Dal titolo di campione agli US Open junior ai primi trionfi Challenger. Alla scoperta di Martin Landaluce, allievo della Rafa Nadal Academy

Donato Boccadifuoco
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Martin Landaluce - Foto Yuri Serafini/MEF Tennis Events

Dopo Carlos Alcaraz, la Spagna tennistica ha già una giovanissima nuova stella su cui puntare nel prossimo futuro: Martin Landaluce. Il 19enne nativo di Madrid, dopo l’esperienza come prima riserva nel 2024, farà parte degli otto giocatori che si sfideranno a Jeddah dal 17 al 21 dicembre 2025 per le Next Gen ATP Finals.

IL TENNIS NEL DNA E L’IMPORTANZA DELL’ACADEMY

Una passione per il tennis nata in tenera età e fissata nel dna di famiglia. Landaluce ha iniziato ad appassionarsi a questo sport guardando giocare genitori e fratelli. Martin non è infatti l’unico componente della famiglia a passare gran parte del tempo con una racchetta in mano: il padre Alejandro è stato il suo primo coach, il fratello Lucas pratica il tennis in un college in Georgia (Usa) e la sorella Alejandra in un’università del Texas.

La scintilla tennistica con Esteban Carril, uno dei suoi tre attuali coach insieme con Oscar Burrieza e Tomeu Salva, scatta all’età di 11 anni. È lo stesso ex giocatore a raccontare come già ai tempi aveva intravisto nel giovane Martin grande potenziale, grande talento ma soprattutto grande ambizione. Il 2017 segna una parte importantissima della vita tennistica del giovane Landaluce. Entra infatti a far parte della Rafa Nadal Academy dove troverà Oscar Burrieza dopo gli anni trascorsi all’interno della Federazione tennistica spagnola. Proprio a Manacor avrà occasione di conoscere il 22 volte campione slam: il suo idolo di sempre.

OLTRE IL CAMPO

Appassionato di musica classica ma con il rapper Bad Bunny come cantante preferito. Studioso della matematica ma con una forte propensione all’apprendimento della lingua inglese. Il Cachopo (filetto di vitello) come piatto preferito ma acqua e biscotti come ‘guilty pleasure’. Tennista con l’hobby della boxe. Interessi apparentemente contrastanti ma che contribuiscono a rendere completo, tanto quanto il suo gioco, il bagaglio culturale di un giocatore che si definisce poco tendente al perfezionismo ma capace di imparare in fretta.

I SUCCESSI GIOVANILI E L’ESORDIO SLAM

Guadagnatosi le luci della ribalta per aver, nel 2022, prima raggiunto le semifinali a Wimbledon junior e poi la vittoria allo US Open junior (7-6 5-7 6-2 contro il belga Gilles Arnaud Bailly), la giovane carriera di Landaluce può già vantare classifiche e titoli importanti.

Nel 2023 ha raggiunto la prima posizione del ranking ITF Junior, nel 2024 ha vinto per la prima volta un titolo Challenger (il 125 di Olbia dove riuscì a imporsi 6-4 6-3 nella finale contro Mattia Bellucci) replicando l’impresa l’anno successivo a Orleans contro Raphael Collignon. Ma non è tutto…

Nel 2024 è diventato il primo spagnolo classe 2006 a vincere un match ATP nella categoria Masters 1000 sconfiggendo al primo turno di Miami il connazionale Jaume Munar per 6-3 1-6 7-5. Nel 2025, agli Australian Open, ha esordito per la prima volta in carriera nel tabellone principale di uno Slam perdendo al primo turno dalla wild card australiana James McCabe.

AGGRESSIVITÁ E POTENZA LE CHIAVI DEL SUO GIOCO

Destro, fisico imponente (193 cm e 80 kg) e il rovescio lungolinea come colpo preferito. Il tennis di Martin Landaluce ha nell’aggressività e nella potenza dei propri colpi le armi migliori. Obiettivo principale del suo tennis è cercare di dominare gli scambi da fondo campo. Un modo di giocare che sicuramente potrà aiutarlo sull’erba, quella che lui stesso definisce come superficie preferita.

Seppur agli inizi, la carriera dello spagnolo sembra già molto ben avviata. A Jeddah potremo avere conferme sul livello raggiunto. In patria lo indicano già come nuovo Alcaraz ma le prestazioni del numero 1 del mondo e il tempo giocheranno certamente a suo favore. Un sicuro vantaggio per chi non è costretto a stare sotto i riflettori ma presto li vorrà puntati su di sé.

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