A Vicenza brilla la stella di Filip Krajinovic

Filip Krajinovic

di Piero Emmolo

Mentre a Bois de Boulogne si consumava la prima settimana del major parigino, l’interessantissimo prospetto serbo Filip Krajinovic fa sua la tappa veneta, pur non godendo dei favori della vigilia.

VICENZA (RED CLAY,42500€) Si profila una ”due settimane” in Veneto per il circuito challenger che, la prossima settimana, si sposterà in terra mestrina per un 42500€. Avversario finalista del ventiduenne di Sombor è stato lo slovacco Norbert Gombos, soccombente con un periodico 6-4. E la mente, per il giovane serbo, non può non essere andata, allo scoccare del match point, alle calamità, belliche e naturali, che hanno devastato e stanno devastando la Serbia. La cittá che ha dato i natali a Filip, è stata infatti uno dei teatri più cruenti della sanguinosa guerra dei Balcani. É agli onori della cronaca, d’altro canto, la violenta alluvione che ha funestato il paese della ex Iugoslavia in questi giorni e che ha spinto il magnanimo Nole a donare l’intero lauto prize money di Roma. Primo titolo in carriera per il balcanico, dopo due titoli futures e una sorprendente semifinale all’ATP di Belgrado che, appena maggiorenne, lo proiettò nei taccuini dei talent scout come futura imminente stella del tennis. Gli infortuni, tuttavia, minarono la crescita e la definitiva consacrazione sportiva di Krajinovic. Ma ci sono state altre giovani leve alla ribalta nella kermesse patrocinata dal locale banco popolare. Il nipponico Yoshihito Nishiyoka, profittando al meglio del varco nel main draw lasciato dalla testa di serie numero uno Peter Gojowczyk, ha saputo issarsi sino alle semifinali, denotando un’insolita attitudine all’agonismo e a palcoscenici di rilievo così elevato, per un tennista classe 1995. Ottimi scalpi per il giovane del Sol Levante: il monegasco Balleret e il nostro Flavio Cipolla, non proprio gli ultimi arrivati quanto ad esperienza e numero di match disputati nel circuito cadetto. Interessante quanto avvincente derby azzurro al primo turno tra la wild card Stefano Napolitano e Matteo Viola, con quest’ultimo che ha prevalso alla distanza col punteggio di 2-6 6-2 6-3. A sorpresa fuori al primo turno la testa di serie numero cinque Marco Cecchinato. Il siculo è stato sorpreso al primo turno dal capelluto albiceleste Collarini, non nuovo ad exploit improvvisi nel mondo challenger. Primo turno anche per la wild card Riccardo Bellotti e il campano Lorenzo Giustino fuori, rispettivamente, per mano del ecuadoreño, figlio d’arte, Emilio Gomez e dello slovacco Andrey Martin. Conferma la propria indole vincente solo in terra carioca il brasiliano Rogerio Dutra Silva, fuori al primo turno dal vincitore del torneo. Gli organizzatori hanno dispensato, in quanto poco al di là del cut off, uno dei quattro canonici inviti partecipativi alla sorpresa per eccellenza del tabellone di qualificazione del foro italico, Stefano Travaglia. Per l’ascolano primo turno non agevole contro l’indecifrabile davis man belga Ruben Bemelmans, in versione decisamente deluxe rispetto alla deludente trasferta in quel di Astana. Il venticinquenne di Genk ha tuttavia avuto la meglio solo alla terza partita, con lo score finale che recita 7-5 4-6 6-1 in favore del tennista fiammingo. Primo quarto di finale in un appuntamento challenger per Matteo Donati. Anch’egli accreditato di una wild card, ha saputo al meglio ripagare la fiducia accreditatagli dagli organizzatori, giungendo a questo personale record in carriera. Due affermazioni contro avversari di livello, se non altro, per quanto più navigati essi siano , per il giovane talento piemontese. Oltre all’ecuadoreño Giovanni Lapentti, discreto frequentatore del circuito cadetto ma eternamente nell’ombra del ben più quotato fratello Nicolas, Matteo ha estromesso il giovane tennista andino Gonzalo Lama, in rampa di lancio verso il definitivo approdo nel circuito professionistico maggiore dopo il primo sigillo challenger in carriera in quel di Cali.

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