Atp Bucarest, this is the end…

da Bucarest, Gianluca Dova

This is the end

Ieri è finito il mio torneo e quindi la mia settimana di Natale e capodanno con l’eliminazione di Starace-Bracciali in doppio e di Seppi in singolare. Molto prima di quello che avevo previsto e sono un pò triste. Me ne farò una ragione, è stato bello lo stesso rivedere tanti amici.

Parlando di tennis giocato il doppio tra Starace-Bracciali vincitori del torneo nel Settembre 2011 e Mirnyl-Tecau si presentava durissimo e così è stato. Equilibrato fino al 4 pari del primo set e 30 pari su servizio Mirny, ha avuto uno strappo netto quando la Bestia con un prepotente ace a uscire ha dato la svolta. Il rumeno ed il bielorusso sono un doppio in teoria non propriamente assortito, due grandi servitori ed ottimi volatori chiaramente più deficitari in risposta ma una coppia sicuramente molte forte proprio perché è molto difficile strappargli il servizio. Ieri hanno controllato il match, malgrado una buona prestazione dei nostri che però hanno palesato rispetto ad altre occasioni qualche debolezza non abituale. Il servizio di Poto non ha saltato come al solito ed anche in risposta il campano è sembrato leggermente meno costante anche se c’è da considerare che ha dovuto contrastare due dei migliori servitori del circuito in doppio. Braccio è sembrato invece in difficoltà stranamente a rete e da fondo è sembrato pagare il fatto di aver giocato molto sul veloce e poco sulla terra. Aveva il classico ritardo di chi aspetta un po’ troppo la palla perché abituato a giocare su superfici veloci. In generale ripeto una prestazione dignitosa, è mancato quel plus che  in giornata ti può permettere di competere con giocatori più forti  ma si sa,  non sempre è domenica.

L’incontro tra Rosol e Seppi è stato condizionato dall’inizio negativo del tennista altoatesino che se ne è lamentato anche a fine match: “Possibile che devo iniziare sempre scarico e non riesco a cominciare le partite più carico magari tirando sui teli o fuori dal campo ma non stando dall’inizio dietro a giocare di rimessa…..”. Diverso il punto di vista di Max Sartori: “Andreas ha giocato poco sulla terra, viene dal veloce e dalla Davis. In Canada le condizioni erano completamente diverse, indoor e con campi veloci. La settimana scorsa abbiamo provato a forzare in allenamento per recuperare l’abitudine a queste nuove condizioni ma c’è anche e soprattutto bisogno delle partite. Ogni torneo ha condizioni un po’ diverse e ci vuole un po’ di tempo per abituarsi a campi e palle quindi prima di iniziare a giocare bene bisogna stare in campo e lottare come per altro già era successo l’anno scorso in questo stesso torneo. Non bisogna lamentarsi delle condizioni né avere la pretesa di poter giocare bene da subito ma stare lì a giocarsela. E’ chiaro che il ceco ha avuto il vantaggio, avendo giocato già una partita rispetto ad Andy, di aver potuto abituarsi a campi e palle prima.” La partita in effetti nel primo set vede un Rosol sugli scudi micidiale con servizio e dritto ed un Seppi falloso che subisce troppo il gioco avversario. Nel secondo set Andreas sembra sicuramente più in palla ed aggressivo e riesce ad andare subito in vantaggio collezionando anche diverse occasioni per il doppio break che non riesce a realizzare anche per merito della buona vena di Rosol. Il set rimane quindi combattuto fino alla fine ma con un buon Seppi che riesce a spuntarla con qualche fatica. Sforzo che paga ad inizio terzo set dove va subito sotto tre a zero, recupera ma va subito sotto di nuovo e si deve arrendere.

Nel complesso una partita da più volti, un Seppi modesto e falloso nel primo set, buono nel  secondo, discreto ma non sufficiente nel terzo dove il ceco è riuscito a partire meglio dai blocchi e a mantenere il vantaggio. Una classica partita di inizio stagione per il nostro giocatore che avrebbe bisogno di accumulare qualche match vinto per prendere fiducia per i tornei importanti di Roma e Parigi dove avrà molti punti da difendere. Non c’è da fare drammi ma ripartire con slancio magari riuscendo a trovare una soluzione per l’atavico problema delle partenze lente di Andreas.

 

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