Ferrer vede Londra, vince anche il Re


di Sergio Pastena
I lucky loser al potere: dopo la finale a Vienna di Haider-Maurer arriva un altro exploit da parte di un giocatore eliminato nelle qualificazioni e ripescato. Marcel Granollers, infatti, aveva perso da Gabashvili e stava per tornarsene a casa quando la defezione di Jo-Wilfried Tsonga gli ha aperto le porte dell’Atp 500 di Valencia, per giunta in una posizione da testa di serie. Il tennista spagnolo, che ad onor del vero non è di quelli che fanno spellare le mani al pubblico per gli applausi, ha colto al volo l’occasione eliminando Paire, Andujar, Monaco e Simon (tabellone “benedetto” per essere un Atp 500) prima di cedere in finale a David Ferrer. Anche quest’ultimo può esultare, non solo per la vittoria nel torneo ma anche perché l’eliminazione di Verdasco al secondo turno gli consente di salire al numero 7 delle classifiche e di ipotecare la qualificazione al Master: non è cosa da poco, considerando che Ferrer verso la fine del 2009 era scivolato fuori dai 20 e sembrava in crisi nera.
Bocciato Murray: la sconfitta con Monaco davvero non sembra avere una spiegazione logica, purtroppo il britannico continua ad alternare begli exploit a cadute impreviste. Bocciato Soderling, incapace di offrire una buona resistenza a Ferrer nonostante la superficie a lui più congeniale. Bocciato Davydenko, ancora incapace di ritrovarsi e superato da un Simon che invece sembra sulla strada giusta. Promosso, a sorpresa, Potito Starace, che passa due turni prima di arrendersi dignitosamente nei quarti al futuro vincitore del torneo. Quante volte gli addetti ai lavori avranno fatto notare che un servizio solido anche se monocorde e un dritto potente sono credenziali sufficienti per fare bene sul duro? Tante, tantissime, e mai a torto: Potuto con questa vittoria torna ad essere il primo degli italiani.

Basilea, casa di Roger Federer: lo svizzero vince senza grossi problemi il torneo di casa, l’unico capace di impensierirlo è stato Djokovic in finale, ma i dati salienti del torneo in realtà sono altri. Ad esempio Berdych, devastato al primo turno dal lucky loser Kamke, uno che nelle qualificazioni le aveva prese da Jan Hajek. Il ceco dopo Wimbledon ha vinto 7 partite e ne ha perse 11, ma da settembre il bilancio è ancora peggiore: appena due successi per lui a fronte di sette sconfitte. Insomma, in prospettiva Master non pare proprio il cavallo vincente. Male anche Cilic, schienato malamente da Nalbandian, mentre Roddick suda, sbuffa ma conquista una semifinale preziosa come l’oro non tanto per una questione di punti quanto per l’accesso alle finali di Londra.
E veniamo al torneo di questa settimana, l’ultimo Masters 1000 della stagione prima della gran chiusura in Gran Bretagna. A Parigi ci saranno praticamente tutti salvo il numero uno del mondo, Rafael Nadal. In corsa anche due italiani: Potito Starace, che ha pescato al primo turno Llodra e poi eventualmente avrà Isner e Fabio Fognini, che ha superato le qualificazioni e se la vedrà con Berrer e poi eventualmente con Ferrer. Il torneo parigino servirà anche per definire la griglia dei partecipanti alle finali londinesi, anche se al momento Berdych appare quasi sicuro di farcela e Ferrer e Roddick han fatto buoni passi avanti. L’americano, tuttavia, potrebbe trovarsi subito sulla sua strada un Nieminen che, mettendo in difficoltà Djokovic a Basilea, ha confermato l’ottimo stato di forma in cui si trova da un po’ di tempo a questa parte. Non ci sarà Andreas Seppi: spiace dirlo ma la sua vocazione alle sconfitte imprevedibili sta diventando patologica. Questa volta è uscito nelle qualificazioni per mano di Ramos-Vinolas, in passato aveva perso con tennisti spagnoli di terza fascia come Ramirez-Hidalgo e Munoz-De la Nava. O è allergico ai cognomi doppi oppure il buon Andreas tende forse a prendere troppo sotto gamba sfide di questo genere. Per inciso: Ramos-Vinolas è stato massacrato 6-1 6-2 nell’ultimo turno delle qualificazioni da Iliya Marchenko. Marchenko, non Federer.

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