Filippo Volandri trionfa a Orbetello


(Filippo Volandri – Foto Nizegorodcew)
di Guido Pietrosanti
Ricca settimana di tornei challenger, disputati sia sulla terra battuta in Europa che sul cemento in America e in Russia.
In Italia si è giocato ad Orbetello dove per una volta abbiamo assistito anche noi ad una finale tra azzurri. Alla fine a spuntarla è stato Filippo Volandri che ha battutto un ottimo Matteo Viola per 46 63 62. Volandri torna con questa vittoria al numero 72 del ranking, una classifica che non vedeva più da oltre 3 anni. A posteriori quindi la scelta di Filippo di giocare ad Orbetello invece di giocate nel torneo di Amburgo, deve essere considerata una scelta giusta. Nei tornei del circuito maggiore Volandri fa ancora fatica, ma alternando quei tornei con challenger più semplici, Filippo è ancora in grado di rimanere ben dentro i top100. Ottimo torneo anche per Matteo Viola alla seconda finale della sua carriera dopo quella di Caltanissetta raggiunta nel mese di marzo. Lo scorso anno in questo periodo Viola vinceva un future in Italia ed entrava per la prima volta nei top 300 del ranking. Oggi Matteo, a 24 anni, è numero 155 e sembra molto migliorato anche nei colpi che sembravano limitarne la crescita, il servizio e il dritto. Le gambe, la serietà e la determinazione (oltre al rovescio) sono armi sulle quali Viola ha sempre potuto contare. Con pochi miglioramenti tecnici e magari un po’ di muscoli in più per dare maggior peso alla palla, i top 100 non sono poi cosi lontani. Non sarebbe male per un ragazzo che c’ha sempre creduto, nonostante fossero in tanti a storcere la bocca qualche anno fa e a dire che non sarebbe mai arrivato nemmeno nei primi 200.
A Poznan in Polonia vittoria del portoghese Rui Machado (85) alla terza vittoria challenger dell’anno. Questa volta Machado ha sconfitto in finale l’idolo di casa, il giovane Jerzy Janowicz per 63 63. Janowicz, classe 90, vincitore di Marco Crugnola nei quarti di finale, raggiunge comunque il suo best ranking al numero 142. Da segnalare anche la vittoria di Arnaboldi al primo turno contro la testa di serie numero 2 del torneo e top 100, Frederico Gil. Purtroppo Arna non è riuscito a dare continuità a questo risultato, facendosi eliminare al secondo turno.
Negli Stati Uniti a Lexington, vittoria dell’americano Wayne Odesnik, che rientrato quest’anno dopo la squalifica per doping, sta velocemente risalendo la classifica atp. A Lexington Odesnik ha sconfitto in finale James Ward (177) per 75 64 vincendo il suo secondo challenger dal rientro e raggiungendo la posizione numero 160 del ranking atp.
A Manta in Ecuador wittoria dell’argentino Brian Dabul (163), che cerca di rilanciare una stagione fin qui piuttosto deludente per lui, top 100 a fine 2010 e capace quest’anno di raggiungere, come miglior risultato, solo la semifinale nel challenger di Milano. Dabul ha sconfitto in Ecuador il giovane argentino Facundo Arguello per 61 63. Arguello raggiunge il suo best ranking al numero 204 e soprattutto, dopo un inizio di stagione un po’ incerto, si conferma con questa finale, miglior 92 dopo Tomic e Harrison, recentemente entrati nei top100. Arguello ha sconfitto in semifinale un ottimo Riccardo Ghedin, sempre a suo agio in questi tornei in Sud America, ma mai abbastanza continuo da raggiungere stabilmente i top 200. In realtà Riccardo è stato condizionato quest’anno anche da un infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi per molto tempo. 26 anni non sono pochi, ma non sono nemmeno troppi per fare un ulteriore salto di qualità. Giocatori come Di Mauro o Lorenzi, per non parlare del mitico Gianluca Pozzi (che per certi versi ricorda Ghedin per voglia di girare e adattabilità al veloce) hanno fatto il salto di qualità definitivo proprio a 26 anni, riuscendo a raggiungere anche i top100. A Ghedin manca forse un po’ di fortuna e sicuramente un po’ di continuità, ma vittorie come quella al primo turno contro Van Der Merwe, numero 115 atp, fanno pensare che la classifica attuale di Riccardo (306) non sia del tutto veritiera.
Infine a Penza in Russia, vittoria dell’ennesimo spagnolo, Arnau Brugues-Davi, vincitore in finale sul Kazako Mikhail Kukushkin per 46 63 62. Brugues-Davi, 26 anni e una carriera senza troppi acuti alle spalle (ha chiuso la stagione 2010 da numero 360), sembra aver trovato quest’anno una nuova dimensione. Vincitore di ben 8 tornei future in stagione, tutti sul veloce, sta ora iniziando a giocare stabilmente anche nei challenger e la vittoria in Russia lo ha già portato a raggiungere la posizione numero 173 del ranking. Certo il livello del torneo in Russia non era altissimo, cosi come non sarà alto il livelo del prossimo challenger in Kazakhstan. Ma purtroppi i tennisti azzurri hanno preferito altri tornei e non sono iscritti nemmeno ai prossimi tornei in questa regione. Forse valeva la pena farci un pensierino, soprattutto per quelli (come Ghedin e Fabbiano) che si trovano bene sul cemento e per i giovani (Gaio) in cerca di esperienza e punti per migliorare la classifica.
Rispetto alle ultime settimane è andata un po’ peggio del solito nel circuito future dove a Fano si è giocato l’Italy F19. I migliori sono stati Brizzi e Burzi, arrivati i semifinale, mentre hanno un po’ deluso Stefano Travaglia, fermato da Brizzi nei quarti, e Fabbiano eliminato già al primo turno. In compenso è andata bene in Turkey F20, dove Edoardo Eremin, 18 anni ancora da compiere, ha raggiunto la finale, per la prima volta nella sua (breve) carriera. Eremin, un po’ oscurato dai progressi recenti di Giannessi, Travaglia e Gaio, e meno “atteso” rispetto ai giovanissimi 95 e 96, sta crescendo senza creare troppi entusiasmi. Per ora la sua crescita rispetto all’età è più rapida rispetto a quella di Giannessi e a Travaglia, ed è in linea con quella di Gaio. Se nei prossimi 2 anni riuscirà a raggiungere anche lui i risultati che stanno ottenendo quest’anno gli altri giovani azzurri, avremo trovato un giocatore in più per dare il cambio ai vari Starace e Volandri ai vertici del tennis italiano.

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