Claudio Galoppini: «Lorenzi può fare bene sull’erba»

Paolo Lorenzi
(Paolo Lorenzi – Foto Ray Giubilo)

di Alessandro Nizegorodcew e Giovanni Cola

Ha purtroppo dovuto il cedere il passo allo spagnolo Roberto Bautista Agut il nostro Paolo Lorenzi nel primo turno del Roland Garros dopo una bella cavalcata nelle qualificazioni. Abbiamo avvicinato il suo coach Claudio Galoppini con cui abbiamo analizzato la partita, focalizzando però l’attenzione anche sulla preparazione in vista del resto della stagione dell’azzurro.

Claudio GaloppiniI primi games sono partiti un po’ in sordina, poi c’è stata un’accesa contestazione di Paolo e da lì ha iniziato ad entrare in maniera perentoria in partita.
Lorenzi ha avuto subito in avvio una palla break con un passante non andato a buon fine. Avevamo preparato in un modo la tattica, poi il match è cambiato e serviva qualche accorgimento in più. C’è stata più cattiveria da parte sua con lo scorrere del punteggio ma non è stato sufficiente.

In quel secondo set ha giocato meglio lui, cosa non ha funzionato nella gestione dell’incontro?
Sinceramente non mi sento di rimproverargli nulla, c’è stato anche un pizzico di sfortuna. Anche nelle palle break non si è mai tirato indietro, sul 3-2 poteva essere una svolta importante. L’iberico ha dovuto superarsi per aggiudicarselo, quel parziale doveva essere di Paolino. Anche psicologicamente sarebbe stato fondamentale.

Bautista Agut è difficile da scalfire, ma ha tirato fuori tanti “Vamos”. Si capisce anche da questo quanto temesse la sfida…
La prestazione di Paolo è stata comunque soddisfacente, è cresciuto di livello giorno dopo giorno. Eravamo arrivati con qualche dubbio che fortunatamente è stato spazzato via rapidamente. Torniamo con buone certezze per il futuro. Certo, resta un po’ di amaro in bocca anche per tante righe solamente sfiorate in diversi colpi decisivi in questo incontro. Ma per vincerlo serviva un ulteriore salto di qualità.

Quanto tennis ha ancora nelle gambe Paolo, di solito alla sua età molti sono in fase calante…
La maturità agonistica l’ha raggiunta a 28 anni, quindi è ancora relativamente fresco. Vuole rimanere a tutti i costi a questo livello e quindi si pone costantemente nuovi obiettivi, provando sempre a migliorare anche nella solidità di gioco. Per ora i sacrifici stanno pagando, lui si sente di avere tante energie ancora da spendere, in special modo sotto l’aspetto mentale.

Potenzialmente Lorenzi può fare molto bene sull’erba, qual è la programmazione in vista di Wimbledon?
Adesso relax per qualche giorno, poi Challenger a Mestre sulla terra, allenandosi anche atleticamente. A quel punto ci sposteremo in Inghilterra per giocare tre tornei di preparazione ai Championships. Se riesce a rodarsi nella maniera migliore sono ottimista anche per quel tipo di superficie.

Paolo negli ultimi anni ha saputo mettere in discussione tante cose anche tecnicamente, migliorando su diversi aspetti. Qual è il segreto di questa malleabilità dimostrata quando aveva già a 27-28 anni?
E’ soprattutto intelligenza, ha una grande lucidità di analisi ed è disposto a lavorare duro. Mentalmente accetta di dover aggiornare con regolarità schemi ed esecuzione dei colpi. E’ lui il primo a rendersene conto e proveremo già dalle prossime settimane a dare ancora più variabili al suo gioco.

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