Marco Cecchinato: “E non mi fermo qui”

di Alessandro Nizegorodcew

Marco Cecchinato è il giocatore del momento. Vincitore a San Marino del primo torneo challenger della sua carriera, il giovane palermitano ha raccontato a Spazio Tennis le emozioni del suo primo trionfo, i miglioramenti apportati al suo tennis e gli obiettivi per il futuro. Classe 1992, attualmente al numero 180 Atp, Cecchinato non ha alcuna intenzione di fermarsi e punta a salire ancora in classifica nei restanti mesi del 2013, in attesa della prima avventura Slam della sua vita agli Australian Open 2014.

Partiamo dalla stretta attualità e dalla vittoria al challenger di San Marino. E’ stata la settimana perfetta?
“Non mi aspettavo certamente un risultato del genere. Arrivavo da 6 settimane molto faticose di tornei e nei giorni precedenti a San Marino mi ero anche allenato poco. Avrei dovuto disputare le qualificazioni ma alle 21.05 del venerdì sera, a lista chiusa, il direttore del torneo mi ha comunicato la wild card per il main draw. Sono davvero felicissimo per questa vittoria, ottenuta in un torneo così importante e battendo giocatori del calibro di Vesely, Struff e Volandri.”

Andiamo per ordine. Al primo turno hai superato il ceco Jan Mertl 46 62 64 in un match complicato mentre agli ottavi hai dominato Huta Galung…
“L’incontro con Mertl non è stato per nulla semplice anche perché lui può esprimere un ottimo tennis a dispetto della classifica (numero 179 Atp; ndr). Ero un po’ contratto ma sono riuscito a portarla a casa. Contro Huta Galung invece ho vinto un buon primo set prima che lui sciogliesse completamente nel secondo.”

Nei quarti di finale hai affrontato e battuto 6-1 al terzo uno dei giovani più interessanti del panorama mondiale come Jiri Vesely. Una vera e propria battaglia?
“E’ stato un match durissimo contro uno dei giocatori dal rendimento migliore in tutto il 2013 (3 challenger vinti nella stagione in corso e numero 78 Atp; ndr). Nel primo set, che ho vinto al tie-break, entrambi abbiamo espresso un buonissimo tennis e ci siamo letteralmente ammazzati. Nel terzo forse ho avuto più voglia di vincere e ho conquistato il pass per la semifinale.”

Semifinale nella quale hai affrontato e battuto nettamente Struff, numero 95 Atp, col punteggio di 63 63…
“Struff ha un grandissimo servizio che è certamente il fondamentale che gli ha permesso di entrare tra i top-100. Contro di me non ha battuto benissimo e da fondo sinceramente non ho avuto molti problemi a disinnescarlo. Una partita da parte mia molto solida e ben giocata.”

E arriviamo alla finale: Filippo Volandri di fronte a te, immagino grande emozione, lo stadio pieno. Sei riuscito a dormire la notte prima del match?
“A dire il vero ero tesissimo e non ho praticamente chiuso occhio la notte. Mi veniva addirittura da vomitare visto che era la mia prima finale challenger, per di più contro un mostro sacro come Volandri al quale fino a pochi anni fa facevo da raccattapalle. Poi però, appena entrato in campo, tutto è passato e sono rimasto freddo e tranquillo, giocando una buonissima partita. E’ stato molto bello giocare in uno stadio pieno con 3-4.000 persone, contro Filo, dopo una settimana dura, visto che ero ormai a San Marino da 10 giorni, ma emozionantissima. Per quanto concerne il match devo dire che il momento chiave è stato nel secondo set quando, avanti di un break ma sotto 0-30 sul mio servizio, ho giocato una volée vincente di rovescio sulla riga servendo subito dopo un ace di seconda. Il game, ad oggi, più importante della mia carriera.”

