Nicolai Budkov Kjaer è stato una delle più luminose rivelazioni del circuito maschile nel 2025. L’ex numero 1 junior norvegese ha vissuto una stagione di esplosione: partito dal n.518 ATP, ha scalato quasi 400 posizioni fino ad assestarsi oggi al n.133 del mondo. Il suo best ranking, raggiunto il 3 novembre, è il n.132, risultato che certifica una crescita costante e inesorabile.
La stagione di Kjaer
Il 2025 di Budkov Kjaer parla da solo. Il talento di Oslo ha conquistato quattro titoli Challenger – Mouilleron-le-Captif, Astana, Tampere e Glasgow – a coronamento di un percorso che lo ha visto chiudere l’anno con un notevole 34-16 a quel livello. Il primo successo ATP, ottenuto a Bastad contro Thiago Monteiro, ha ulteriormente legittimato la sua presenza tra i protagonisti emergenti del circuito. Risultati che gli sono valsi la meritata qualificazione alle Next Gen ATP Finals di Jeddah.
I colpi migliori e l’attestato di stima di Cahill
Se il suo tennis ha convinto addetti ai lavori e analisti, molto lo si deve alle sue armi naturali.
Potenza e dritto “martello” – Il colpo distintivo di Kjaer è il dritto, è stato definito “un martello” dal coach di Jannik Sinner, Darren Cahill. Un colpo capace di sfondare da fondo campo, cambiare ritmo e dettare il gioco.
Servizio efficace – Forte dei suoi 1,91 m, il giovane norvegese vanta un servizio esplosivo, base solida per ottenere punti diretti e imporre da subito il proprio ritmo.
Tennis aggressivo e moderno – Il suo stile incarna perfettamente il tennis di nuova generazione: offensivo, potente, proiettato in avanti. Alterna soluzioni, attacca da fondo, si presenta a rete con naturalezza. Una versatilità che lo rende competitivo su più superfici.
Mobilità sorprendente – Nonostante la stazza, si muove con rapidità, copre bene il campo e sa gestire efficacemente la transizione difesa-attacco.
Mentalità
Alla base della sua crescita c’è una mentalità già matura, frutto dell’esperienza accumulata nei Challenger, della capacità di chiudere match sotto pressione e del lavoro svolto negli anni da junior e come sparring partner dei top player. Un profilo psicologico forte, che fa da fondamenta al suo tennis.
Aree di miglioramento
Naturalmente, restano margini di crescita.
Rovescio e consistenza da fondo – Il rovescio è l’aspetto tecnico meno solido del suo arsenale. Sarà determinante consolidarlo per competere stabilmente contro avversari di livello superiore.
Seconda di servizio poco efficace – La seconda di servizio del giocatore di Oslo è meno efficace della prima e le statistiche mostrano che la percentuale di punti vinti con la seconda è sensibilmente più bassa rispetto alla prima. Questo può dare la possibilità ad avversari più esperti e solidi in risposta di prendere un vantaggio non indifferente.
Tolleranza al lungo scambio – Essendo ancora in fase di costruzione a livello ATP, fatica a mantenere la stessa intensità per tutta la durata del match, soprattutto contro avversari che lo costringono a lunghi palleggi e a esprimere la massima solidità per lungo tempo.
Il lavoro con Sinner a Vienna
A Vienna, Kjaer è stato accolto con grande calore dallo staff di Jannik Sinner, segno di una considerazione crescente all’interno del circuito. È ormai uno dei practice partner più apprezzati, esperienza che il norvegese vive con entusiasmo ma anche con lucidità: “Allenarsi con i big è una cosa, affrontarli in partita è un’altra storia”.
La Next Gen
Considerando la superficie e il suo stile di gioco, Kjaer appare destinato a ben figurare alle Next Gen ATP Finals di Jeddah. Una vetrina perfetta per confermare il suo status di giovane emergente con ambizioni importanti.
La Norvegia può dormire sonni tranquilli
Con l’ascesa di Budkov Kjaer verso la top 100 e la solidità di Casper Ruud, ex n.2 del mondo e ancora punto di riferimento nonostante una stagione altalenante, il tennis norvegese può guardare al futuro con ottimismo. Il movimento è più vivo che mai, e il talento di Oslo ne è la nuova, brillante promessa.