Da Bergamo, Edoardo Viglione.
Terza giornata qui. Oggi niente nuvole, niente neve: splende il sole. Mi alzo e controllo immediatamente i risultati della Formula 1 nella notte. Vedo che Lando Norris ha realizzato la pole position e vado a fare colazione con un sorriso ancora più grande. Scendo presto e nella sala non c’è nessuno. Il primo giocatore ad arrivare è David Poljak, doppista ceco che nel pomeriggio disputerà la finale. Poco dopo arrivano quasi tutti in massa: Stefano Travaglia, Francesco Maestrelli e Marko Topo. Manca solo Justin Engel tra i singolaristi. Ho i giocatori nei tavoli adiacenti al mio: ci scambiamo il buongiorno e ci chiediamo rapidamente come va, sempre con grande educazione. Poi sento Topo dire all’allenatore di Mae che alle 15 fa warm-up con Engel. Benissimo: vorrà dire che a quell’ora sarò già in arena per vedere l’allenamento.
Salgo in camera e sento telefonicamente Andrea Guerrieri, con il quale avevamo pianificato un’intervista. È una chiacchierata davvero bella e fluida, con un ragazzo disponibilissimo e straordinario, che mi racconta la vita del tennista da Challenger, che lavora duramente per farsi spazio e costruirsi una classifica che gli permetta di stare sereno in questi palcoscenici. Andre merita davvero il meglio, non solo nella carriera ma proprio nella vita. Mi ha colpito sin da subito per la sua educazione e gentilezza. Avrà un tifoso in più, sempre.
Dopo pranzo vado a recuperare nell’Amazon Locker della ChorusLife il microfonino per le interviste (grazie Lapo per il consiglio d’acquisto) e mi dirigo a vedere il riscaldamento dei due giocatori tedeschi. Qualche scambio e poi l’arena comincia a riempirsi, pronta per assistere alla finalissima di doppio. Da una parte Poljak e Ruehl, dall’altra Willis e Paris. A prevalere sono i britannici, che alzano al cielo il loro primo titolo Challenger in coppia. Bellissima la scena a fine match, quando vanno a battere il cinque uno ad uno a tutti i raccattapalle. Nel back mi concedono anche un’intervista davvero simpatica. Paris, poco prima, mi aveva confidato che il prossimo anno giocheranno ancora insieme e che sperano di riuscire a partire per l’Australia, anche se non sono sicuri a causa della classifica. Willis lo conferma ridendo: “Gliel’ho già detto tre volte di fila, eppure continua a chiedermelo!”
È l’ora dei singolari. Marko Topo batte uno stanchissimo Stefano Travaglia in due set e conquista la sua prima finale Challenger della carriera. Ho cominciato a seguire il giocatore tedesco di origine serba quando, al suo esordio assoluto in un torneo ATP, portò al terzo set Federico Coria. L’ho seguito sempre tra Challenger e ITF, ma l’acuto gli era mancato. Oggi, qui a Bergamo, trova la sua prima finale: una felicità immensa. Nell’atto conclusivo troverà Francesco Maestrelli, che batte magistralmente Justin Engel con lo score di 6-4 6-2. Giovedì, nella prima intervista post-match che gli ho fatto, aveva affermato di non essere contento della vittoria contro Gadamauri e che stava ancora lavorando molto. I frutti si sono già visti: le partite vinte contro Napolitano ed Engel sono state strabilianti.
Vado a dormire con parecchio sonno e speranzoso di due cose: un buon risultato di Lando Norris e una grande finale. Poi saluterò Bergamo, pronto a vivere altre belle esperienze prima di tornare qui il prossimo anno.