Quando il tennis fa discutere: dal Covid di Djokovic alla racchetta di Noah

Bei giorni questi per il tennis nostrano, dove Berrettini e Sinner fanno la storia, mentre Wimbledon prosegue facendo rimanere incollati allo schermo migliaia e migliaia di appassionati e le gesta dei tennisti vengono sempre riportate dai giornali e dai siti specializzati. Ovviamente, come recita il celebre proverbio, “non è tutto oro quel che luccica” ed il discorso sembra valere anche per alcuni aspetti particolari, e per fortuna decisamente minoritari, del mondo tennistico. Cerchiamo di vederne qualcuno: per una maggiore comodità di lettura ne elencheremo tre, eventi “plateali” e molto discussi dalla stampa internazionale, non solo specializzata, negli ultimi mesi

Novak Djokovic e il vaccino contro il Covid-19

Dopo il celebre scontro, con conseguente vittoria, contro Matteo Berrettini l’estate scorsa a Wimbledon, il nome di Novak Djokovic, già famoso in tutto il mondo, è diventato ancor più conosciuto anche da chi non ha mai seguito il mondo del tennis. Talento, forza, precisione, una sfilza di record, ma anche una certa avversione per il vaccino contro il Covid-19, posizione che ha fatto dividere e discutere appassionati di tennis e non. Il serbo, da molti organi di stampa ribatezzato giocosamente Novax Djokovic, è finito alle cronache di tutti i telegiornali lo scorso gennaio prima degli Australian Open quando, appena arrivato, incontrò dei problemi con il visto d’ingresso per la mancanza del vaccino e della prova di aver da poco contratto la malattia. La sua sorte rimbalzò da una parte all’altra, ma alla fine fu il Ministro dell’Immigrazione, Alex Hawke, a chiudere il match revocando al campione serbo il visto.

Yannick Noah e la racchetta falsa venduta all’asta

Yannick Noah è un campione su due fronti diversi, quello sportivo e e quello musicale a cui si è dedicato con successo dopo la conclusione della carriera da tennista professionista. Ovviamente, nonostante sia un cantautore di successo, è più che naturale che alcuni suoi cimeli valgano davvero un bel po’. Tra questi c’è sicuramente la racchetta con cui vinse il Roland Garros del 1983, venduta qualche anno dopo all’asta per beneficenza. Un nobile gesto, vanificato però venti anni dopo da un giudice chiamato a valutare, attraverso il parere di esperto, la racchetta rimessa all’asta dal vecchio compratore: senza un certificato di autenticità, spiegò il giudice, non è possibile affermare con certezza di essere in presenza della racchetta utilizzata da Noah durante la finale del Roland Garros 1983. Poco male per il francese,  trasferitosi nel frattempo in un villaggio del Camerun, Paese di origine della sua famiglia.

I test Covid falsi in Ungheria

Negli ultimi giorni il quotidiano ungherese Nepszava ha reso pubblico uno scambio di e-mail tra la Federtennis locale, il medico e i genitori di alcuni giovani tennisti. Il motivo: sembra che siano stati falsificati dei test Covid per permettere ai ragazzi di giocare gli incontri di Coppa Davis dello scorso novembre.

Il medico in questione è già stato licenziato e rischia parecchi anni di carcere. Ovviamente l’Università Semmelweis, i cui timbri sono stati usati illegalmente per tali certificati fasulli, si è dichiarata pronta a collaborare con le autorità per scoprire i colpevoli ed assicurarli alla giustizia. Insomma, a quanto pare il vaccino contro il Covid-19 non risulta essere molto sgradito solo al già citato Novak Djokovic.

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