US Open 2025, le scuse del Ceo che ha rubato il cappellino di Majchrzak: “Grosso errore, non era mia intenzione”

Antonio Sepe
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US Open

Kamil Majchrzak è approdato al terzo turno dello US Open 2025 eppure si è parlato di lui quasi esclusivamente per un episodio accaduto al termine di una sua partita. Quella di secondo turno contro Karen Khachanov, più precisamente, vinta dal polacco al quinto set dopo aver annullato cinque match point. Mentre Majchrzak firmava degli autografi, ne aveva approfittato per togliersi il cappellino e regalarlo a un giovane tifoso.

Fatto sta che ad afferrarlo non era stata la mano del bambino bensì quella di un uomo, il quale non si era curato delle lamentele del piccolo e aveva messo il souvenir nella borsa della moglie. Severamente criticato sui social, si è scoperto che si trattava di Piotr Szczerek, Ceo di Drogbruk, un’azienda polacca specializzata nella realizzazione di pavimentazioni stradali. A distanza di qualche giorno dallo spiacevole evento, l’uomo si è pubblicamente scusato pubblicando un post sui social.

LA STORIA DELL’EPISODIO

IL RITIRO DI MAJCHRZAK DALLO US OPEN

Il messaggio di scuse

A causa della situazione verificatasi durante la partita di Kamil Majchrzak agli US Open, vorrei porgere le mie più sincere scuse al ragazzo infortunato, alla sua famiglia, a tutti i tifosi e al giocatore stesso. Ho commesso un grave errore. Nel mezzo dell’emozione, tra la folla che celebrava la vittoria, ero convinto che il tennista mi stesse passando il suo cappellino – per i miei figli, che in precedenza avevano chiesto autografi.

Questa convinzione errata mi ha spinto istintivamente a chiedere aiuto. Oggi so di aver fatto qualcosa che sembrava aver preso deliberatamente un souvenir da un bambino. Non era mia intenzione, ma ciò non cambia il fatto che ho ferito il ragazzo e deluso i tifosi. Il berretto è stato dato al ragazzo, e le scuse alla famiglia. Spero di aver almeno parzialmente riparato il danno causato.

Voglio anche chiarire: né io, né mia moglie, né i miei figli abbiamo commentato questa situazione sui social media o su alcun sito web. Non ci siamo avvalsi dei servizi di alcuno studio legale a questo proposito. Tutte le presunte dichiarazioni apparse online non sono nostre. Per anni, io e mia moglie siamo stati impegnati ad aiutare bambini e giovani atleti, ma questa situazione mi ha dimostrato che un momento di disattenzione può vanificare anni di lavoro e supporto.

Questa è per me una dolorosa ma necessaria lezione di umiltà. Pertanto, mi impegnerò ancora più attivamente nelle iniziative a sostegno dei bambini e dei giovani e nelle azioni contro la violenza e l’odio. Credo che solo attraverso i fatti potrò ricostruire la fiducia perduta. Ancora una volta, mi scuso con tutti coloro che ho deluso“.

Le fake news sui social

Ciò a cui fa riferimento il Ceo polacco quando scrive di commenti apparsi sul web è un comunicato circolato sui social in cui gli venivano attribuite delle dichiarazioni del tipo “Ho preso il cappellino ma chi prima arriva meglio alloggia“. Considerando che sono state rilanciate anche da profili con milioni di followers – per poi essere riprese anche da testate relativamente autorevoli – qualcuno potrà aver pensato che fossero vere. Ebbene si tratta di fake news.

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