Boris Becker su Sinner: “Avrei potuto allenarlo, poi gli feci il nome di Cahill. Doping? Credo nella contaminazione”

Donato Boccadifuoco
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Jannik Sinner - Photo courtesy of China Open

Nel 2022 sarei potuto diventare il nuovo allenatore di Jannik Sinner”. Lo rivela Boris Becker in un’intervista rilasciata ai microfoni del Corriere della Sera. Il sei volte campione Slam mostra di tenere in grandissima considerazione quanto fatto fin qui in carriera dal numero uno d’Italia tanto che le loro strade avrebbero potuto incrociarsi.

IL CONSIGLIO

Una collaborazione che però non è mai arrivata. A spiegarne il motivo è lo stesso ex numero 1 del mondo: “Ai tempi aspettavo la sentenza di Londra e, non sapendo come sarebbe finita l’intera vicenda, dissi a Sinner che non avrei potuto prendermi quest’impegno per poi eventualmente lasciarlo. A ogni modo gli avevo proposto un paio di nomi e tra questi nomi c’era quello di Cahill. Darren per me è il migliore”.

Quella di una separazione a fine stagione tra Sinner e Cahill resta un’ipotesi probabile ma non ancora ufficializzata. C’è chi dunque potrebbe attendersi una collaborazione tra i due nel prossimo futuro, ma il più giovane vincitore di Wimbledon smentisce così questa ipotesi: “In questo momento della mia vita mi sto dedicando ad altri affari e il ruolo di allenatore inizia a starmi un po’ stretto. In più credo che Cahill non smetterà”.

L’OPINIONE

Una stima, quella della leggenda tedesca del tennis per il nazionale italiano nata diversi anni fa e proseguita nel tempo: “All’epoca pensavo che dovesse migliorare nel gioco di piedi e al servizio ma sono sempre stato molto convinto che Jannik potesse diventare il più forte al mondo. Ha vinto quattro Slam all’età di 24 anni e in ogni caso non avrei potuto far meglio di quanto sono riusciti a fare Darren Cahill e Simone Vagnozzi. Sono in pochi a conoscere il gioco del tennis come riesce a capirlo Simone”.

LA DIFESA: DAVIS E CONTAMINAZIONE

Stagione di grandi soddisfazioni in campo per il numero due del mondo ma certamente condizionata dalla sospensione di tre mesi relativa al caso Clostebol. La difesa di Becker a riguardo di questa vicenda è netta: “Credo assolutamente che per Jannik si sia trattato di un caso di contaminazione. Il doping è lontanissimo dal suo carattere, lui è il migliore da anni. A contare maggiormente nel tennis sono testa e personalità e non conosco sostanze che le migliorino”.

La rinuncia alle Final Eight di Coppa Davis ha suscitato parecchio clamore in Italia, ma anche in questo caso l’ex campione tedesco si schiera a fianco delle scelte di Sinner: “A volte si tende a dimenticare che il tennis è uno sport individuale in cui è difficilissimo restare al vertice. Io stesso ho vinto due volte di seguito la Coppa Davis e l’anno seguente decisi di non giocarla. Il fatto è che in Italia tutti vogliono un pezzettino di Jannik”.

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