Non ha deluso le aspettative il match di secondo turno dell’ATP 500 di Pechino 2025 tra Jannik Sinner e Terence Atmane. Nonostante le 66 posizioni a dividere i due nel ranking ATP, il francese è riuscito a tenere in campo l’avversario per 2 ore e 20 minuti, arrendendosi solo con il punteggio di 6-4 5-7 6-0.
Un incontro sulla falsa riga di quello andato in scena pochi mesi fa a Cincinnati, con Sinner superiore ma costretto a faticare per piegare la resistenza del rivale. Probabilmente senza qualche sbavatura nei momenti cruciali Jannik avrebbe potuto vincere in due set anche in Cina, ma se ciò è accaduto il merito è anche di Atmane. Quest’ultimo ha infatti espresso un livello di tennis sorprendentemente alto – persino superiore a quello mostrato in Ohio – ed è riuscito a creare difficoltà al numero uno al mondo come probabilmente solo Carlos Alcaraz aveva fatto.
A livello di prestazione, Sinner può recriminare i pochi punti diretti ottenuti dal servizio (guardando agli ace, ad esempio, ne ha scagliati 3 contro gli 11 di Atmane) e un rendimento insufficiente con la seconda palla (47% di punti vinti). Sarebbero però ingeneroso di parlare passo indietro rispetto all’esordio contro Cilic.
Pur essendo il secondo miglior giocatore al mondo, dall’altra parte della rete ha trovato un avversario capace di mettere a segno ben 22 vincenti. Quarti di finale raggiunti dunque da Jannik Sinner, che trova ora sulla sua strada l’ungherese Fabian Marozsan. L’azzurro ha vinto l’unico precedente nel 2024, sull’erba di Halle a livello di secondo turno, con il punteggio di 6-4 6-7(3) 6-3.
La cronaca del match
Sinner vince il sorteggio e sceglie di rispondere. L’obiettivo è chiaro: provare a ottenere subito il break. Nel game inaugurale ci va vicino, costringendo l’avversario ai vantaggi, mentre al secondo tentativo va a segno: strappa la battuta ad Atmane e si issa sul 2-1. Pur dovendo annullare due chance dell’immediato contro break, consolida il vantaggio e allunga nel punteggio.
Dopo un paio di game interlocutori, Sinner ha l’opportunità di chiudere il set sul 5-3, ma fallisce due chance – complice l’ottima difesa del francese -, quindi si ritrova costretto a servire sul 5-4. Atmane riesce a procurarsi tre palle break, di cui due consecutive, ma l’azzurro non trema e al dodicesimo punto porta a casa il game, incamerando così il set per 6-4.
Per quanto riguarda la seconda frazione, se qualcuno guardasse esclusivamente l’andamento del punteggio penserebbe probabilmente a un errore del live score. I primi sette game finiscono infatti a 0, ma ci sono ben quattro break, peraltro consecutivi. Vale a dire che a un certo punto si è verificato un parziale di 16 punti consecutivi vinti in risposta, nato peraltro da un’insolita volée di dritto sbagliata da Sinner. Una statistica pazzesca, specialmente nel tennis moderno, sul veloce e con due tennisti che possiedono un servizio del calibro di quello di Sinner e Atmane.
Fatto sta che i giocatori tornano a incidere col servizio e si giunge sul 5-5 senza particolari sussulti. Con il tie-break all’orizzonte, però, ecco che accade qualcosa di inusuale: Sinner incappa in una serie di errori e perde la battuta nel dodicesimo gioco. Atmane ottiene quindi il parziale per 7-5 e ristabilisce la parità. Sicuramente Jannik, nervoso, spreca più del solito, ma il risultato è figlio anche della prestazione del francese. A Cincinnati lo aveva dimostrato e a Pechino l’ha confermato: può dare eccome del filo da torcere a Sinner.
A senso unico infine il terzo set, in cui il fisico chiede il conto ad Atmane. Dopo aver speso moltissime energie nei primi due parziali, il francese non ne ha più e, in preda ai crampi e quasi impossibilitato a servire, subisce un eloquente 6-0. Pur riuscendo a portare due giochi ai vantaggi, non ha mai neppure una palla game. Dopo 34 minuti, Sinner firma così il bagel e si regala l’accesso ai quarti.