Un discorso più generale andrebbe fatto su quelli che sono stati i tuoi miglioramenti sotto i vari punti di vista (tattici, tecnici, fisici, mentali). A cosa è dovuto questo salto di qualità?
“Mentalmente sono più solido, mi arrabbio meno durante i match e spreco un numero di gran lunga inferiore di energie inutili. In passato mi capitava di innervosirmi alle prime difficoltà, ma sotto questo aspetto sono in netta crescita. Devo però dire che a volte, per scuotermi, qualche “incazzatura” fa anche bene… Credo inoltre di giocare i punti importanti in maniera più ordinata, senza invenzioni.”

Anche fisicamente mi sembra che tu abbia raggiunto un ottimo livello…
“Grazie al mio preparatore atletico Umberto Ferrara ho raggiunto una buonissima condizione, grazie anche ad alcuni richiami atletici svolti durante la stagione. Si, fisicamente mi sento molto bene e credo di averlo dimostrato anche a Cordenons vincendo un match duro, anche se in due set, contro Alessio Di Mauro. Rispetto al 2012, anno durante il quale ho avuto molti alti e bassi, sto sicuramente meglio.”

Massimo Sartori, incontrato al Roland Garros, mi aveva parlato molto bene di te dal punto di vista tennistico, sottolineando però come dovessi riuscire ad acquisire la giusta cultura del lavoro. Credi di essere migliorato anche sotto questo aspetto?
“Sicuramente si. L’esempio di Max, così come di Riccardo Piatti e del mio coach Cristian Brandi è fondamentale da questo punto di vista. Sono tre persone eccezionali, sia fuori che dentro al campo. Inoltre ho la possibilità di ispirarmi ad un grande lavoratore come Andreas Seppi.”

Il tuo rapporto con Brandi sembra proseguire nel migliore dei modi…
“In effetti è così. Con Cristian lavoriamo davvero tantissimo, lui è preparatissimo e anche dal punto di vista umano usa sempre le parole giuste al momento giusto. Mi trovo benissimo con Brandi.”

Gianluca Naso, Alessio Di Mauro, Marco Cecchinato, Salvatore Caruso e più indietro in classifica altri ragazzi interessanti come Omar Giacalone. Come ti spieghi il successo del tennis siciliano a livello internazionale?
“Proprio qui a Cordenons, incrociando Naso dopo le nostre vittorie al primo turno, ci siamo detti: “Quanto siamo forti noi siciliani?!” I risultati sono dalla nostra parte e speriamo di proseguire così. In passato era stato il turno di Alessio, che ancora oggi raggiunge ottimi risultati, poi di Francesco Aldi, ma è vero che 4 giocatori di questo livello, tutti insieme, la regione Sicilia forse non li aveva mai avuti…”

A questo punto la situazione si fa interessante a circa 4 mesi dalla fine della stagione, anche perché non hai molti punti da difendere. Che tornei disputerai e quali sono i tuoi obiettivi?
“In molti mi fanno questa domanda e la risposta è semplice: l’anno non è assolutamente finito, ho voglia di giocare, come mai sino ad ora in vita mia. Non mi voglio fermare qui! Ho da difendere pochi punti, una trentina circa, e una parte di questi li ho già conquistati a Cordenons. L’obiettivo ad inizio anno era di entrare tra i top-200 e, male che vada, chiuderò il 2013 al numero 190. Io spero ovviamente di scalare ancora il ranking. Giocherò sulla terra sino a Genova per poi provare probabilmente qualche torneo sul veloce. Ad inizio anno mi ero trovato bene sui campi in cemento, giocando bene a Bergamo e nel futures di Zagabria. Sino allo scorso anno non credevo che il “veloce” facesse per me ma ho velocemente cambiato idea. Tra l’altro giocare partite di un’ora e mezzo contro i match di 3 ore che spesso mi trovo a disputare sulla terra non mi dispiace come idea (ride..).”

Chiudiamo questa intervista con una notizia certa. Il 2014 di Marco Cecchinato inizierà dalle qualificazioni degli Australian Open, il primo Slam della tua carriera…
“E’ una grandissima emozione pensare a Melbourne, anche se è molto lontano da qui e io non amo particolarmente i viaggi lunghi. Ma per uno Slam questo e altro ovviamente! Sarà un altro step molto importante della mia crescita tennistica.”

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