il mio potenziale e gioco per vincere tornei. Ma se mi avessero detto che un giorno sarei entrato in Top 100, sarei stato già il ragazzo più felice del mondo. Tutto quello che è venuto dopo è un grande extra”. Sinner si prepara così a vivere da protagonista il suo settimo Slam consecutivo da Top 10. A New York, per il ragazzo di San Candido, c’è una storia ancora tutta da scrivere.

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